Nino Nino – BOLO Insider

Gli artisti raccontano le città e le città raccontano gli artisti.
City Insider è la rubrica in cui chiederemo ai protagonisti delle scene locali di raccontarsi attraverso tre luoghi che sono (o sono stati) punti di riferimento per il loro percorso artistico e personale.

Episodio 9 – Nino Nino

Antonio Sabbatelli, in arte Nino_nino, classe ‘99 di Bologna muove i suoi primi passi nella musica già da piccolo come chitarrista, militando in diversi gruppi dal brit/pop al metal. Verso i 16 anni nascono i suoi primi testi e comincia a frequentare il mondo dell’hip hop underground, che sarà la sua palestra per fare il rap. Dopo una pausa dalla sua produzione artistica, per alcuni drammi personali, nel 2020 decide di pubblicare canzoni. Il mondo raccontato da Nino_nino è fatto di città, persone e contraddizioni, di sbagli e amori profondi. Oggi ci trasporta nei luoghi che l’hanno cresciuto, tutti all’interno del centro di Bologna e tutti importanti per il suo percorso artistico. Venerdì 7 uscirà, su tutte le piattaforme digitali, il suo prossimo singolo wildside.

Parco 11 settembre (La manifattura)

La manifattura, nome che non ho mai capito se sia stato cambiato o appartenga agli avventori del posto, è un parco artificiale che si trova nel quartiere porto.
C’è un parcheggio sotterraneo, che si estende su tre livelli, dove succede di tutto. Per tutta la mia adolescenza è stato il centro della la mia vita sociale e in parte anche artistica. Io con la mia vecchia comitiva ci passavamo pomeriggi interi a bere, fumare, fare balotte. Lì ho fatto anche i miei primi freestyle e prima ancora mi portavo la chitarra e suonavo con un mio amico. Non dimenticherò mai le serate quando entravamo di nascosto e venivamo cacciati dal custode. È da lì che nasce il mio concetto “ParkWay”, la via del parco, un’immagine dantesca che ha un parco (non naturale in cima) e il degrado nascosto sotto con il cemento. Io ho vissuto tutti i livelli, ma sono risalito… ora però non ho più gli stessi amici e ci passo solo con un po’ di malinconia.

 Via del Pratello

Allora, innanzitutto via del Pratello è di fianco a casa mia, quindi ci sono praticamente cresciuto. Da piccolo ho anche cantato nel coro della resistenza. Il Pratello per me è casa, serata, spensieratezza. La cosa incredibile  è come esso sia ancora la roccaforte di quella Bologna anni ’70 che per il resto sta scomparendo. Anche in momenti di festa estrema si respira sempre un’aria di unità e fratellanza, pure se non conosci nessuno. Il Pratello è quel posto dove, quando sto tornando da una serata magari lontana, a piedi, penso “finalmente sono arrivato a casa”. Potrei raccontare storie di qualsiasi genere per ogni metro della via. Vale lo stesso per Piazza San Francesco che però va inclusa nel complesso del Pratello.

Piazza Carducci

Io sono un adottivo di piazza Carducci, ho iniziato a frequentarla davvero verso la fine del liceo perché avevo sempre meno giri “dalle mia parti”. La cosa incredibile è che non c’è quasi nulla oltre le panche e la casa di Carducci (che non è poco ovviamente) però è sempre pieno di regaz, ci puoi incontrare mezza scena bolognese, e c’è un bar lì vicino “il portico” che vende sempre alcol a qualsiasi ora quindi non è difficile capire perché sia spesso così piena. Devo dire che praticamente ci ho passato tutte le sere degli ultimi 3 anni, quindi era doveroso citarla. In realtà mi piace sempre spostarmi quindi vedremo…