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MxRxGxA ha tanto da dare al rap italiano

MxRxGxA, acronimo di Make Rap Great Again, è un collettivo fondato nel 2018 da Gionni Gioielli con lo scopo di ridare dignità alla parte più underground del rap italiano tramite la creazione di un’etichetta discografica con il suo immaginario ben definito e prodotti di qualità.

Chi apprezza il genere non può non conoscere Gionni Gioielli, che a metà degli anni Novanta assieme all’amico Nex Cassel fonda Adriacosta, e successivamente – con il contributo di Gionni Grano – anche Micromala; e nel mentre accumula collaborazioni con i nomi più importanti del genere. Il Veneto mette così un punto fisso sulla mappa: c’è una realtà potente che può portare un contributo forte all’hip hop italiano.

La penisola viene conquistata dal garofano

È il 2018 e il rapper e producer veneto pubblica il progetto Young Bettino Story, facendo il primo passo in una nuova direzione per il rap italiano: finalmente un suono e un’identità riconoscibili, barre taglienti, un liricismo non fine a sé stesso e una cura nei dettagli sia sonori sia grafici.

Qualche mese dopo, Gionni Gioielli coinvolge Blo/B (il quale cura anche le grafiche di tutti i progetti del gruppo) per il disco MOMA. Poi è il turno del rapper sardo Lil’ Pin per l’album Anonima Sequestri (2019).
Nel giro di pochi anni, grazie a un vero e proprio lavoro di scouting, si sono uniti al collettivo molti artisti da tutte le parti d’Italia, fra i quali Armani Doc, RollzRois e Elia Phoks, che sono tra i nomi che nel 2023 sono sicura vedremo più spesso sui flyer dei concerti.
Ogni anno vengono prodotti album con più di dieci tracce che vedono circa la stessa formazione: Gioielli alla produzione, un rapper o due alla scrittura portante e alcuni feat quasi sempre tra la rosa – anzi il garofano – dell’etichetta.

Mxrxgxa diventa così una vera etichetta discografica indipendente e un riferimento per l’underground italiano. Uno dei punti di forza è sicuramente la grande prolificità: fra progetti solisti e mixtape collettivi, il gruppo ha prodotto più di una ventina di album nel giro di appena quattro anni.
L’ultimo vede tra i protagonisti il rapper siciliano Toni Zeno nel concept album dedicato al regista Luchino Visconti.

Un immaginario tutto italiano

Da amante dell’hip hop ma anche della cultura popolare italiana, sentir nominare la crisi di Sigonella sopra i suoni classici Griselda è stato amore a primo ascolto. Il richiamo esplicito all’etichetta di Westside Gunn non è mai stato un segreto, ma piuttosto un valore aggiunto, perché il collettivo ha saputo trasformare l’amore per il rap americano in uno stile tutto italiano.

Nonostante la provenienza dei vari componenti spazi su tutto il territorio, c’è un’omogeneità stilistica che ha contribuito a rafforzare l’immaginario MxRxGxA. A dirigere tutta la produzione e il sound c’è Gioielli, che ha deciso di perseguire una strada musicale ben precisa in ogni disco: la ricerca di sample e loop dalla tradizione musicale jazz, soul e funk, accompagnati da skit televisivi o radiofonici che sono veri e propri cimeli storici della cultura nostrana.

Man mano che il numero dei dischi aumentava, si è creata un’intesa totale tra tutti i membri nell’uso di un paio di flow monocorde che ignorano linee melodiche o ritornelli per concentrarsi solo sulla base e sul contenuto dei testi.
La scrittura è molto americana, sboccata, piena di citazioni cinematografiche e culturali ma anche attenta ad alcuni aspetti sociali e di critica, riuscendo a non scivolare in storytelling banali o pesanti.

I riferimenti costanti alla storia politica e nazional popolare degli ultimi 50 anni sia nella scrittura che nella grafica e nella costruzione della tracklist, accompagnati da basi che suonano old school e attuali allo stesso tempo, hanno dato avvio una nuova golden age del rap italiano.

Un underground di qualità

Un elemento di debolezza che qualcuno ha sollevato può risiedere nella ripetizione stilistica e sonora. È innegabile che una produttività così elevata dai suoni e flow simili può portare ad un calo degli ascolti, eppure ciò può essere visto come dare all’ascoltatore la possibilità di sfogliare un “catalogo” ampio e avvicinarsi al disco o al rapper che più gli ispira.

MxRxGxA cerca di svincolarsi sia dall’ambiente di nicchia del rap, sia da quello più mainstream. Più che attacco all’hip hop discografico è un attacco al settore underground, che con gli anni si è trasformato in uno spazio polveroso e monotono che non tiene cura di tutti gli elementi che accompagnano un disco, ovvero la release fisica e il merch.

Al contrario, ogni disco viene presentato con una tiratura limitata di cd e vinili curati nei minimi dettagli, talvolta seguiti da merch in edizione speciale. Pensiamo addirittura alla collezione di NFT dei membri e dei collaboratori dell’etichetta che era stata presentata un anno fa, acquistabile tramite la tecnologia innovativa della blockchain.

C’è la massima libertà e fedeltà stilistica all’hip hop delle origini, lontana dall’insistenza sonora delle classifiche, data a mio parere dalla mancata esigenza di inseguire il mercato discografico.
Coloro che trainano e dirigono le fila, soprattutto Gioielli, hanno altri lavori esterni alla musica, e permettono ai rapper emergenti con cui collaborano di fare la gavetta necessaria per lanciarsi poi in carriere soliste di spessore.

Insomma, c’è la cura di un progetto pensato che segue una direzione precisa senza la pesantezza del rap di plastica costruito ad hoc per entrare nella prossima playlist Spotify.

Anche se per ora i live targati MxRxGxA sono stati pochissimi, non vediamo l’ora di poter vedere alcuni dei dischi e degli artisti del progetto portati dal vivo. Nel mentre aspettiamo il 2 dicembre Armani Doc e RollzRois al Freakout a Bologna.