Il disco Hip Hop di Jean-Michel Basquiat

Era il 1968 a New York, un giovanissimo Jean-Michel Basquiat ebbe un tragico incidente che lo costrinse a stare in ospedale per qualche settimana. La madre per distrarlo gli regalò un manuale di anatomia umana.
La signora Basquiat accese inconsapevolmente la fiamma della rivoluzione che il figlio avrebbe portato nel mondo dell’arte.

Jean-Michel Basquiat nasce a New York nel 1960, da padre haitiano e madre portoricana. Il divorzio dei genitori dopo pochi anni lasciò il segno nel carattere già fragile del giovane Jean-Michel. Crebbe qualche anno con la madre, fu educato all’amore per l’arte e per il disegno e già da piccolissimo visitava i maggiori musei di New York.
Non fu un adolescente facile da gestire: 15 anni scappa di casa e viene arrestato per vagabondaggio, a 16 anni fu iscritto ad un collegio a Manhattan luogo in cui conobbe Al Diaz e fondarono il duo SAMO.

Successivamente le vie di Basquiat e Al Diaz si divisero ed iniziò a comparire sulle pareti di SoHo la leggendaria frase: SAMO IS DEAD.

Ad inizio ’80, Basquiat incontra per caso Andy Warhol a New York e riesce a vendergli alcune sue opere. Da questo incontro nasce anche una “lunga” amicizia, ed una lunga serie di collaborazioni, la più nota è di certo quella con l’Everlast.


Non da sottovalutare è il peso politico e sociale della sua produzione, ovviamente influenzata dal razzismo e dalla brutalità della polizia.
In “Defacement“, Basquiat ricorda la morte di Micheal Stewart, ragazzo afroamericano pestato a morte dalla polizia newyorkese.


Alla fine degli anni ’70 Basquiat comincia a frequentare la Factory di Andy Warhol, diventando ospite fisso di due club esclusivi di New York: il Club57 ed il Muud Club. Locali iconici all’epoca, lì conobbe Keith Haring e Madonna, col primo strinse un amicizia che lo accompagnerà sino alla morte, con la seconda ebbe una breve relazione.
Proprio in quegli ambienti  fondò i Gray (band Noise Rock/Electro) con un po’ di amici, tra cui l’attore Vincent Gallo e l’artista Michael Holman, la band non pubblicò mai un album. Per fortuna nel 2019 la Ubiquity Records mise ordine nei pezzi registrati dai Gray e incise un triplo vinile con tutti i lavori della band.

Basquiat inoltre era molto amico di Rammellzee (writer,pittore, scultore e musicista) ed insieme condividevano la passione per l’Africa, cosa evidentissima nella loro pittura.
Condividevano anche la passione per l’Hip Hop e nel 1983 Basquiat finanziò, produsse e curò le grafiche di un vinile per  ormai culto e oggetto del desiderio dei collezionisti :”Beat Bop“.

Vennero stampate solo 500 copie, e negli U.S.A. non andò fortissimo, mentre in U.K. i risultati furono diversi. Molto probabilmente
Ad oggi, anche supportati dalla classifica

Nel video “Rapture” di Blondie, Basquiat compare nei panni di un dj, ruolo che inizialmente doveva esser ricoperto da Grandmaster Flash.

Jean-Michel Basquiat morì il 18 agosto del 1988, per overdose a 27 anni, come le grandi rockstar. In pochi anni di carriera ha lasciato un numero impressionante di opere, così tante che è impossibile conoscerle tutte.
La sua unica produzione musicale è considerata tra gli album più influenti della cultura Hip Hop.

“Cancello le parole in modo che le si possano notare. Il fatto che siano oscure, spinge a volerle leggere ancora di più”