Skinty Fia: La nuova conferma dei Fontaines D.C.

Il terzo album Dei Fontaine D.C. si presenta come la maturità del gruppo e il loro coronamento stilistico.

Cosa succede quando sei un irlandese che vive a Londra? Cosa succede più in generale se sei un outsider in un ambiente che ti respinge? Cosa succede quando provieni da un paese che ha alle spalle una turbolenta vita politica? Succede che un gruppo di cinque ragazzi scrive un album come Skinty Fia.

Questo album è il punto di vista di cinque irlandesi che vivono a Londra, che ogni giorno vivono ciò che vuol dire sentirsi outsiders e che da ciò traggono le basi per creare una nuova cultura irlandese.  L’album della ormai celebre band di Dublino parla di Londra, di Inghilterra e della sua quotidianità dal punto di vista soggettivo e diverso da chi è passato da essere regretto ad unirsi e per vivere un luogo lontano dalla propria patria.

Skinty Fia, letteralmente “Dannazione del cervo”, è una esclamazione irlandese che si trasfigura sulla copertina dell’album: un cervo situato fuori contesto in un ambiente interno, illuminato di rosso. Questi sono infatti i Fontaines D.C., che con il loro terzo lavoro raggiugono una maturità dal punto di vista poetico e musicale che li rende ormai riconoscibili ed unici, consolidandoli nel panorama britannico a fianco di nomi come Shame ed Idles.

La terza uscita segue l’acclamato A Hero’s Death del 2020. Si discosta da esso per la concezione di scrittura. Quest’ultimo fu infatti scritto durante un lungo tour mentre Skinty Fia nasce da un periodo segnato dalla pandemia, scritto e ragionato con il tempo, dosato e sentito. Il risultato è un album massiccio e denso, condensato in 10 tracce che presentano tutta la ricerca del gruppo e la particolare scrittura di Grian Chatten.

L’album si apre con un In àr gCroìthe go deo, brano che parla di irlandesità e la sua associazione ancora legata all’IRA ed al terrorismo. I cori e una base musicale studiata su più livelli rendono il brano evocativo e perfettamente incisivo, annunciando i temi che hanno gettato le basi al lavoro. Segue un gran bel riff dagli ampi respiri in Big Shot, dove la ricerca musicale del gruppo trova una loro dimensione unica che segue in How Could Love Is.

Spiccano Jackie Down the Line e Roman Holiday, rispettivamente il primo singolo estratto e una canzone sul fare parte di un gruppo di persone outsider e bullizzate la seconda. È proprio il tema di Roman Holiday a dare spazio ad una nuova irlandesità che prende posto nel momento in cui persone ritenute fuori contesto creano gruppo e questa etichetta diventa così una medaglia, una autocelebrazione.

Skinty Fia è il brano da cui prende il nome l’album, ne è il manifesto sonoro e identificativo. La parte vocale mette in luce il tipico stile di Chatten, perlopiù parlato con un tono profondo e melanconico, mai urlato ma dosato. Segue la più dolce e pacata I Love You, mentre chiude l’album la più disperata Nabokov.

La parte musicale non sbaglia un colpo, muovendosi in un panorama perfettamente post punk. I riferimenti musicali si sentono ma sarebbe inutili affiancare ai Fontaines nomi di altre band, perché con questo album hanno dimostrato di essere diventati una realtà unica. Skinty Fia passa al vaglio del terzo album: la loro formula funziona, appare autentica e incisiva.

Non ci rimane che ascoltare dal vivo questo album: I Fontaines saranno infatti in Italia a:

    • Bologna, 7 giugno a all’arena Puccini
    • Milano, 8 giugno a Unaltrofestival al Circolo Magnolia
    • Padova, 16 agosto al Parco della Musica