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Keed Talk to ‘Em 2 è il modo perfetto per chiudere la carriera di Lil Keed

In occasione del 25esimo compleanno di Lil Keed è uscito Keed Talk To ‘Em, il suo disco postumo. Si tratta di un progetto solido e pieno di spunti interessanti: un ottimo modo per onorare la sua scomparsa senza non snaturare la sua anima da hitmaker e dispensatore di good vibes.

Il 17 marzo, esattamente il giorno dopo quello che sarebbe stato il suo 25esimo compleanno, è uscito il disco postumo di Lil Keed, nonché secondo capitolo di Keed Talk to ‘Em, concepito da lui stesso come una compilation di hit, come ogni suo progetto. A curare il mixtape, i membri del suo entourage, in un dialogo costante con 300 Entertainment per mezzo di Young Thug (che appare in due canzoni) ed informati dalla madre del rapper del fatto che già esistesse la tracklist e la cover ufficiale, e che le canzoni erano state già tutte registrate e archiviate.

Nel progetto, come prevedibile, è presente la maggior parte dei membri YSL, ad eccezione di Gunna, il quale doveva figurare all’interno di Hottest ma è stato sostituito in ultima istanza da Big Sean. Il motivo, ovviamente, le sue recenti vicende di tribunale, e l’accusa di aver parlato che alcuni membri (su tutti Lil Gotit, fratello di Keed) muovono al rapper, nonostante in realtà si tratti di una questione più complessa. Lo stesso Gotit è presente in 2 tracce, tra cui una con Stickbaby, altro fratello biologico del rapper. Risaltano, tra gli artisti presenti in tracklist, anche i nomi di Offset, con una strofa in cui alla sofferenza per Keed si unisce anche il dolore per la più recente perdita di Takeoff, e Cordae, in veste di sorta di figliol prodigo che ritorna a collaborare con la sua precedente label e, per la prima volta, con Keed, a cui porge i suoi saluti. Anche NAV partecipa al cordoglio, bissando quanto già espresso nel suo ultimo album Demons protected by Angels. In Last of the Mohican, infatti, quest’ultimo, nell’esprimere preoccupazione sul fatto che il prossimo potrebbe essere lui, e certo del fatto che Keed ora si trovi in paradiso, chiede a Dio quale sia stato il motivo per il quale se lo sia preso con sé.

A chiudere il progetto, infine, Fridayy, il quale collabora anch’esso per la prima volta con il rapper in Thank You Lord. Si tratta di un vero e proprio grido di speranza che si mischia al rammarico per quanto è accaduto e alla gratitudine di Keed, nella prima strofa, per il suo successo e la sua maturazione, così come quella di Fridayy, che nell’augurarsi che non venga dimenticato ringrazia il rapper per averlo aiutato nel momento del bisogno.

A titolo unanime, la crew ha proclamato produttore esecutivo del progetto la figlia di Keed Naychuur, che a 4 anni lascia un padre dal talento enorme, estremamente versatile e capace di mettere all’interno di ogni traccia e featuring in cui è inserito energia, good vibes e sperimentazione, senza mai restare fossilizzato su un unico stile ma, anzi, rinnovandosi costantemente ad ogni traccia. Lo si può, di fatto, percepire nel disco, dove nessuna traccia è identica alla precedente e sono presenti anche elementi insoliti come Love me again, che svela un’anima romantica fino ad ora rimasta celata, o Go see, che incorpora nel beat il sample di I’m gonna make love this last time di The inclinations, traccia soul funk anni 70.

In sostanza, Keed Talk to ‘Em 2, seppur postumo, non snatura per nulla l’anima di Lil Keed, ma anzi è pure ricco di spunti che, a malincuore, avrebbero fatto del disco un progetto di tutto rispetto in circostanze non viziate dalla tragedia accadutagli. Dal 2018, anno che coincide con la sua esplosione dovuta a Nameless, contenuto nel primo capitolo di Keed Talk to ‘Em, per l’appunto, Keed ci regala solo good vibes, e da questo punto di vista non sbaglia mai. Non ha sbagliato neanche questa volta, e tutto questo, così come l’immenso rispetto che un rapper del suo calibro merita all’interno della scena, rendo questo album un must- listen sia per onorarne la dipartita sia per godersi, come è giusto che sia, l’atmosfera di presa bene che solo le sue tracce hanno saputo donarci.