Generazione Prodigio pt.1: Teenage rappers

La storia dell’HipHop inizia quarant’anni fa, da allora si sono susseguite molte generazioni ed ognuna ha portato su un nuovo livello tecnico e stilistico la disciplina.
Pensiamo ai nati nei ’90, proprio durante la cosidetta golden age, cresciuti ascoltando gli album di Biggie dei loro padri nelle loro camerette a Brooklyn. Questi “90’s kids” si sono trovati di fronte ad un bivio: superare i loro maestri o allontanarsi dalla scuola classica.

Grazie ad internet ed ai social le nuove generazioni hanno avuto la possibilità di avere più influenze, di essere sempre aggiornati sulle novità, di poter trovare testi e beat in maniera immediata e soprattutto hanno potuto pubblicare gratuitamente i loro brani su piattaforme globali come YouTube e SoundCloud. Questo ha portato l’età media dei rapper ad abbassarsi e anche i giovanissimi hanno iniziato ad essere presi sul serio dalla scena.

Iniziamo questo approfondimento in tre parti con una serie di rapper veramente forti, veri e propri prodigi dal punto di vista tecnico, musicale ed artistico.

Joey Bada$$


Classe ’95, cresce a Brooklyn dove fonda il collettivo ProEra, attivo dal 2010.

Esordisce all’età di 17 anni con 1999 (2012) e Summer Knights (2013): due mixtape apprezzatissimi che portano il giovane Joey alle orecchie di diversi rapper e producer importanti. Così, prima del compimento dei 20 anni, il suo nome appare accanto a quello di Kendrick Lamar e Yelawolf nel brano 1Train di A$AP Rocky. A consacrare il suo talento sarà poi il singolo Unorthodox, grazie alla produzione ed all’appoggio di una delle massime autorità della scena: Dj Premier.

Joey è in assoluto il “giovane artista prodigio” più maturo e completo; ed è consapevole di esserlo:

“Credo che ogni nuova generazione abbia l’opportunità di brillare più della precedente. Perchè, vedi, loro hanno lasciato il meglio che potevano. Hanno impostato le barre. E adesso è come dire: -ok, questo è il massimo? Ora lascia fare a me.-
[…] Io so già di essere un rapper migliore di Tupac, tipo… in una battle lo distruggerei.”                                                   Joey Bada$$ – Genius Interview

 

Earl Sweatshirt


Nasce a Chicago nel ’94 ma matura la sua esperienza artistica a Los Angeles.

A 16 anni, con già due mixtape alle spalle, pubblica il suo progetto di debutto EARL in freedownload sul sito di Odd Future, la crew capitanata dall’eccentrico Tyler, The Creator.
Sua madre però, preoccupata per i suoi comportamenti e le sue frequentazioni, interrompe la sua carriera e lo spedisce in un riformatorio nella capitale della Samoa, dove passerà due anni. Nel frattempo però i tape circolano sul web e la complessità delle rime del giovanissimo Earl Sweatshirt suscita l’attenzione di tutta la scena.

Searching for a big brother, Tyler was that
Cercavo un fratello maggiore, Tyler era quello
And plus he liked how I rap, the blunted mice in the trap
In più gli piaceva come rappavo, il topo strafatto nella trappola
Too black for the white kids, and too white for the blacks
troppo nero per i bambini bianchi e troppo bianco per i neri
From honor roll to cracking locks up off them bicycle racks
dalle menzioni d’onore allo spezzare lucchetti delle loro biciclette
Earl Sweatshirt – Chum (traduzione)

Dopo l’attesissimo ritorno in america la svolta per lui arriva nel 2015 all’età di 21 anni con l’uscita di Doris, disco che contiene collaborazioni con il suo mentore Tyler, Vince Staples, Domo Genesis e produzioni di RZA, direttamente dal Wu-Tang Clan. Da quel momento in poi Earl Sweatshirt è diventato uno degli artisti più ricercati ed enigmatici della scena, ciò che lo ha reso unico è stata la sua impronta stilistica inedita e la sua personalità a metà tra depresso e cazzone.

A.F.R.O


Nasce e cresce ad L.A. nel ’97, dove conosce la passione per l’HipHop in giovanissima età.

Si dedica al rap da quando ha 11 anni e nel 2014 pubblica vari mixtape su basi di J Dilla ed MF DOOM. Nel 2015, dopo aver attirato l’attenzione della scena ed in particolare del rapper R.A. The Rugged Man, esce il suo primo EP: A-F-R-O POLO, interamente prodotto dallo storico beatmaker Marco Polo che contiene una collaborazione con Pharoe Monch.
La sigla A.F.R.O sta per All Flows Reach Out (tutti i flow raggiunti) ed effettivamente il ragazzo ne ha da vendere.

Token


Nato a Boston nel ’98, ha rappato per la prima volta in pubblico all’età di 13 anni.

“Il novo Eminem”, così è stato chiamato da molti il giovane rapper che prende il nome di Token.
Nei primi anni della sua carriera ha pubblicato assiduamente i suoi freestyle su youtube fino a che, a 17 anni, uno dei suoi video non è diventato virale; parliamo della sua partecipazione al contest No Sucka MC’s, che ha superato il milione di views in poche settimane.
Non è solo l’immagine di rapper bianco un po’ schizzato che lo riconduce ad Eminem: Token ha delle capacità tecniche veramente notevoli che si esprimono soprattuto nei suoi extrabeat rapidissimi.

Mac Miller


Classe ’92, Pittsburgh, firma il suo primo contratto con Rostrum Records nel 2010 quando è solo diciottenne.

A diciannove anni debutta col singolo Knock-Knock e totalizza oltre 7 Milioni di views su YouTube. Da allora la sua fama non fa altro che crescere e ad oggi, il venticinquenne Mac Miller può contare collaborazioni con Sean Price, Kendrick Lamar, Rick Ross ed i due giovani colleghi Earl Sweatshirt e Joey Badass, oltre che un ruolo in Scary Movie 5, un intero programma su MTV e la mano della cantante Ariana Grande.
Mac Miller è un artista che ha abbracciato diverse direzioni: ha ammiccato spesso al pop grazie alle sue doti canore, ha fatto pezzi quasi da punk-rock adolescenziale ma ha fatto anche pezzi hiphop ricercati e, comunque, non ha mai rinunciato alle barre.


illustrazione di @chiarissimah

Questi sono solo una minima parte di quei giovani rapper che si sono distinti per capacità ed originalità negli ultimi anni, ma la lista è ancora lunga. Generazione Prodigio prosegue nelle prossime settimane con artisti eccellenti ma meno conosciuti, altri meno tecnici ma capaci di grande innovazione, astri nascenti e meteore destinate a spegnersi prima di toccare il suolo.
Intanto ascoltatevi questa playlist che contiene tutti i brani più importanti nella maturazione artistica di questi gruppi

Playlist – Generazione Prodigio pt.1: Teenage Rappers