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I Romanderground rinascono con il nuovo album: Palingenesi

I Romandeground sono un trio romano composto da due MCs e un Dj: Prisma, Mister T e Dj Snifta. Firmano il loro ritorno il 14 aprile 2023 con un nuovo album: Palingenesi al quale hanno lavorato anche Gabbo e Squarta, pubblicato da Music Against the Walls.

Palingenesi significa “rinascita, rigenerazione” nell’accezione catartica di questi due termini, ovvero una rinascita che parte dall’incontro-scontro con sé stessi e il mondo fuori. Il disco segue quest’onda attraverso 11 tracce dense di barre che spaziano molto anche grazie ai vari featuring: Danno, Hyst, Beatrice Gatto e William Pascal che ampliano vocalmente e liricamente le prospettive. Il disco ha una grande scelta stilistica anche per quanto riguarda le basi in cui lo scratch si unisce agli strumenti, al boom bap, a sonorità più rock e anche ad aperture melodiche. Immancabile da sempre per il trio romano la fotta dell’underground.

“Tu puoi essere più forte di quanto pensi,
Rinascere davvero in tutti i sensi” – Intropia

La prima traccia contiene già in sé parole che basterebbero a parlare dell’intero album.
Ognuno può rinascere partendo da sé stesso. C’è una capacità individuale di rinnovarsi per “esplodere di energia come le stelle”, che si nasconde nel profondo. Il “tu” generico ritorna spesso come destinatario dei testi di questo disco che a tutti gli effetti ha un intento motivazionale. La possibilità di agire parte dalle scelte, anche piccole, di ogni singola persona che cerca di affrontare il suo demone interiore, non per abbatterlo, ma per riuscire a vivere in pace con esso.
Nell’antica Grecia esisteva il concetto di Eudaimonia che significa “buona realizzazione del demone”. Questo demone è la spinta interiore che muove ogni essere umano nella sua ricerca della felicità attraverso la realizzazione di sé. La buona riuscita di questo processo conduce alla felicità secondo gli antichi greci.
Ascoltando “Palingesi”, la title track, ho ragionato su queste parole:

“Io che non ho niente per te
Dico non ho niente per te
Perché tutto parte da te
Proprio come tutto il veleno che è parte di te” – Palingenesi feat Hyst

Questo demone, che è più facile associare ai momenti di difficoltà, probabilmente è qualcosa di più: è la natura dell’individuo, l’inclinazione bruciante che ne muove le azioni. Opporsi ad esso è il modo migliore per iniettarsi il veleno in corpo, assecondarlo con coscienza è invece la realizzazione del rinnovamento, della palingenesi.
Il rap ha nella sua accezione più alta proprio questa declinazione cioè quella di evocare la noia, il risentimento, la rabbia facendole esplodere in parole, metriche e flow nel modo più semplice e spontaneo possibile. Per questo motivo e per l’autoreferenzialità connaturata al genere questo album parla anche molto di rap. Ogni rapper utilizza il rap per parlare del genere stesso, ma in questo caso il nesso è doppio poiché “Palingenesi” è un album rap in cui il rap stesso può essere la via della rinascita. 

“Sta roba è scienza, suona lirica magnificenza,
Io che non posso più farne senza ne ho fatto una guerra di indipendenza e partenza – Numeri Uno

Un altro grande aspetto di questo disco è quello della critica sociale, soprattutto nei confronti dell’omologazione che viene operata in ogni modo attraverso tutte le risorse cui quotidianamente possiamo accedere. “Arpanet”, seconda traccia del disco che vede la partecipazione di Beatrice Gatto, chiama in causa il primissimo antenato di internet: Arpanet infatti era una rete di computer creata dal dipartimento di difesa degli Stati Uniti nel 1969. Attraverso questo nome i RMDG aprono una polemica sulla falsità dei meccanismi relazionali di internet e sulle dinamiche richieste per farne parte.
Le strofe di questo brano fanno grande uso di termini del linguaggio informatico, dimostrando ancora una volta come il rap sia un mezzo di espressione versatile alla trattazione di tantissimi argomenti, anche attraverso linguaggi specifici. Il beat con suoni elettrici e distorti trascina l’ascoltatore dentro questa atmosfera cibernetica per poi cercare di tirarlo fuori.

“Tutti uguali, tutti bravi, tutti cloni,
Di diverso hanno i nomi, credono di avere opinioni
[…] Mega Tera Meta Byte” –  Arpanet feat Beatrice Gatto

La minima unità di misura di tutto è il byte. L’accumulo di byte costituisce non solo uno scambio positivo di informazioni e di conoscenze, ma diventa il veicolo di emozioni e relazioni virtuali. Internet fagocita le informazioni – e anche le vite – delle persone fino a quando tutto entra in suo possesso con la pretesa di creare una società virtuale che poi finisce per essere indistinguibile dalla realtà. L’omologazione diventa il tratto distintivo della creazione di identità virtuali, poiché l’immenso potere che internet finge di affidare alle mani delle persone è in realtà fatto di linee guida, di schemi precostituiti, di logiche commerciali e contrattuali. Il patto è: l’opportunità di accedere ad un universo parallelo in cambio della perdita di controllo inconscia di sé stessi.
Perciò la convivenza e l’affrancamento da tutti i meccanismi che tentano di etichettare le persone sotto un’unica voce è parte fondamentale della Palingenesi.

“Fratelli diversi nelle esperienze, ma stessa pelle,
Anime gemelle perse con gli occhi grandi come perle per guardarci dentro
Ma sta scadendo il tempo, quindi dacci dentro” –  La Cosa Più Bella Del Mondo

Questo percorso di rinascita passa tra ostacoli, ma anche tra attimi e persone che possono invece dare la giusta spinta durante il percorso. Il sentiero è fatto di passi falsi che fanno arretrare e anche di gesti semplici che ci legano agli altri in modo indissolubile perché “siamo gocce di vita in un mare di infinita eternità” (La Cosa Più Bella Del Mondo). Non si può prescindere dal contatto con gli altri e proprio per questo motivo è essenziale che questi rapporti siano veri e procedano all’unisono.
Questa canzone appena citata, è una delle tracce che, a mio parere, vibrano di più di quella spinta che trascende ogni spazio, confine e storia e che può davvero essere la scintilla della rinascita individuale e collettiva. Vivere insieme agli altri è parte essenziale del processo che ognuno affronta nella ricerca di sé. Allo stesso modo “Eterna Jam” con il featuring di William Pascal, membro del collettivo romano Do Your Thang, crea un al di là che risuona al ritmo di casse e rullanti in cui  ogni persona sarà MC in questa jam infinita.

Questo disco rappresenta la Palingenesi di un gruppo musicale che rinasce a livello di sound, di liriche, di temi. E’ un disco che si arrabbia, un disco che soffre, ma che si rialza e che non si scorda di quanto sia difficile ogni giorno essere artefici di sé stessi. Il nuovo disco dei RMDG è fuori, la Palingenesi è dentro di loro e dentro la loro musica.

“Ora è grazie a te che stai ascoltando se rimango: c’è il tempo per un ultimo viaggio” –  Grazie