Anatomia di “Persona”: analisi dei testi di Marracash

Nel momento in cui scrivo sono già passate tre settimane dall’uscita di Persona, un sacco di tempo se consideriamo il ritmo del consumo culturale oggi, eppure non mi sento affatto in ritardo perchè questo non è uno dei dischi “fast-food” a cui ormai siamo abituati.

Ci sarebbero un sacco di cose da dire sul ruolo di Marra nella scena oggi, sulla genesi sofferta di questo progetto e non solo, fortunatamente ne hanno già parlato in tanti (lui compreso) e noi possiamo dedicarci subito alla nostra seduta anatomica: abbiamo un “corpus” notevole da sezionare.

Perdona il mio ego al top di Spotify
Vuoi mangiarmi il fegato, ma non lo fai
Stringo sempre i denti, ma non metto il bite
Muscoli di ferro, scemo, Iron Mike
(BODY PARTS – I denti)

Il progetto parte dai denti, un brano “mordente” che afferra subito l’attenzione. Base potente e rime serrate senza ritornello. Nel brano vengono riprese le varie parti del corpo che compongono il concept del disco e questo lo rende una intro perfetta. (P.S. il suo ego è al top delle classifiche da un po’, mica scherzava.)

Nah, restano nervi tesi e fegato
La fede che mi tiene ancora in piedi è lo scheletro
Musica, tu allevii e mantieni l’anima intatta
Di’ la parola che sveglia il golem, dai un cuore all’uomo di latta
(QUALCOSA IN CUI CREDERE – Lo scheletro)

La seconda traccia è lo scheletro, la struttura. Lo scheletro è ciò che tiene in piedi tutto ma da solo non basta, senza “qualcosa in cui credere” non siamo che degli androidi inanimati. La parola che sveglia il Golem secondo il mito ebraico è “verità”, un senso profondo che Marra ha ritrovato nella musica.

L’era della musica sempre innocua e serena
La cazzo di gara infinita a chi se la mena
L’ignoranza sventolata come bandiera
Il sonno della ragione vota Lega
(QUELLI CHE NON PENSANO – Il cervello)

Sebbene tutto il disco sia costellato di critica sociale il cervello è sicuramente il momento più “impegnato”, abbiamo già parlato del campionamento e della citazione a Goya su instagram.

Io scapperei da qua, ma passerei dal bar
A salutare, quella nostalgia mi tratterrà
Io lascio libere le vipere di sibilare
Io sono libero di vivere come mi pare
(Massimo Pericolo in APPARTENGO – Il sangue)

Massimo Pericolo riesce sempre a dare un’immagine d’impatto della vita in provincia.
Il sangue
del disco è dedicato alla strada e ai suoi figli, lui e Marracash vengono da due generazioni diverse ma l’appartenenza “è nei globuli, è nelle piastrine”.

Se invertissimo un po’ i ruoli,
Tra gli schiavi ed i padroni
Tra scienziati e religiosi
Tra mandanti e esecutori,
Tra spavaldi e timorosi
(POCO DI BUONO – Il fegato)

Ci vuole fegato per dire le cose come stanno. Marracash fa “il gioco dei se” in questo pezzo che campiona Ragazzo di Strada dei Corvi. Ipotizzando una serie di situazioni paradossali riesce a mettere in evidenza tantissime contraddizioni.

Corro sulle funi e salto sopra i tetti
Sotto cieli scuri e stelle indifferenti
Tutto sotto controllo tranne i sentimenti
Pure mentre dormo io digrigno i denti
(BRAVI A CADERE – I polmoni)

Fabio cerca un po’ di aria per i suoi polmoni, parla apertamente dello stato d’ansia che lo porta a controllare tutto, fallendo però nel gestire istinti e sentimenti. Torna il bruxismo, un sintomo che può essere di natura psicosomatica e porta a digrignare i denti.

Chiuso in casa finché non ci muori, tipo Hikikomori
Cambia spacciatore, le pastiglie ai i freni inibitori
Sai, la gente ricca è noiosa perché è annoiata
La modella posa l’ascella non depilata
(NON SONO MARRA – La pelle)

La pelle è la parte più esteriore e in questo pezzo Marra vuole proprio sottolineare la superficialità della cultura pop e della società in generale. Usa in maniera furba il pretesto ironico della somiglianza con Mahmood per parlare di argomenti importanti come isolamento (Hikikomori), droga, psicofarmaci e body-shaming.

A scuola avevo la lean nel backpack, clean
Curavo l’incertezza e l’imbarazzo
Io m’imbarazzo
Se ripenso che
(Tha Supreme in SUPREME – L’ego)

Tha Supreme è un nuovo grande talento e in questa traccia ha creato un ritornello davvero intelligente oltre che efficace: la “codeina nello zaino” (parafrasando) ha rappresentato per lui un modo di darsi un tono tra i suoi coetanei e vincere le ansie sociali, oggi il suo ego ha altro di cui nutrirsi e può riguardare al se stesso di quel tempo con più consapevolezza e un velo di imbarazzo.

Seguono i muscoli, un banger con Luchè e poi il ca**o, un pezzo “cazzone” per forza di cose.

Non so se è amore o manipolazione, desiderio od ossessione
Se pigrizia o depressione, che finisca, per favore
Prima che esaurisca la ragione
(CRUDELIA – I nervi)

Qui iniziamo ad addentrarci un po’ di più nelle vicende amorose che, insieme alla depressione, hanno fatto da anticamera alla creazione di questo disco. “Crudelia” è una donna che ha messo duramente alla prova i nervi di Fabio e in questo brano vengono raccontate tutte le insidie di un rapporto tossico.

La traccia successiva, dedicata al cuore, parla di amare se stessi e sembra contrapporsi a questa.

Che sei l’anima, sei la mia metà
Come sei fatta nessuno lo sa
Cerca dentro te e saprai, mi hai ferita
Guarda dentro me, non vedrai una nemica
Dimmi che sei ancora qua
(Madame in MADAME – L’anima)

Come ha spiegato Marracash stesso l’anima e l’ego, uniche parti non fisiche della “persona”, rappresentano un suo doppio femminile e maschile. Qui è la giovane Madame a interpretare la sua sensibilità in un dialogo in cui Marra confessa di nasconderla all’esterno per non rivelarsi fragile.

Desideriamo quello che vediamo
E a volte desideriamo solo di essere visti
Pensiamo che quello che ci serva sia fuori da noi
Mentre quello di cui abbiamo davvero bisogno è invisibile
Butta fuori i tuoi pensieri o finiranno per ucciderti
(TUTTO QUESTO NIENTE – Gli occhi)

Una delle tracce più belle del disco è quella dedicata agli occhi, qui Marra parla del desiderio e dell’apparenza oltre che della vacuità del successo, un tema già caro a Mac Miller, Kanye West e Kid Cudi.

Do l’ultima festa in un bunker
Chiamo tutti, pure Greta Thunberg (right now)
Dal tramonto di questo sistema
Fino all’alba di una nuova era
(GRETA THUNBERG – Lo stomaco)

Marra tratta il tema più preoccupante per ultimo e lo butta in caciara e cassa dritta. Accostare l’apocalisse a una grande festa è il miglior regalo che potesse farci ma anche la più grande presa per il culo. Del resto voi non vorreste divertirvi l’ultimo giorno della vostra vita?

La vivisezione a cui si è sottoposto Marra è servita a tutti noi per conoscerci meglio dentro, è uno dei gesti più nobili che un artista possa fare.

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