Generazione Prodigio pt.2: Talenti Nascosti

Il talento da solo non basta a scalare le classifiche, per entrare nello “star system” ci vuole molto altro: un immagine forte, un buon marketing, gli agganci giusti e anche qualche colpo di fortuna.

La volta scorsa abbiamo conosciuto dei rapper che hanno ottenuto successo da giovanissimi con le loro skills, in questa seconda parte andremo a considerare degli artisti che, pur talentuosi e dotati, hanno raggiunto solo il pubblico più attento.

Alcuni di questi artisti sono circolati sul web per tempi più o meno lunghi, ottenendo un discreto successo che però non gli ha permesso di sfondare realmente. In generale gli artisti presi in considerazione in questo articolo si sono sempre rifiutati di proporsi in maniera commerciale, scegliendo piuttosto un’intransigente approccio old-school che ha stupito le teste hiphop ma gli ha impedito di raggiungere le stelle.

Prima di iniziare meglio impostare la colonna sonora:

Villain Park

illustrazioni di @kiarissimah

I Villain Park sono una giovanissima crew di Los Angeles che si è fatta notare per la prima volta nel 2015 con il singolo We out to get the money. Il fatto che questi quindicenni avessero un sound così puro e così anni ’90 correlato ad un livello tecnico nettamente sopra la media generazionale ha permesso al loro primo Ep Same ‘Ol Shit di ottenere la meritata visibilità.

Ad oggi questa crew è ancora molto di nicchia ma ha tutti i numeri e le capacità per far parlare di se, l’ultimo singolo We Out Here mantiene il livello e lo stile delle pubblicazioni precedenti e fa ben sperare per l’imminente nuovo progetto del gruppo.

Bishop Nehru


Bishop Nehru nasce nel ’96 a New York, a 13 anni inizia a dedicarsi alla produzione di beats ed al rap. Nel 2013, dopo aver partecipato a vari cypher e battle di freestyle, pubblica il suo primo mixtape Nehruvia seguito dall’album StictlyFLOWZ. Con questi due progetti Bishop rivela, oltre che un livello tecnico eccellente, un’attrazione verso tematiche filosofiche ed esoteriche.

Quello stesso anno il diciassettenne annuncia la collaborazione con il leggendario MF DOOM per il joint-album OM col nome di NehruvianDOOM ed apre il tour europeo per i 20anni del Wu Tang Clan.

Dal 2013 ad oggi Bishop è stato un po’ sottotono, ma mai fermo, pubblicando vari mixtape tra cui Magic 19 nel suo diciannovesimo compleanno. Ad aprile di quest’anno, cinque anni dopo il suo momento d’apice, il giovane Bishy ha pubblicato Elevators Act: I & II, un doppio album coprodotto dal mentore MF DOOM e dal ricercatissimo producer Kaytranada: un nuovo importante traguardo per una carriera che non sembra accennare a fermarsi.

Loaf Muzik

Kidaf, Shadow The Great, Shine Sinatra e Oso Dope sono i Loaf Muzik, un collettivo newyorkese che ha membri sparsi tra le zone di Queens, Brooklyn e dintorni. Il loro stile è composto da un approccio molto real, sonorità classiche ma attente alle nuove influenze e rap decisamente ben fatto.

Il primo progetto della crew Live From The Dungeon è un mixtape nutrito, con una scelta delle basi davvero varia e di altissima qualità.

Il loro nuovo progetto Knowledge Born è altrettanto corposo e curato, con ritmiche più al passo coi tempi ma sonorità ancora di ispirazione old-school.

Clear Soul Forces

Questa giovane crew di Detroit ha fatto parlare parecchio di se in passato, il loro video Get No Better li ha lanciati a bomba sulla scena hiphop nel lontano 2012: forse è stato il beat di KanKick, forse è stata l’attitudine conscious, forse sono state le tecniche elevatissime.

Oggi i ragazzi sono cresciutelli, con due progetti collettivi all’attivo e delle carriere soliste ben avviate (in particolare Noveliss, che ha già sfornato due dischi) rappresentano una realtà molto interessante; il loro primo mixtape Detroit Revolution(s) rimane però un piccolo gioiello nascosto dell’hiphop underground.

Elijah The Young Prophit

Forse è un po’ presto per definirlo un “prodigio”, in compenso Elijah “The Young Prophit” può dare del filo da torcere a metà della scena in quanto a tecniche ed ha solo 15 anni. Sebbene la sua carriera praticamente non sia nemmeno iniziata questo giovanissimo rapper newyorkese classe 2003 ha già iniziato a farsi notare nella scena pubblicando su YouTube dei suoi remake di brani classici come Nas Is Like o Ain’t No Thang degli EPMD, arrivando fino al noto programma radiofonico Shade45.

Con un solo singolo ufficiale (Letter 2 Trump) non possiamo dire se la ragione del suo successo sia solo questo revival anni ’90 o se abbiamo davanti la “next big thing” dell’hiphop, resta il fatto che in pochi a 15 anni tiravano già fuori strofe come queste.

Insomma, parliamo di ragazzi cresciuti a pane e rap sin da quando erano in culla, il livello che hanno impostato appena si sono messi in gioco non poteva certo essere scadente, ora non ci rimane che osservare la loro maturazione e vedere quanto in alto possono spostare l’asticella, fino a raggiungere i loro idoli o i loro competitors che già ce l’hanno fatta.