salmo unplugged viola

Salmo non ha più niente da dare al rap italiano

Salmo è fresco dell’uscita del suo Unplugged per Amazon Music e del singolo Viola con Fedez ma, se da un lato, la carriera del rapper negli ultimi anni ha avuto un’impennata indiscutibile e sicuramente è stata coronata da decine e decine di certificazioni, siamo sicuri che tutto questo sia corrisposto a una uguale impennata di qualità della sua musica? Secondo noi no, anzi tutto il contrario. 

Sono stato uno dei fan di Salmo fin dai tempi di The Island Chainsaw Massacre, ancora ricordo la potenza del suo primo live che ho visto in occasione del Machete Mixtape vol. 1, e l’ho seguito assiduamente per tutta la sua carriera quindi ho ben presente la sua evoluzione. Se fino a Hellvisback, gli si può dire ben poco sulla ricerca artistica e sulla qualità della sua penna, con Playlist è iniziato il tracollo.

Anche se sono fra quelli che elogiarono il disco del rapper sardo quando era uscito, devo fare un mea culpa perché, nel giro di poche settimane, di quel disco non mi è rimasto nulla, un prodotto di plastica senza un capo e una coda, e, se nella recensione avevo visto questo come un punto di forza, dopo poco è stato uno dei punti negativi dell’album.

Per non parlare di Flop, altro prodotto vuoto rialzato solo da alcuni featuring di mostri sacri della scena.
Ma senza perdersi in una banale analisi di ogni brano pubblicato da Salmo, il vero problema della sua musica attuale è il completo abbandono della ricerca e della sperimentazione, in TICM si sentivano ancora ben presenti le influenze delle passate esperienze musicali del rapper come quella hardcore punk con i To Ed Gein o quella stoner con gli Skasico, la ricerca dei flow era molto più articolata, e le liriche molto più selezionate.

Salmo ha, inoltre, completamente abbandonato il concetto di concept di un album, gli ultimi lavori sono al limite della compilation, con una scelta di concept debole e che sa di arrampicata sugli specchi per giustificare un lavoro approssimativo e quasi svogliato.

Con il tempo è venuta a mancare anche la componente del collettivo Machete e di conseguenza i loro mixtape, se si è passati da un volume 3 cupo, hardcore e con una fine selezione dei componenti da inserire il volume 4 è stato l’ennesimo prodotto riempito a forza con tutto quello che può piacere a quante più persone possibili.

Un minimo di speranza mi era tornata vedendo la performance Unplugged che Salmo ha realizzato in collaborazione con Amazon Music, dove ho visto il rapper tornare a sperimentare, a reinventare suoi arrangiamenti, con l’utilizzo di strumenti che, nell’immaginario comune, sono lontani dalla cultura hip hop. Tutto è poi svanito con l’uscita del brano Viola in featuring con Fedez, lanciato con una campagna pubblicitaria che tendeva tutto verso il punk e uscito come un brano ripescato dagli archivi dei Sonohra, altra occasione sprecata da un artista con una cultura su questo genere che si spinge ben oltre il punk commerciale italiano.

Non voglio fare una critica della serie “ti sei venduto/non sei più quello di una volta” ma piuttosto “non hai più lo spirito di una volta”, visto che un progetto come Hellvisback era decisamente curato e coeso ed era riuscito anche ad avere più che discreti volumi di vendita, forse la strada da percorrere era quella e non lo snaturarsi completamente.
Salmo poteva portare in Italia, con consapevolezza, le esperienze fatte da gente come Ghostemane e gli Ho99o9, oppure i $uicideboy$, i Flatbush Zombie e i Jpegmafia, ha invece deciso di seguire la strada di Machine Gun Kelly.