La distopia di 1984 per Star Comics

È uscito il 22 giugno 2022 per Star Comics la graphic novel 1984, il riadattamento in chiave fumettistica del capolavoro di George Orwell. A curarlo sono lo sceneggiatore Jean-Christophe Derrien e il disegnatore Rémi Torregrossa.

I due hanno proposto una rilettura attenta ed intensa di quello che è considerato, a più di mezzo secolo dalla sua pubblicazione, uno dei più importanti prodotti della letteratura fantascientifica e distopica.

Qui le atmosfere in bianco e nero, con i tratti semplici e inquieti del disegno, permettono al lettore di immergersi facilmente e con profonda credibilità, nelle atmosfere della società post atomica immaginata dallo scrittore inglese. Una società dominata dall’ormai celeberrimo Grande Fratello, lo strumento che il potere costituito ha inventato per controllare e soffocare le vite dei cittadini. Un’operazione efficace, quella di Orwell che nel suo libro ha saputo abilmente restituire l’atmosfera plumbea e disincantata di quello che a tutti gli effetti è un regime totalitario. Così tanto efficace che ormai il termine Grande Fratello è diventato di uso comune per designare la minaccia di un potere che spia e orienta le nostre vite.

“Il potere non è un mezzo, è un fine. Non si stabilisce una dittatura nell’intento di salvaguardare una rivoluzione; ma si fa una rivoluzione nell’intento di stabilire una dittatura. Il fine della persecuzione è la persecuzione. Il fine della tortura è la tortura. Il fine del potere è il potere.”
George Orwell

I due autori hanno dichiarato di aver voluto semplificare, per renderlo più comprensibile anche al grande pubblico, tutto l’aspetto ideologico presente nel romanzo di Orwell, incentrando tutta la narrazione sul personaggio di Wiston Smith, il protagonista del libro, un impiegato del ministero della verità con il compito di correggere e riscrivere i testi di libri e giornali, per far passare la versione del governo impedendo qualsiasi altra forma di contro informazione.

Un tema, quello della propaganda governativa e del controllo dell’informazione, quanto mai attuale, che nel romanzo di Orwell era stato profetizzato con lucida e strabiliante precisione. Basti pensare in questo senso al bipensiero, la facoltà che è concessa al governo di dire una cosa e il suo contrario senza essere minimamente tacciati di cadere in contraddizione. Così come è centrale il controllo dello stato sulla vita delle persone, a cui è impedito avere relazioni affettive, che possano distrarre i cittadini dalle loro attività.

Lo scrittore britannico si inserisce nel solco tracciato da Freud che nel 1929 pubblica il Disagio della Civiltà, e che poi verrà proseguito con il saggio di Marcuse: Eros e Civiltà del 1955 e dalle fondamentali lezioni di Biopolitica di Foucalt.

In 1984 infatti vediamo Wiston Smith iniziare a perdere fede nel partito e nel governo, rifiutando la cieca adesione agli ideali del potere costituito dopo l’incontro con Julia, una ragazza più giovane di lui, desiderosa di lottare per un futuro più libero. I due sfideranno la censura ed il controllo instaurando una relazione affettiva rischiosa e travolgente. Ma il loro tentativo quello di affermare il proprio pensiero libero, e il proprio diritto ad avere una relazione amorosa, sarà destinato ad un disastroso fallimento, che porterà ad un finale che è difficile non vivere come raggelante ed amaro; in cui la logica della rieducazione è descritta in pagine che non possono non ricordare la “cura Ludovico” subita da Alex in uno dei tanti capolavori di Kubrick “Arancia Meccanica”.

              

Il romanzo come dicevamo è ormai entrato a pieno titolo nell’immaginario collettivo, affermandosi come una delle più importanti prove di narrativa politica e fantascientifica dello scorso secolo. Innumerevoli sono le opere, dalla letteratura ai videogiochi, passando per il cinema e la musica che hanno tratto ispirazione da queste pagine.

Per quanto riguarda il mondo del fumetto è impossibile non ricordare un testo fondamentale delle narrazioni distopiche come V per Vendetta del genio inquieto e profetico Alan Moore, il quale ha certamente attinto a piene mani all’immaginario orwelliano.

L’operazione quasi filologica di Derrien e Torregrossa arriva perciò in un momento quanto mai opportuno, pronta ad avvicinare le nuove generazioni ad un racconto avvincente e ricco di suspence, ma che mantiene intatta la sua capacità di far riflettere e mettere in guardia contro le storture del potere.