conway the machine god don't make mistakes recensione review

Conway The Machine: Grimiest Of All Time

Dietro il ritorno del “Grimiest of all time” c’era una notevole attesa, soprattutto dopo la notizia che il disco in questione sarebbe stato supportato dalla firma con Shady Records.

Torna sul ring Conway The Machine in grande forma, scalfito dalle sfighe degli ultimi anni ma con una potenza di delivery ancora micidiale. Nell’angolo con lui troviamo coach Daringer ai beat, affiancato dal leggendario The Alchemist in un paio di riprese (Piano Love inconfondibile) e tutta la banda Griselda a sostenere il campione di Buffalo. I territori sonori battuti sono i soliti noti, nessuna sperimentazione che potrebbe far storcere il naso, ma in questo caso notiamo un’evoluzione lirica naturale ed importante.

L’attitudine stradaiola iperviolenta e il rapporto con la morte, alimentato dall’episodio del 2012 in cui è stato raggiunto da un proiettile al volto con conseguente paralisi del lato destro, si affiancano alla doppia perdita familiare del 2019 (figlio e cugino).  “Stressed” è la regina del noire in questione, in cui troviamo il Conway più riflessivo di sempre, dove sviscera l’incubo del dover scendere a patti con il suicidio del cugino mentre la passione diventa magicamente business. Lo speech finale di Wallo267 chiude un capitolo molto emozionante e sentito di questo album.

“John Woo Flick” striscia dalla viscere di WWCD, che ci fa sognare un altro disco intero con Westside Gun e Benny The Butcher. “Lock Load” con Benny Sigel, ruvidissima apertura e beat ipnotico tagliato da Beat Butcha.  Sul pianoforte di “Tear Gas” ricorda chi non era al suo fianco durante la sparatoria del 2012, qui affiancato da Rick Ross e Lil Wayne; mentre sulla cupa “Wild Chapters”, prodotta da Hit-Boy, viene a patti con la prematura scomparsa del figlio duettando prima con T.I. quindi Novel.

Questo album consolida quanto fatto in passato nell’universo Griselda spostando l’obbiettivo sul lato più personale e profondo di Conway; troverete la solita quantità apocalittica di barre hardcore, classiche doppie del GrimiestOAT (Brrrrr, Tu tu tu), featuring di altissimo livello ma anche un’interpretazione più calma, sofferta e matura nei momenti più introspettivi. Se poteva stupirci scavando ancora più a fondo nell’abisso per uscirne evoluto, l’ha fatto.

BIG UP Conway!