Nel novembre 2020 la sindaca di Roma Virginia Raggi aveva annunciato l’arresto del writer Geco — arresto peraltro avvenuto un mese prima del suddetto annuncio — come se si trattasse di un evento glorioso per la città. Sfortunatamente per lei il disaccordo per questa azione non è tardato ad arrivare.
Il 20 dicembre a Tor Bella Monaca si è svolta liberamente una jam dedicata all’artista: la #FREEGECOJAM che ha visto tutti i writers uniti in sostegno di Geco e di ciò che la sua vicenda al momento rappresenta. La soppressione della libertà di espressione artistica.
A questo proposito il collettivo Wiola Viola ha lanciato una petizione per chiedere la modifica dell’articolo 639 del Codice Penale che sancisce il reato di imbrattamento.
Sostieni la Petizione #FreeGeco #Change639
La richiesta dei writers non è una legalizzazione dell’arte urbana, ma una pena commisurata al reato. Negli anni l’articolo 639 si è inasprito sempre di più e i media italiani hanno contribuito a demonizzare l’arte di strada rendendola responsabile della mancanza di sicurezza e di “decoro”. Come si legge chiaramente nella petizione: “una costruzione del nemico, che parte da dissidi estetici, e che viene utilizzata dalla politica per due motivi: da una parte per raccontarsi attiva nella cura dei bisogni dei cittadini [..] dall’altra c’è la volontà di costruire una città muta, dove l’impronta umana sia ridotta al minimo, se non per interventi concordati utili a far diventare quartieri e aree urbane attrattive per turisti ed investitori.”
Di seguito il video reportage uscito da poco della #FREEGECOJAM.
Prodotto da Graffiti Zero con musiche composte e mixate da Ice One