La rabbia e la rivalsa di Valos – Intervista

Venerdì 15 luglio è uscito l’ep di esordio di Valos, al secolo Valerio Valiante, giovanissimo artista romano classe 2003. L’ep, intitolato Brillerà, è indicativo di tutta la rabbia e la voglia di rivalsa del rapper che, come già si intuisce dal titolo, sogna un futuro fatto di musica, cambiamento e riscatto. Valos, infatti, nel suo EP racconta com’è stato crescere nel quartiere periferico di via Donna Olimpia a Roma, con esperienze che volente o nolente l’hanno reso l’artista che è oggi.
Nei suoi brani e nella sua comunicazione ci sono spesso rimandi all’opera Ragazzi di Vita di Pasolini, ambientata proprio nella stessa via, ma allo stesso tempo Valos vuole togliersi di dosso tutte le etichette ed i pregiudizi che le sue origini gli conferiscono, superare ogni barriera e riuscire ad esprimere i suoi importanti valori tramite la sua musica.

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui, per cercare di individuare meglio cosa si cela nei pensieri di questo talentuoso giovane artista:

 Il primo brano dell’EP, Banlieue, ha il titolo e l’incipit in francese. Perché questa scelta? Che significato ha e cosa rappresenta l’inserimento dell’estratto all’interno del brano? 

Il titolo del primo brano dell’ep deriva dall’assonanza tra i due stili. Pensiamo che poter utilizzare termini ed immaginari diversi da quelli che ci circondano quotidianamente può portare solo un valore aggiunto alla nostra musica e a ciò che esprimiamo. L’idea è nata quando abbiamo ascoltato l’intervista del presidente francese Macron, in cui parlava di un nemico immaginario da combattere tutti insieme, uniti. Ascoltando il suo discorso ce ne siamo sentiti parte e abbiamo voluto utilizzare quelle parole per l’introduzione dell’ep e del singolo Banlieue.

La copertina di Brillerà mostra una foto di te da bambino. Perché questa scelta? Che significato ne attribuisci?

Ho voluto intitolare l’ep Brillerà perché voglio trasmettere la speranza di poter arrivare ai propri sogni nonostante le tante problematiche che possono avere le nostre storie e le nostre radici. Abbiamo scelto quella foto di me da piccolo perché è proprio da bambini che nascono i sogni.

Un simbolo ricorrente nella tua arte è la stella, rappresentata spesso tramite l’emoji della stellina che brilla e che riprende il titolo dell’EP e dell’omonimo singolo, Brillerà. Vuoi spiegarci meglio cosa significa per te questo simbolo e che correlazione c’è con la tua musica?

La mia musica ed i miei valori nascono dalla mia storia, dalle esperienze che vivo e dalle responsabilità che sento di avere. Da tutti questi fattori e da come li affrontiamo nasce quella luce che ci porterà a brillare.
L’emoji della stellina rappresenta al meglio l’evoluzione di quella luce perché essendo sfumata non è ancora arrivata al massimo: brillerà.

Il brano Brillerà – il primo singolo estratto dall’EP – è uscito il 3 gennaio, il giorno del tuo diciottesimo compleanno. Cosa ha rappresentato per te questo punto di svolta? 

Compiere 18 anni è un passo importante perché si diventa ufficialmente responsabili di sé stessi, di ciò che si fa e di quello che si dice. Ho pensato di augurarmi il futuro che vorrei con un messaggio diverso da quello che avevo fatto fino a quel momento, con un testo evoluto e delle sonorità più strumentali rispetto al mio repertorio precedente. Portando un messaggio di speranza per me stesso e per tutti i miei coetanei che affrontano questo cambiamento.

Il genere del tuo EP non è definibile solo con trap o rap, viste le influenze urban pop. Come hai trovato l’ispirazione per il tuo sound e scrittura? 

Nell’EP abbiamo voluto trasmettere diversi mix di emozioni derivanti dei diversi periodi che abbiamo attraversato in questi mesi. La scelta di utilizzare approcci diversi per ogni traccia nasce dal pensiero che ogni concetto trasmesso ha bisogno di un suo contesto ideale. Tramite i diversi generi ed i diversi featuring abbiamo creato il tappeto perfetto per esprimerci.

