Il nuovo soul di Chicago – Viaggio Nella Scena

Oggi prendiamo un volo intercontinentale verso il nord degli States, per conoscere la scena hiphop di Chicago: la “Windy City”. La scena che è nata nella capitale dell’Illinois si è sviluppata su due influenze contrapposte: da una parte una corrente molto “gangsta” (Chicago Drill) e dall’altra una più “conscious”, sia nei temi che nel suono.

In questo Viaggio Nelle Scene conosceremo la lunga tradizione di influenze gospel, soul ed R&B che hanno segnato il suono della città ventosa.

L’iniziatore di questa scuola è Common, una delle più maestose voci dell’hiphop, il cui producer No I.D. è stato anche il mentore del più grande rapper di Chicago: sua maestà Kanye West. L’impero di Yeezy però si è esteso rapidamente oltre i confini della sua città, rendendolo un artista di respiro internazionale. Il suo successo in compenso è stato una spinta per altri rapper suoi concittadini come Lupe Fiasco e Vic Mensa.

Oggi però il “primo cittadino” della scena di Chicago è sicuramente Chance The Rapper, un talento cresciuto fuori dagli schemi e dalle major. Insieme a lui tanti altre voci di Chicago stanno “emergendo” dai laghi dell’Illinois, andiamo a conoscerli.

(vai alla playlist)

Mick Jenkins

Nato nel ’91 a Huntsville, Alabama, Mick Jenkins entra a contatto con la scena hiphop di Chicago nel 2012. Lì bazzica il collettivo di poeti Young Chicago Authors e fonda la Free Nations, crew che si presenta come “un gruppo hiphop che promuove il pensiero creativo senza accettare le visioni limitate imposte dai poteri esistenti.”

Dopo il mixtape Trees And Truths nel 2014 pubblica The Water[s]: nel concept del disco l’acqua viene usata come metafora delle cose importanti della vita, cose essenziali a cui non diamo l’importanza che meritano.

Nel 2016 Mick pubblica il suo primo album ufficiale The Healing Component, dove il componente curativo è l’amore. Il progetto contiene una collaborazione con il quartetto jazz BADBADNOTGOOD intitolata Drowning dedicata alla memoria di Eric Garner, l’uomo strangolato a morte dalla polizia che ha scatenato le proteste di Ferguson, le cui ultime parole “I can’t breathe” vengono ripetute nel ritornello della canzone.

Il suo ultimo disco è intitolato Pieces Of A Man, una citazione di Gill Scott Heron, lo abbiamo recensito qui.

Saba

Cresciuto nel westside di Chicago, la zona più malfamata della città, Saba ha dovuto combattere una vita per non cadere nella spirale delle gang e della malavita. La via di fuga, per lui come per tanti altri, è stato proprio l’hiphop.

Lanciato proprio da Chance col singolo Angels, il suo album di debutto Bucket List Project non è altro che la “lista dei desideri” di un ragazzo di periferia.
Un progetto eterogeneo in cui il legante è il canto di Saba, sostenuto dalle incredibili voci che lo accompagnano: le concittadine Noname e Ravyn Lenae ed il talentuoso Smino, oltre che un vero “OG” di Chicago, Twista.

Il suo nuovo disco CARE FOR ME, uscito da pochi mesi, presenta una notevole maturazione stilistica e una leggera virata verso un sound meno felice e leggero, con forti influenze lo-fi.

Smino

Smino viene da una famiglia di musicisti di St- Louis, in Missouri: suo nonno ha suonato il basso nella band di Muddy Waters, suo padre è tastierista e sua madre è cantante. L’approccio alla musica avviene in chiesa con la batteria regalatagli da suo padre, ma la prenderà sul serio solo quando si trasferirà a Chicago per studiare, sotto la guida di sua cugina (anch’essa cantante).

Arrivato al college crea il suo collettivo insieme alla cugina ed alcuni amici, iniziano ad interagire con la scena locale e ben presto si creerà un legame solido con essa che lo porterà in tour insieme a Mick Jenkins e poi insieme a SZA.

Smino è tra questi artisti quello più legato alle radici della black music e nelle sue canzoni sentiamo un r’n’b contaminato dal rap piuttosto che il contrario. Il gospel della chiesa da cui ha iniziato risuona ancora potentemente in tutti i suoi brani e riverbera nella sua voce acuta e melodica.

Alex Wiley

Un’altra incredibile voce di “Chi-Town”, cantante prima ancora che rapper, Alex Wiley è rimasto nell’ombra nonostante le numerosissime collaborazioni con tutta la scena locale.

Instancabile portatore di vibrazioni positive e profondo conoscitore della propria ugola, Alex ha dato il meglio quando si è dato alla sperimentazione assoluta: aiutato dal producer Mike Gao ha dato vita al progetto Synthia, che mischia l’hiphop all’elettronica sperimentale.

Possiamo considerarlo la personalità più sottovalutata in assoluto sul panorama di Chicago.

Chance The Rapper

Chance parte sicuramente da una posizione privilegiata rispetto ad altri suoi concittadini, suo padre è infatti una personalità politica vicina a Barack Obama da prima del suo ingresso nella Casa Bianca.

Mandato in un college della middle-class di Chicago viene però sospeso 10 giorni per problemi di condotta, in questo periodo scrive 10Day, il suo primo mixtape. Siamo nei primi anni ’10 e siti di freedownload come DatPiff sono ancora i canali principali di distribuzione per artisti undergound, un anno dopo l’esplosione di Joey Bada$$ col suo 1999 sarà Acid Rap di Chance The Rapper ad essere nominato miglior mixtape del 2013 da BET.

Dominando la scena dei mixtape indipendenti per un anno Chance riesce a prendere una posizione solida nel rap game, suggellata nelle collaborazioni con Twista e Childish Gambino. Sarà col suo terzo mixtape Coloring Book nel 2016 che spiccherà il volo, lancerà sul mercato il suo iconico cappello col numero 3 e collaborerà per la prima volta con Kanye West, considerato alla stregua di una divinità dalla popolazione locale e non solo.

In lineare continuità con la tradizione soul e gospel che lo ispira Chanche The Rapper ha sempre trattato tematiche spirituali e religiose ma anche politiche e sociali, facendolo pur sempre con uno spirito giovane e irriverente.

Oggi Chance è un’autorità nella sua città, lo slogan “Chano for president” viene gridato da tempo nonostante il rapper non si sia mai lontanamente proposto (a differenza di Kanye, un tantino più megalomane). Oltre a questa popolarità però c’è dell’altro: Chanche The Rapper ha aperto la strada a una nuova generazione di artisti, riportando alla ribalta un suono che andava scemando ma soprattutto ha dato prova che anche gli artisti indipendenti potevano emergere con le loro forze, qualcosa per nulla scontato nel 2013.

Così si conclude il nostro viaggio nel nuovo soul di Chicago, torneremo presto sulle coste dei grandi laghi per conoscere il lato più difficile di questa città: la musica drill che è diventata espressione della criminalità e del disagio. Continuate a seguirci, alla prossima partenza!