N / O / I / S / E di Ghostemane è malato ma va bene così – Recensione

Ghostemane non è facile da ascoltare e non è nemmeno così facile da scoprire, nonostante abbia una buona popolarità negli States. Pochi giorni fa ha rilasciato a sorpresa il suo nuovo album, una settimana prima della data prevista e senza nessuna label dietro, 100% indipendente.

Ho scoperto Ghostemane proprio in redazione grazie ad uno dei nostri primi focus sulle commistioni fra trap e metal e per uno come me che viene dal punk hardcore e da assaggi di metal è inutile dire che è stato amore a primo ascolto. Il rapper della Florida ha infatti iniziato la sua carriera di artista proprio negli ambienti della musica estrema e si è portato questo bagaglio di esperienze anche nella sua nuova avventura nella trap.

N / O / I / S / E è un viaggio nell’immaginario di Ghostemane, un viaggio malato musicalmente e oscuro per quanto riguarda i testi. Siamo davanti ad un disco impossibile da classificare: dentro c’è il punk hardcore, il metal, la trap, la drum n bass, il noisecore, influenze raggamuffin e probabilmente qualsiasi cosa vi venga in mente, d’altronde è un concept album e il titolo è già un chiaro indizio di cosa ci troverete dentro.

I testi sono uno schiaffo a tutti i detrattori della trap che affermano che non ci siano contenuti in questo genere: si parla di suicidio, di fragilità emotiva e di malattie mentali quali molte fobie sociali, è un viaggio introspettivo nella vita e nella mente di questo eclettico artista.
Testi e musiche sono strettamente legati: non si può immaginare le liriche di questo album senza queste produzioni e viceversa, entrambi danno il loro contributo a creare il clima perfetto che completa l’altra parte e ti porta dentro un mondo parallelo, poco colorato e per niente felice ma che è giusto che qualcuno tratti.

Ghostemane con questo lavoro ha raggiunto un nuovo gradino nella sua carriera artistica arrivando a un album decisamente più maturo e coerente rispetto al passato. Forse proprio per questa raggiunta maturità ha scelto di pubblicare tutto in maniera indipendente, self-made, senza le influenze di un’etichetta.

Un album che deve impressionare, che non ti indora la pillola, sbattendoti le malattie e le paranoie, lo schifo e il marciume dritto in faccia. Sono convinto che per questo a molti non piacerà e anzi verrà additato come un album di soli rumori e urli ma sono proprio questi che fanno capire a fondo il progetto e l’artista.

Non so se consigliarvelo come album, a me ha colpito molto, mi ha quasi destabilizzato per qualche giorno. Di sicuro è un lavoro di qualità ma è tutto fuorchè “easy listening”.

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