Come sono nate le collaborazioni di quest’EP?

Ogni collaborazione ha la sua storia, ma tutte hanno in comune l’amicizia, il rispetto e l’ammirazione musicale reciproca. Grazie alla musica ci siamo conosciuti ed evoluti, ognuna delle persone che ha collaborato nella realizzazione dell’ep rappresenta delle emozioni, dei ricordi o dei legami.

Come sei riuscito ad inserirti nella rigogliosa scena romana?

Grazie al lavoro quotidiano mio e del mio team abbiamo iniziato a far uscire diversi brani, cominciando ad ottenere dei primi piccoli risultati. Ad oggi dobbiamo solo continuare a lavorare a testa bassa, facendo musica e cercando di trasmettere il meglio per chi ci ascolta.

Malgrado la tua giovane età i tuoi testi esprimono scorci di vita vissuta intensamente. Vuoi raccontarci meglio della tua crescita nel quartiere di via Donna Olimpia?

È difficile abbattere i pregiudizi con cui nasci e cresci. È sempre brutto sentirsi addosso un’etichetta, a volte rischi di crederci anche tu e si rimane imprigionati. Con via di Donna Olimpia c’è un rapporto di odio e amore con ciò che ci circonda, come rimanere legato a qualcosa a cui tieni ma che non ti permette di credere di poter arrivare ai tuoi obiettivi.

La promo del tuo nuovo EP ti ha visto utilizzare uno stencil per diffondere graffiti nelle periferie della tua città, la capitale, che ritraggono l’artwork in copertina con la scritta “Ragazzo di Vita”, ed un QR code per il pre-save del brano. La citazione è un chiaro rimando al romanzo di Pasolini, ambientato nella via che ti ha visto crescere. Cosa collega te e Riccetto, il protagonista dell’opera, ed in generale quanto ti rivedi nello scenario descritto da Pasolini? Che correlazione c’è tra Ragazzi di Vita e la tua musica?

Gli stencil sono una metafora artistica: abbiamo voluto portare un po’ di luce nelle periferie della mia città. Questo stencil è un modo per spingere chi lo vede verso l’arte e soprattutto la cultura che rimangono ancora oggi l’unica arma per potersi riscattare o per farlo con un certo grado di coscienza.

Con lo slogan “Ragazzo di Vita” invece abbiamo voluto creare un legame diretto con Pasolini: il primo a raccontare in un certo modo cosa significa vivere a via Di Donna Olimpia, a Monteverde, a Roma.
Rispetto al dopoguerra il quartiere è cambiato, è diventato una zona benestante, tranne forse proprio via di Donna Olimpia, lei è sembra essere la stessa, così come non sono cambiate alcune dinamiche presenti nel romanzo: la voglia di riscatto, le difficoltà di una generazione nel ritrovare se stessa e avere le opportunità che si merita, alle strade sbagliate che molti di noi prendono spesso per disperazione.

Una tua lodevole iniziativa benefica ti ha visto distribuire stickers con il tuo simbolo, la stella, che rimandavano ad un tuo brano. Hai affermato che le royalties del suddetto sarebbero poi andate in beneficenza all’Associazione Salvamamme, che sostiene appunto le mamme in difficoltà. Perché ti sta così a cuore questa causa?

Come ho raccontato nel programma Rai “Tu non sai chi sono io”, la mia sensibilizzazione deriva dal rapporto che ho con la mia famiglia. Ciò a cui voglio arrivare è che dobbiamo accorgerci di cosa realmente abbiamo, e penso che sostenere una realtà come Salvamamme possa far capire il valore di ciò che ci circonda, anche facendoci aprire gli occhi su tematiche esistenti ma che spesso non osserviamo perché non ci toccano.

Hai in programma dei live prossimamente?

Stiamo lavorando al meglio per far si di ritornare sul palco accanto a chi ci supporta, non voglio ancora dire nulla a riguardo perché ci saranno delle belle sorprese.

Intervista di Paola Paniccia

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