Tra cypher, rap e suoni sperimentali: intervista alle Zetas

Il duo salernitano delle Zetas ha pubblicato da poco con Four Flies Records l’album d’esordio Didattica di cui vi avevamo parlato in precedenza. Abbiamo fatto due chiacchiere con le ragazze e ci siamo fatti raccontare qualcosa di più sulla creazione del disco e sulla loro formazione come gruppo.

Come vi siete conosciute e come è nata l’idea di creare un gruppo hip hop?
Ci siamo conosciute al TheSquare, facevamo già rap individualmente ma rappando insieme nei cypher e nelle tracce del mixtape del TheSquare abbiamo sentito un’affinità e abbiamo deciso di mischiare i nostri stili per creare un sound unico.

Parlateci del vostro disco Didattica.
Il nostro disco inquadra il rap come una scuola, nel quale non puoi migliorare se non ti alleni. Umiltà, dedizione, identità e allenamento sono le carte vincenti per essere real. Nell’album abbiamo raccontato noi stesse,  le nostre storie e il contesto che ci circonda. Le tracce sono prodotte da Tonico 70 che ha curato il nostro progetto a 360° e ne abbiamo stampato le copie in vinile grazie a Dj’sChoice e Fourflies Records, label romane.

Come è iniziata la collaborazione con Tonico 70? Come avete progettato il tutto?
Lo abbiamo conosciuto al TheSquare e dobbiamo dire che ha sempre creduto nelle nostre potenzialità.
Il tutto è nato con molta naturalezza e spontaneità, il disco è nato da un’intesa tra di noi e la nostra continua voglia di fare. Tonico è un’istituzione dell’hip hop a Salerno.

Nella vita cosa avete ascoltato principalmente?
Siamo cresciute con ogni tipo di musica: tanto rap e tanta black music, fino a suoni più elettronici e più sperimentali. Per la stesura dell’album ci siamo concentrate principalmente sul suono che volevamo creare, non ascoltiamo molta roba degli altri quando ci concentriamo. Però ascoltiamo continuamente tantissima musica, riempiamo i nostri giorni così.

La musica con cui siete cresciute, hip hop e non, ha influenzato il vostro modo di fare rap? Sentite che qualcuno più di altri vi ha ispirato?
Sicuramente la musica ci ha influenzate per tutto il corso della nostra vita e continuerà a farlo, essendo fondamentale per noi. Siamo state ispirate sicuramente dai nostri rapper preferiti italiani, che sono Marracash, Jake La Furia, Co’Sang, morfuco, Cor Veleno. Anche se siamo state influenzate da diversi generi e molti artisti.

Cosa pensate dell’attuale scena italiana?
Secondo noi ci sono rapper davvero molto capaci e carismatici che hanno contenuti real e un rap forte, altri sono personaggi che fanno solo il cosplay di ciò che fa tendenza e moda. Adesso che l’hip hop sembra essere tornato di moda si può capire chi è real e chi no.

Da donne è stato difficile inserirvi in questo ambiente?
Sicuramente in Italia c’è ancora una visione un po’ limitata della rapper donna: quando abbiamo iniziato, per noi non è stato difficile avere credibilità e rispetto, siamo partite con un’identità ferma e ambiziosa. Non eravamo in molte a fare rap ma adesso che ci sono molte più ragazze, anche nel panorama nazionale, siamo felici che questa scena si stia allargando. Noi non vogliamo essere le uniche con un suono potente, anzi vogliamo una scena sempre più larga e formata.