Trent’anni fa usciva “Stop Al Panico”, il racconto del writer Vandalo

Un paio di giorni fa è stato il trentennale dello storico LP Stop Al Panico (1991) della Isola Posse All Stars crew rap costituita da: Speaker DeeMo, Deda, Gopher D, Treble e Papa Ricky. Successivamente nei live e nel secondo nonché ultimo singolo Passaparola (1992) uscito per Century Vox presero parte anche Neffa e Dj Gruff. La Isola Posse nacque verso la fine degli anni ’80 nel centro sociale Isola nel Kantiere, considerato il più avanzato laboratorio di sperimentazione dell’hip hop italiano, di Bologna. Il loro singolo Stop Al Panico uscì durante il clima di tensione instauratosi a seguito di quella che viene ricordata come la “Strage del Pilastro” a opera della Banda della Uno Bianca. In quel periodo molti centri sociali vennero sgomberati alimentando divisioni e fomentando paure, da qui il bisogno di una risposta decisa: Stop Al Panico. 

Nel trentennale del singolo il writer Vandalo ha condiviso un ricordo circa la storia del disegno realizzato per quando l’Isola Posse suonò a Milano nel gennaio del ’92.

Ieri era il trentennale dall’uscita di Stop Al Panico (in realtà fu presentato il 15 marzo all’INK3D), primo vinilozzo della posse che faceva riferimento all’Isola Nel Kantiere, squat bolognese tra i più attivi nel sostenere la doppia H italiana.
Questo era il disegno che feci io quasi un anno dopo, quando l’Isola Posse venne a suonare a Milano, il 18 gennaio 1992.
Suonarono loro, ma era anche la presentazione di Sfida il Buio, primo vinilozzo di DeeMo.
Il tutto doveva essere nell’angusta e umida cantina della casa occupata di Via Gorizia, all’epoca chiamata Adrenaline, ma se non ricordo male li facemmo suonare occupando la strada.
Il pomeriggio c’era stata una delle due giornate della Festa dei Navigli e, noi S13, avevamo pezzato il lato della casa che dava su Via Vigevano con un po’ di mostroni e qualche lettera storta, mentre i bancarellari ci maledicevano per le nuvole di vernice che si depositavano ovunque.
Doveva arrivare anche Atomo. Aveva assicurato che sarebbe stato lì alle 2 di pomeriggio.
Arrivò ovviamente verso le 7, come ci aspettavamo. I kidz dell’Isola erano arrivati daa mò e, probabilmente, avevano già fatto il soundcheck.
Avevamo qualche 10 minuti da spendere, per cui Atomo costrinse me, il Dee e Xwarz a scendere in Darsena per fare un murello a bordo acqua.
Il disegno del manifesto, invece, lo feci con una trattopen nera qualche giorno prima, per poi consegnarlo ai ragazzi della casa che impaginarono (male!) il poster.
Il puppet era ispirato a quelli che vedevo in giro all’epoca, quelli di Kaos, Rendo, DeeMo e ZeroT.
Certo, loro li facevano bene, però.
Il mio, comunque, era educatissimo come una lady dell’alta società, con quei mignolini alzati a screcciare i vinili.
La consolle era un omaggio ai robottoni giapponesi, ispirata al “petto” di Gundam.
I cavi che collegano giradischi mixer e consolle sono assolutamente privi di significato, se non scenografico.
All’epoca mi piaceva fare le ombre con le righette.
Vabbé, il poster l’avevo già postato, ma il disegnino da solo no, solo nel commento, per cui approfitto della situa, eppi birday Stooop al panicopanico!

A conclusione la Isola Posse Stars, seppur di breve durata, rappresentò una chiave di volta nella storia dell’hip hop italiano non soltanto per il suo operato, ma perché grazie a questa esperienza si creò il terreno che diede vita ai Sangue Misto. Nome per altro suggerito da DeeMo ed utilizzato già durante gli ultimi live della Isola Posse.