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La cura dei particolari nel caos di Fabri Fibra

Il bene che la musica ha fatto a Fabri Fibra è al centro dei testi di questo album, ma “Caos” non è solo questo
Nel disco il rapper di Senigallia affronta il tema della disinformazione, lancia una sfida ai nuovi rapper e parla molto di sé stesso, del suo amore per la musica e come succede nell’intro viaggia lungo la carriera, raccontando i primi lavori e tutta la sta storia, ma il tema più importante è la forza che la musica gli ha dato per affrontare i problemi della vita.

Primi lavori all’album

Il disco nasce in un periodo tormentato, da solo due mesi aveva terminato il tour di “Fenomeno”, aveva appena firmato con l’etichetta “Sony Music”, era appena scoppiata la pandemia.
Grazie ai numerosi provini che ha fatto per scovare le collaborazioni, i produttori, e le sonorità migliori è riuscito ad evadere dalla situazione esterna.
L’artista ha lavorato 3 anni a questo disco, aspettando momenti in cui era veramente ispirato per scrivere, chiedendo in maniera asfissiante basi ai migliori produttori presenti sulla scena come Sixpm, Neffa, 2nd Roof, Big Fish, Dardust, ma anche brani prodotti da rapper, come nel caso di Ketama126.
La scelta di annunciare l’uscita del disco solamente 3 settimane prima è legata alla volontà dell’artista di fare tutte le cose nei minimi particolari, farle con calma, e in questi casi si esalta la mania di controllo che ha Fibra sulle sue canzoni, arrivando ad una cura maniacale di ogni dettaglio. Ma anche per non far stare troppo tempo sulle spine i suoi fan.

Titolo e copertina

Il titolo del disco è una scelta tra 3 diverse opzioni ed è in opposizione con la copertina del disco, che evoca calma. La scelta della parole “caos” riporta al ritornello proprio della title track.

Dimmi solo se vuoi
Dirmi qualcosa prima o poi
So che è complicato
Ma non ci credo che non puoi
Te ne vai senza dire ciao
Mi lasci sul divano in down
Mi resta solo il caos
E le tue foto nell’iCloud

La copertina è l’opposto dell’ultimo disco di Fabri Fibra, “Fenomeno”, in cui presenta la sua faccia in primo piano con il titolo del disco che occupa tutta l’immagine, questa volta è voltato di spalle, riprendendo una scena di “Galveston”, film diretto da Mélanie Laurent.

Collaborazioni

I featuring sono particolari, ci sono sia mostri sacri del panorama rap italiano come Salmo, Marracash, Guè, ma anche col mondo Pop, cosa che alla nascita dell’Hip Hop era impensabile, mi riferisco al feat con Francesca Michielin, i due hanno già lavorato insieme nel 2020 in “Monolocale”, ma anche a Maurizio Carucci, ex cantante degli Ex Otago, presente in “Stelle”.
Questo dimostra che non esiste lontananza tra generi musicali, l’importante è che ci sia alchimia ed empatia in una collaborazione.

Cocaine

Tra i brani che colpiscono di più c’è sicuramente “Cocaine”, Fabri Fibra, dopo aver sentito la base di 2nd Roof, ha scritto di getto la sua strofa e il ritornello, capendo che il brano aveva potenzialità ha contattato due pilasti dell’ Hip Hop\Rap italiano come Guè e Salmo che hanno lavorato a due strofe in ottave di altissima caratura.

Noia

“Noia” è un brano fuori dagli schemi, prodotto da Ketama126, lungo più di 4 minuti, senza ritornello, con una skit di Bukowski, una traccia melodica e introspettiva, perfetto per le corde di Marracash.

Outro

“Outro” è uno dei pezzi migliori dell’album, dopo aver ascoltato la base di T&O & 2nd Roof, si fa trasportare dei 4\4 del brano. Ispirato da ciò che aveva attorno, nella prima strofa parla di un suo amico dipendente dalla cocaina, scrive 4 strofe senza ritornello per chiudere l’album nel migliore dei modi.

Il ritmo generale dell’album è molto sostenuto, quasi aggressivo, alcune sonorità ricordano album vecchi, lui stesso ricorda tutta la discografia che l ha portato ad essere un gigante della musica italiana.
Sono passati 5 anni da “Fenomeno”, è stata una lunga attesa ma ne è valsa decisamente la pena.