Trap & Memes: come la comicità virale ha spinto la nuova scuola

In questi giorni di #TrapWeek su BUGzine abbiamo analizzato sonorità, storia e linguaggio di questo genere musicale in forte espansione. C’è però un fattore fondamentale che non abbiamo ancora considerato: internet.
Cercheremo quindi di tracciare una storia della trap attraverso i meme che ne hanno permesso la diffusione su scala planetaria.

Il primissimo tormentone del web che ha aperto la strada alla trap è stato sicuramente l’Harlem Shake, avviato dallo youtuber FilthyFrank (che guardacaso oggi fa il cantante sotto il nome Joji) nel gennaio 2013, qualche mese prima che i Migos rilasciassero Versace. Parliamo di una delle prime “challenge” virali di tutti i tempi.


L’Harlem Shake prende il nome da una canzone di Baauer uscita in quel periodo che, pur non essendo ancora propriamente trap, mette insieme sonorità elettroniche ed hiphop, bassoni e 808 pesanti, ritmiche sincopate e gran rullate di piattini e snare. In questo modo gli ingredienti base della trap sono entrati nelle classi delle scuole elementari e medie, iniziando a formare una generazione di nuovi ascoltatori.

I ragazzini di tutto il mondo si scatenano a ritmo di Harlem Shake per molti mesi finchè nel 2014 arriva il momento della prima luna di miele tra trap e memes: O.T. Genasis pubblica CoCo (I’m in love with) ed il web impazzisce nuovamente, inconsapevole di star iniziando ad apprezzare sonorità che prima non considerava neanche.

Arriviamo così all’annata 2015-2016, periodo di svolta assoluta per la trap che si era ormai affermata in tutto il globo, pronta a diventare il genere dominante. Sono gli anni della Hotline Bling di Drake, divenuta uno dei più iconici meme di sempre, e della Mannequin Challenge in cui licei interi si fermano sulle note di Black Beetles dei Rae Sremmurd e Gucci Mane.

A questo punto lo scambio diventa reciproco e i due terreni iniziano a mescolarsi: personaggi della comicità virale approdano alla trap e trapper diventano veri e propri meme viventi. Il primo caso è ad esempio quello di Brian Immanuel, meglio noto come Rich Chigga o Rich Brian, divenuto famoso sul web grazie ai suoi vines (video comici di 7 secondi) e poi improvvisatosi trapstar col singolo Dat $tick.

Il caso invece di un rapper che viene elevato a meme è ad esempio quello di 21 Savage: nel bel mezzo della sua carriera un intervistatore gli ha chiesto cosa fosse la croce che aveva tatuato in fronte, la sua risposta secca “Issa knife” (è un coltello) è stata presa dalla comunità web e riproposta in migliaia di formule diverse aumentando vertiginosamente la sua popolarità, tanto che il suo primo album si intitola proprio Issa Album.

Arriviamo allo stadio finale, l’ultimo layer del “trapmemismo”, quando nel 2017 il comico Michael Dapaah alias Big Shaq canta Man’s Not Hot su una nota radio londinese. Il brano nasce con un intento ironico nei confronti della trap e di alcune sue caratteristiche come l’uso delle sporche (vedi trap vs hiphop pt.1) che da “skrrt” diventano “skrrrah, skidiki-pa-pa” e via dicendo.

Tutto il testo viene scomposto dalla comunità del web per comporre un infinità di meme diversi. Così un brano trap autoironico diventa una concatenazione di meme e poi torna al mondo della musica: Big Shaq partecipa infatti ai BET Awards tra l’entusiasmo di tutti i più famosi rapper del mondo, compra i diritti del beat che ha usato in radio e porta la sua canzone in vetta alle classifiche con tanto di video ufficiale.

L’italia ha una storia a parte, scritta da un protagonista assoluto noto come Bello Figo Gu.
Sin dai suoi primi brani nel 2012 l’allora Gucci Boy è una marcia avanti al resto d’italia in quanto a sonorità, conosce tutte le novità della scena americana e le ripropone al pubblico italiano in una chiave estremamente demenziale.

La combinazione esplosiva del suo umorismo a sfondo sessuale e dell’odio razziale che gli si è abbattuto contro lo rendono uno dei più grandi fenomeni web d’Italia elevandolo a re del “lol-rap” nostrano. Sarebbe però miope non riconoscergli almeno una parte del merito di aver aperto la strada alla trap, soprattutto tra i giovanissimi.

Altro esempio di come la comicità virale abbia avvicinato la nostra penisola alla trap è sicuramente  Cioccolata di Maruego, uscita nel 2015. Nonostante il pezzo abbia un taglio semiserio è stata sicuramente la condivisione di chi lo derideva a renderlo famoso per un discreto periodo.

Se oggi il nome di Young Signorino è sulla bocca di tutti la ragione è la medesima: il potere di una risata è proprio il suo essere contagiosa, virale. Siamo disposti a mettere da parte i nostri gusti personali per divertirci un po’ e, dopo qualche ascolto, non riusciamo più a capire cosa ci piaccia o non ci piaccia.

Ciò che rende così potenti i meme come mezzo di comunicazione è proprio la condivisione spontanea che generano, il loro essere “mezzo” e non “fine”. Un meme infatti è tale solo quando gli utenti del web lo utilizzano e lo ricontestualizzano infinite volte al loro piacimento, così come Bello Figo fa con le basi americane.

Internet ha giocato un ruolo fondamentale nell’evoluzione e nella diffusione della trap, piattaforme come Instagram e YouTube sono state fondamentali per tutti i rapper che sono giunti al successo negli ultimi anni. Comicità, provocazione e autoironia si sono rivelate le armi più efficaci in questo terreno, basti pensare a come la DPG o Lil Pump abbiano costuito una carriera sul cosiddetto “hating” e sulla polarizzazione che hanno creato nel pubblico.

Finisce così la nostra #TrapWeek, speriamo di aver avervi chiarito qualche dubbio o ancora meglio di aver aperto un po’ i vostri orizzonti musicali. Continuate a seguirci su Facebook ed Instagram per restare sempre aggiornati su arti, musica e culture underground.

Skidiki-pa-pa!