Bull Brigade: ci prepariamo al grande ritorno? – Intervista

Avevamo intervistato i Bull Brigade per la prima volta ben due anni fa dentro XM24 per farci raccontare il loro EP in collaborazione con i Non Servium, poi era arrivata la notizia della pausa dai palchi a inizio 2019, poi un 7″ con la versione inglese di A Way Of Life e infine dopo pochi mesi la grande sorpresa: un EP totalmente in inglese. Che stiano per tornare con un disco di inediti? Nuovi concerti a fine pandemia? Lo abbiamo chiesto direttamente a loro.

  1. Ci siamo salutati solo qualche mese fa con una vostra pausa, cosa vi ha spinto a tornare?

In realtà i Bull Brigade non hanno ancora deciso di ritornare sul palco. Avevamo questa data programmata da tempo ma la pandemia che sta colpendo il pianeta ha cambiato i nostri piani. Sfruttiamo questi mesi per riflettere a ragionare sul nostro futuro. Abbiamo riaperto qualche vecchio progetto e siamo entrati in studio partorendo questi due 7 pollici dei quali siamo molto orgogliosi. Con “Stronger Than Time” abbiamo iniziato a collaborare con un etichetta nuova, molto ambiziosa, che vorrebbe scommettere sulla musica cantata in madrelingua.

  1. Com’è nata la collaborazione con Demons Run Amok Entertainment?

Cercavamo una nuova label per allargare i nostri orizzonti ed uscire un po’ dai soliti canali ai quali eravamo abituati. L’idea è venuta a Marc della MAD, mentre discutevamo i dettagli della nostra partecipazione al Punk & Disorderly.
La Demons si è mostrata subito entusiasta della possibile collaborazione trasmettendoci quella fiducia e quell’entusiasmo di cui avevamo bisogno.

  1. Cosa vi ha spinto a fare un EP cantato in inglese visto che tutta la vostra discografia fin ora era in italiano?

Avevamo queste 2 canzoni e volevamo provare a buttare fuori qualcosa di diverso, un po’ per scherzo ed un po’ per vedere cosa ne venisse fuori. Alla fine la cosa ci è piaciuta talmente tanto che ci abbiamo fatto anche un video.

  1. Come vi state gestendo questo periodo di quarantena?

La quarantena è arrivata in un periodo molto positivo per la band, stavamo scrivendo nuove canzoni (in italiano ovviamente) e ritrovando la voglia di abbracciare progetti a lungo termine. Speriamo bene per il futuro.

  1. Sempre riguardo all’emergenza Covid-19 e immaginando la vostra voglia di tornare sui palchi, che pensiero avete sul futuro dei lavoratori del mondo dello spettacolo?

La questione è molto seria e complessa anche perchè qui in Italia abbiamo una cultura veramente imbarazzante sulla questione. La gente non riesce a digerire che un piccolo artista debba essere pagato per quello che fa, figuriamoci per tutte quelle figure che ruotano e lavorano dietro ed attorno al mondo dello spettacolo. Questo approccio culturale sbagliato, ovviamente, ha delle ricadute anche dal punto di vista delle politiche che il governo sta mettendo in pratica nell’ambito del supporto ai lavoratori che non possono lavorare a causa dell’emergenza sanitaria. Abbiamo recentemente preso parte ad una campagna per chiedere che tutte queste individualità non finiscano nel dimenticatoio.

  1. Che programmi avete per il futuro? Avete già in cantiere un nuovo disco?

E’ ancora presto per dirlo o per fare degli annunci, sicuramente stiamo lavorando molto e lo stiamo facendo nell’ottica di ritornare presto.