anti-icon-ghostemane

Anti-Icon di Ghostemane è un pozzo profondo di tristezza, depressione e malattie mentali

Dopo mesi e mesi di indiscrezioni, piccoli indizi e spoiler Ghostemane ha finalmente rilasciato il suo ottavo album di studio dal titolo Anti-Icon, ed è ancora peggio di N / O / I / S / E, ma ci piace così.

Anti-Icon è uno dei pochi album annunciati in questo strambo anno di Covid-19 che aspettavo con molta ansia, da un lato ero sicuro che un artista come Ghostemane avrebbe fatto bene, dall’altro dopo N / O / I / S / E il livello era talmente alto che il rischio di deludere era dietro l’angolo. Per fortuna non è andata così, anzi, forse ha fatto anche meglio.

Questo album si pone come degno seguito del precedente con una notevole evoluzione, a partire dalle musiche si sente una maggiore influenza degli strumenti, anche se sempre ibridati con una buona dose di elettronica, l’atmosfera rimane sempre quella che l’artista ci ha fatto conoscere negli anni: caotica, tetra, angosciante e qualsiasi aggettivo vi verrebbe in mente pensando a film splatter o gore come Cannibal Holocaust, Hostel, The Human Centipede e compagnia.

Le influenze sono tendenti all’infinito: in questo album forse la parte emo è ancora più presente, d’altronde i contatti con il defunto amico Lil Peep e la Gothboiclique sono ben documentati. Ghostemane va poi a pescare molto del sound post-punk degli anni 80, dai gruppi più famosi come i Joy Division a quelli più underground e sperimentali come Pere Ubu e UB40, non mancano poi le sonorità del suo passato: abbonda il black metal, il grindcore più estremo fino a toccare punte di noisecore e, ovviamente, la sua particolare declinazione di trap.

Come si può intuire dal titolo la parte forte dell’album sono ancora una volta i testi: questa volta si va a sviscerare il concetto di icona nel mondo moderno, termine spesso abusato anche grazie ai social; per Ghostemane ormai ogni persona anche senza talento diventa un esempio da seguire. La title track dell’album è stata chiamata ambiguamente A.I., che può stare sia per Anti-Icon sia per Artificial Intelligence (sigla molto attuale) andando a rappresentare tutti quelli che semplicemente copiano quello fatto da altri, come se fossero appunto delle macchine.

L’anti-iconicità di Ghostemane è espressa dallo stesso disco, un disco che non punta certo a scalare le classifiche: tutt’altro che easy-listening, non contiene nessun ospite, nessun grosso producer dietro alle basi e nessuna etichetta, per dimostrare che nessuno è al suo livello (come afferma in Sacrilege).
Anti-Icon è un disco fatto per i suoi fan, evolvendosi ma senza snaturarsi, fan ai quali Ghostemane è molto legato.

Only really give a damn ‘bout the kids
Live and die for the kids, live and die for the kids, ah

(Anti-Icon – A.I.)

Ma le liriche di Ghostemane non si fermano qui: all’interno si affronta il problema della dipendenza da droghe in Hydrocloride, l’abbandono del padre da piccolo e la conseguente solitudine che lo ha portato all’autolesionismo in Vagabond, ma in tutto il disco a fare da cornice a questo senso di inadeguatezza verso un mondo di apparenza e di picchi di popolarità effimeri c’è un universo di depressione e tristezza, di macabro e violento che ci porta ancora una volta a viaggiare tra i demoni che affollano la mente dell’artista.

A questo immaginario contribuiscono rumori inquietanti che sono sparsi in mezzo ai brani: vomito, ossa tranciate, acqua gocciolante ci portano in quello che potrebbe essere tranquillamente l’ambientazione di un romanzo o film horror.

Una menzione d’onore va fatta per l’ultimo brano del disco Falling Down, omaggio al defunto amico Lil Peep ma non solo, messa infatti a conclusione del progetto questa canzone come sonorità ricorda My Hearth Of Glass, canzone conclusiva di N / O / I / S / E, e molte barre della canzone fanno pensare che sia dedicata anche alla sua ex ragazza Jaki, diventando così una sorta di inno a tutte le persone che sono scomparse dalla sua vita.

Anti-Icon conferma il percorso di Ghostemane verso una sua identità musicale più raffinata dei primi lavori e ci auguriamo che lo possa aiutare anche a risolvere le sue criticità interiori, per quanto queste lo portino a sfornare progetti di ottima qualità.

🐞 Segui BUGzine su Facebook ed Instagram.