gue madreperla bassi maestro sample

Madreperla è di fatto una bomba, e il merito non è solo di Gué

Disco di spessore qual è, vale la pena in questo articolo ripercorrere cosa rende Madreperla così speciale, aldilà delle rime di Gué, gangsta e dirette come solo lui ci ha abituato, ripercorrendo il ruolo di Bassi Maestro nel progetto, il quale risulta essere fondamentale quando ci si riferisce ai sample utilizzati.

Il 2023 è iniziato da pochissimo, eppure chi è appassionato di hip hop non ha dubbi: il vero protagonista di questo inizio d’anno è Gué, tornato con grande stile dopo un anno di pausa con Madreperla, interamente prodotto da Bassi Maestro, che torna a produrre un intero album rap dopo una lunga pausa dalla scena. Abbiamo già parlato, su questi schermi, dell’album, e sarebbe dunque ridondante da parte mia riproporvi una recensione dello stesso. Mi concentrerò, invece, in questo articolo, sul ruolo di Bassi Maestro nel progetto, e sul perché il resto della scena dovrebbe prenderlo in esempio per i propri.

Tutto inizia l’8 aprile 2021, data di uscita di Fastlife 4, all’interno del quale l’omonima traccia presenta nei featuring un nome d’eccezione: North of Loreto. Pur essendo quest’ultimo un alter ego di Bassi Maestro interamente votato alla musica elettronica anni ’80, questa traccia ha un sapore diverso, ed è forse l’inizio per lo stesso Davide di un nuovo viaggio, o forse addirittura di un ritorno alle origini. Il pezzo, co- prodotto con Dj Harsh, infatti, campiona Fast Life di Kool G Rap e Nas, storica traccia gangsta rap del ’95, impreziosendo le liriche del nostro G nazionale con un po’ di quella buona e sana nostalgia che emanano le tracce della Golden Age statunitense, e di fatto facendo tornare Bassi alle produzioni hip hop, così come non succedeva dal 2018.

Da qui, la strada è in salita, ma solo Gué ha avuto il merito di farla decollare: il 9 settembre 2022 esce, ancora sotto pseudonimo NoLo, il remix di Ti Pretendo (Ti Pretendo XXX), dove il nostro campiona la hit senza tempo di Raf aggiungendovi una strofa che si mescola perfettamente con ritornello e bridge di quest’ultimo, risultando essere un ottimo ritorno a quello stile pop rap molto in voga tra la fine degli anni ‘90 e i primi 2000. Ad ogni modo, questo pezzo risulta essere il preludio all’annuncio definitivo del ritorno di Bassi Maestro sulle scene, laddove rimanendo NoLo il suo side project tutt’ora attivo (è il 24 febbraio quando scrivo, ed è appena uscita dopE) il 13 gennaio, quando ancora il resto d’Italia stava ancora cercando di digerire il ritorno ai propri doveri dopo le feste, esce Madreperla.

Dagli anni 60 ai primi 2000, decenni di musica tutti in un solo disco

Il ruolo di Bassi Maestro nel progetto, coeso e d’impatto, risalta, dicevamo, nei sample da lui utilizzati. Primo nella lista, Hai capito o no di Ron, a sua volta cover di I can’t go for that (No can do) di Daryl Hall e John Oates, brano soul statunitense dell’81. Considerando tutto ciò in una chiave di continuità e coerenza con quanto fatto da Davide finora, si tratta di un campionamento del tutto in linea con ciò che rappresenta anche il suo side project, dedicato come detto a riportare in voga i suoni anni ’80.

I più attenti, poi, ci avranno visto anche un richiamo ad un altro progetto di cui Bassi si è reso protagonista negli ultimi anni, iniziato su Twitch in piena pandemia e proseguito poi in vari dj set in giro per l’Italia dove vengono suonati solamente vinili di classici di musica hip hop, soul, rnb, reggae, elettronica o, come nel caso della canzone di cui sopra, cantautorato. Saltata Cookies N’ Cream, traccia interamente made by Bassi ma col chiaro sentore di 50 Cent, risalta nel progetto anche Need U 2Nite, dove Gué è coadiuvato da un Massimo Pericolo in grande forma e, soprattutto, accompagnato da un sample magistrale di Stay with Me Till Dawn di Judie Tzuke, brano soft rock del ’79 che fornisce al prodotto un’aria sognante che, seppur contrasti con alcune liriche del brano, si intona perfettamente con l’atmosfera da “gangsta love” del pezzo. Così facendo, ancora una volta, viene mostrata la volontà di mescolare vecchio e nuovo in un’ottica di recupero del passato per dargli nuova vita.

Non solo: il successivo brano del disco contenente sample, Mollami pt.2, campiona una hit intramontabile del raggamuffin di metà ’90, ovvero Here Comes the Hotstepper di Ini Kamoze, che a sua volta campiona diverse hit funk, soul e rnb tra gli anni 60 e 90, ma anche Heartbeat di Taana Gardner, singolo dance dell’81, e La Di Da Di di Dough E. Fresh e Slick Rick, classico hip hop dell’84. Considerando il successo anche radiofonico del brano, sicuramente aiutato anche dall’uso di un campione che difficilmente sbaglia il suo intento (basti pensare che è stato usato anche Daddy Yankee e Nicky Jam, Pitbull, Black Eyed Peas, Beyoncé e Dr. Dre), possiamo considerata compiuta la missione di Bassi di riportare in auge un certo tipo di musica old school (non solo hip hop, ma in generale) all’interno del panorama musicale italiano mainstream.

Dopodiché, sapore di golden age lo ritroviamo anche in Chiudi Gli Occhi, in co- produzione con Shablo, dove viene campionata Mad Crew di Krs-One, ma anche Amore Impossibile dei Tiromancino, in un’atmosfera che, come dicevamo, rievoca quel tipo di pop dei primi 2000 che ha caratterizzato, tra le altre cose, l’infanzia dei nati a fine anni 90, cullandoli con musiche sognanti e testi di amori finiti male. Lo stesso Gué con Rose Villain, infatti, la reinterpretano tramite uno storytelling, appunto, su una storia d’amore tanto intensa quanto, a conti fatti, fallita, il tutto intriso dell’attitudine gangsta rap che contraddistingue il rapper ed in continuità con le potenziali hit da club che contraddistinguono tutto il disco.

Chiude, infine, Capatosta con Napoleone, che riprende Come Live with Me Angel di Marvin Gaye e parla, guarda caso, di una storia d’amore finita male, il tutto su un tappeto sonoro che unisce i suoni RnB anni 70 ai rullanti hip hop di Bassi Maestro. Si completa così un viaggio musicale che racchiude pressoché tutti i generi musicali, ricordandoci ancora una volta come, al posto di fare guerra tra vecchia e nuova scuola, si possa cercare di unirle e creare un prodotto di qualità e che in quanto tale possa puntare ad essere duraturo nel tempo e, dunque, trascenderlo. Caratteristica, quest’ultima, che sembra essere propria anche di Bassi, il quale dimostra di non avere perso lo smalto ma anzi di avere ancora molte cose da dire con la musica, compreso insegnare alle nuove generazioni ad attingere il proprio capitale culturale nelle proprie sperimentazioni musicali, non limitandosi ad una produzione basica e poco ispirata ma cercando di valorizzare chi sta dietro al microfono, come si attiene ad un produttore degno di questo nome.