KursedKalla: da Bologna ad Atlantide – BUGtalks

KursedKalla, giovane artista bolognese classe 1999, sta crescendo singolo dopo singolo, progetto dopo progetto: Atlantide è il suo nuovo brano ed esprime il senso di libertà dopo l’oppressione. È un grido forte e deciso che scaccia via il caos che c’è fuori. 

Il tuo nuovo singolo, Atlantide, è un brano sofferto e denso di significato: da dove nasce e cosa vuol dire per te?
Scrivere musica per me è un processo liberatorio, è poter esprimere tutto ciò che mi viene piu difficile dire in altri contesti, e Atlantide non fa eccezione. Questo brano per me è un respiro profondo in mezzo alla confusione che c’è all’esterno.

A cosa è legato il senso di sopraffazione di cui parli nel brano? Pensi che ci si possano rivedere anche altre persone?
Riguarda tutto il caos che ci circonda, le aspettative e lo stress a cui veniamo sottoposti quotidianamente. Penso sia una sensazione che tutti abbiano provato in qualche momento.

Generalmente com’è il processo creativo di una tua canzone? È stato lo stesso anche per Atlantide?
Non è mai lo stesso per tutte, ognuna ha letteralmente vita propria, ma in linea di massima la musica è la prima cosa che nasce, e subito dopo le parole iniziano ad arrivare. Atlantide, in particolare, è nata da una sessione con un amico in studio e in secondo luogo lavorata insieme a Nicolò Scalabrin (produttore che ha lavorato anche per Sfera Ebbasta e Capo Plaza tra gli altri, ndr). 

Da dove prendi l’ispirazione per la tua musica?
Da tutto, sono una persona molto curiosa, faccio tante domande, mi affascinano moltissime cose. Ma forse la primissima fonte di ispirazione è l’amore…vero motore dell’animo umano.

Quali sono i tuoi maggiori riferimenti artistici e musicali?
Gruppi come The Cure, Red Hot Chili Peppers ma anche artisti più giovani come Young Thug e Kanye West per citarne un paio. In Italia anche ci sono artisti come Mina o Lucio Dalla che mi hanno davvero scosso l’anima.

Quando e come è nata la tua passione e il tuo interesse per la musica?
Quando mio zio, che suonava la chitarra, me ne regalo una per natale, a 9 anni. Quella fu la prima vera scintilla e da quel momento non ho più smesso di fare musica.

Il fatto che la tua musica sia molto varia (spazia dal genere rap al rock toccando anche pop “puro”) è una scelta ben precisa o è una conseguenza naturale?
È principalmente una conseguenza naturale del mio approccio alla musica , quello che mi piace mi influenza inevitabilmente, e finisce per contaminare quello che faccio. A volte sperimentare in varie direzioni è una scelta consapevole, ma è sempre l’ispirazione del momento a trascinare la sessione.

Sei legato alla tua città e alla realtà locale di Bologna? Senti di appartenere ad una scena?
Bologna ha un carattere forte, ha influenzato tantissimo la mia musica: è romantica e passionale, testarda e irriducibile. Nonostante venga fuori un sacco di musica da qui, c’è questa vena romantica che accomuna un sacco di artisti bolognesi, che credo sia unica nel suo genere, e che sta contribuendo a creare una scena viva e pulsante. Sono molto legato alla mia città e agli artisti di qui.

C’è un messaggio o un concetto in particolare che vuoi veicolare con le tue canzoni?
Voglio solo potermi esprimere in questo momento, non c’è un messaggio preciso premeditato, ogni canzone parla per se.

Qual è il tuo più grande obiettivo che vuoi raggiungere con la musica?
Poter vivere di questo, sicuramente. Ma la cosa più bella sarebbe riuscire ad aiutare altri a stare meglio con la mia musica, così come la musica di altri ha aiutato me nella mia vita.

Come ti vedi da qui a 10 anni?
Impossibile dirlo, spero in qualche bel posto a fare della bella musica senza dover pensare al prossimo stipendio.

Qualche anticipazione sui progetti futuri?
Posso solo dire che il 2022 si chiuderà in bellezza…

Per concludere, descrivici con tre parole “Atlantide”.
Libera, sporca e bagnata.