murubutu storie d'amore con pioggia

Murubutu: tra hip hop e poesia

Murubutu, all’anagrafe Alessio Mariani, cantante e professore di storia e filosofia al “Matilda di Canossa” di Reggio Emilia, già dagli anni ’90 si avvicina al mondo HipHop. Da subito la sua intenzione è quella di usare la voce, i testi e i brani come mezzi per trasmettere contenuti di ordine culturale, il risultato è un sottogenere del rap, il “rap didattico” che inizierà nel 2006 con l’incisione del disco “Dove vola l’avvoltoio” in cooperazione con “La Kattiveria”, crew da lui fondata nel 2000

Dove vola l’avvoltoio

“Dove vola l’avvoltoio” è un disco che fa della scrittura la propria punta di diamante, dal primo ascolto è evidente che l’album sia un esercizio di stile: evidenti i tantissimi tecnicismi, giochi di flow e combinazioni di rime presenti nell’intera tracklist. L’album è estemporaneo, in grado di collocarsi in ogni tempo.
Le tematiche brani della tracklist appaiono slegate se prese singolarmente ma se considerate nel contesto dell’album si nota che sono legate tra loro. Ogni canzone distrugge e ricostruisce l’argomento di cui tratta, dalla biologia trattata in “Suono del gong” fino all’”Armata delle tecniche” in cui si parla di strutture grammaticali, proprio quest’ultima traccia per quanto sembri un  virtuosismo del rapper, è emblema della volontà di arricchire l’ascoltatore.

Dal punto di vista strumentale il disco ci trasporta indietro nel tempo facendoci rivivere le ormai superate melodie della scorsa generazione hip hop.
Il brano “Sogno Blu”: presenta un tema che strizza l’occhio al country e al folk, novità assoluta nel panorama italiano. Il mood generale è sempre quello urban, a cui vengono aggiunte sfumature nuove e inedite.

Nel brano di apertura “Gli avvoltoi” c’è la giusta chiave di lettura dell’intero progetto:

“Gli avvoltoi che veleggiano sulle correnti ascensionali di aria calda
hanno assistito alla scena e si accingono a banchettare sugli avanzi;
osservano la scena come angeli della morte.
L’immagine che ne deriva è sinistra e drammatica”

Quello a cui assisteremo da questo momento in poi è la distruzione dell’ovvietà.

Il giovane Mariani e altri racconti

Nel 2009 pubblica “Il giovane Mariani e altri racconti”, primo disco da solista, completamente dedicato allo storytelling, tutti i brani sono curati nel lessico e negli incastri, c’è una metafora di concetti che legano tutta la tracklist. A ciò si aggiunge un sound omogeneo e i featuring prevalentemente dalla scena emiliana. Dal titolo si intuisce subito che sarà qualcosa di autobiografico, dato che Mariani è proprio il cognome dell’artista emiliano.

Infernvm

L’album più affascinante è “Infernvm”, inciso a 4 mani con Claver Gold.
L’idea di intraprendere un viaggio nella prima cantica della  Divina Commedia è stata di Claver Gold che ha chiesto a Murubutu di partecipare all’opera, i due si sono cosi divisi i compiti, l’artista emiliano si è occupato più della parte testuale e dei riferimenti al testo di Dante, Claver ha dato sonorità al disco.
La volontà dei due artisti era quella di avviare una riflessione sociale nei giovani, infatti la rivoluzione più grande è l’aver traslato le metafore del “divin poeta” in avvenimenti della vita quotidiana, ad esempio il fenomeno dei barattieri in “Malebranche”.

‘Sti barattieri che ora lo fanno per moda
Mi parlano dei quartieri, mi parlano della droga
Nel lusso di quei piaceri dove la foga li affoga
Noi siamo scesi sinceri scortati da Malacoda

“Infernvm” è, quindi, un omaggio all’opera di Dante ma anche un inno all’hip hop e un tentativo di palesare le potenzialità che questo genere.
Il cammino dei due MC inizia, così come quello dei due più celebri poeti, nella selva oscura.
Accompagnati da Davide Shorty, Claver Gold e Murubutu con “Antinferno” fanno il loro ingresso nel regno dei morti e, “abbandonando ogni speranza”, si preparano ad affrontare le anime dei dannati, a cominciare dagli ignavi.

Ogni traccia affronta un canto, un luogo di dannazione o un personaggio, proponendo delle chiavi di lettura che ci offrono delle prospettive nuove.
Da Caronte ad Ulisse, da Pier delle Vigne a Lucifero, “l’angelo più bello del paradiso”, ogni brano è un’istantanea dell’inferno, uno spaccato del capolavoro dantesco e un invito alla riflessione.

L’hip hop messo in campo è spettacolare e tecnicamente impeccabile. Barre veloci e incastri perfetti, rime di livello altissimo accompagnate da alcuni tra i producer più in forma della scena: Dj Fastcut, Il Tenente, West, Kuma e non solo.
Nasce un hip hop nuovo, segnato dal rispetto e dall’amore verso l’arte e la cultura, un hip hop costruttivo, consapevole e decisamente opposto al paradigma attuale, che si muove su ben altri scenari e con ben altri strumenti.
Dal punto di vista testuale il linguaggio è di difficile interpretazione al primo ascolto, i rimandi all’opera originale sono molteplici, l’intero disco è scritto in terzine proprio come la Divina Commedia, i due cantautori danno molta importanza alla rima, pietra angolare della cultura rap.
È un disco che chiama alla riflessione, è un richiamo che ci ricorda:

“fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”, anche in fatto di hip hop”

Storie d’amore con pioggia e altri racconti di rovesci e temporali

Ultima opera del professore, pubblicato con l’etichetta Glory Hole Records, è “Storie d’amore con pioggia e altri racconti di rovesci e temporali”. Come molti avevano sospettato dopo il rilascio dei due singoli “Temporale” e “Black Rain”, il concept a legare le tracce dell’opera è proprio la pioggia.
Analizzando l’opera risalta subito la copertina che presenta Capitan Artiglio che rilegge il capolavoro di Gustave Caillebotte “Strade di Parigi, giorno di pioggia”.
La tracklist è di quindici tracce, le cui produzioni sono affidate ai beatmakers James Logan, Gian Flores, XxX Fila e Red Sinapsy, e arricchite da Dj FastCut e Dj Caster. Oltre alla corista Dia e alla collaborazione con Claver Gold e Rancore tra gli ospiti al microfono ci sono Inoki, Mattak, En?gma e Moder, un gruppo di penne sopraffine, e l’inedita collaborazione con Lion D, esponente di spicco della scena reggae internazionale. Il disco è denso di contenuti, atipico ad un primo ascolto.

Negli anni si è formata attorno alla musica di Murubutu una piccola corte di devoti a un’immagine del rap più profonda e sofisticata. Un rap meno immediato, che alla stragrande maggioranza delle persone risulta difficile da capire, etichettandosi conseguentemente come un prodotto di nicchia pur essendo una delle punte di diamante dell’underground.

La capacità di Alessio Mariani di scrivere testi, di cantare storie, di raccontare la cultura è stato consacrato nel 2011, quando vinse il secondo premio al concorso nazionale per cantastorie “G.Daffini” col brano “Anna e Marzio”.