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I Lillians sono la nuova promessa del punk rock – BUGtalks

I Lillians sono una punk rock band romagnola e hanno appena pubblicato due singoli tratti dal loro album di debutto di prossima uscita, raccogliendo consensi e interesse grazie anche alla loro capacità di ammaliare con melodie in grado di stamparsi in testa con grande facilità. Li abbiamo intervistati in esclusiva per BugZine, aspettando con trepidazione l’album.

“So, So Long” è stato appena pubblicato come singolo digitale e si accosta a “Move On”, il vostro primo singolo. Potete condividere con noi come questi due singoli si inseriscono nell’album di debutto della band, “I wish I lived this life”? Qual è il  sentimento, il tema, il messaggio principale che state cercando di trasmettere attraverso questi brani?

Ciao qua Marco, voce e basso dei Lillians. Sicuramente questi due pezzi sono stati scelti anche perché almeno secondo noi ci poteva essere un’immediatezza di ascolto, qualcosa che ti poteva arrivare subito, molto melodici, diretti. Nel disco ci sono altri pezzi di questo stampo, ma ce ne sono anche altri che virano su sonorità un po’ meno “felicione”, pero ci piace che siano tutti pezzi che stanno bene insieme nel loro essere anche diversi.

Senza pensarci troppo ci sembravano davvero i pezzi migliori per lanciare e accompagnare l’uscita del disco.   In generale come messaggio credo che nel disco ci sia un sentimento comune di trovare il modo di stare bene anche in mezzo ai momenti peggiori. Questi magari sono due pezzi che date anche le sonorità e la melodia che prende bene possano essere gli apripista giusti in tal senso forse.

Il singolo “So, So Long” è stato ben recepito dal pubblico? Cosa potete dirci sulla nascita e lo sviluppo di questo brano?

Entrambi i brani che abbiamo fatto uscire hanno avuto una bella risposta e ne siamo davvero contenti, c’è chi preferisce il primo, chi il secondo, abbiamo ricevuto un sacco di messaggi in questo senso che è una cosa che fa veramente sempre tanto piacere.

Banalmente questo è stato uno dei primi pezzi scritti per il disco, si evolve tutto sempre sullo stesso giro di quattro accordi giocando un po’ con la melodia della voce, all’inizio non dico che non lo avevamo considerato troppo perché non è vero, ma solo dopo averlo registrato abbiamo pensato che potesse essere un “singolo”, comunque è un pezzo semplice, immediato e molto orecchiabile di quelli che speriamo ti faccia venire voglia di cantare. Credo veramente che questo pezzo sia stato scritto in cinque minuti, è venuto così diretto, spontaneo.

Il videoclip di “So, So Long” è stato diretto da Filippo Cinotti, uno dei membri della band. Come si è sviluppata l’idea per il video e come ritenete che si intrecci con il significato della canzone?

Qua voglio usare direttamente le parole di Filippo che sia girato che scritto questo pezzo

“Il video rappresenta una necessità repressa da molti ma necessaria a tutti, il dover scappare e correre incontro alla libertà a qualsiasi costo. Il trovare la forza quando si pensa di non averla, per reagire e agire se una situazione non ci va bene o non ci fa bene, è necessario muoversi per cambiare le cose, a qualsiasi costo delle volte.

Il vostro approccio al punk rock gioca molto con le melodie. Come si dipana il vostro processo di scrittura delle canzoni e come cercate di creare un equilibrio tra melodia e testi significativi?

Siamo tutti e tre amanti delle belle melodie, che magari a volte ti fanno pensare che un pezzo sia “divertente” e scanzonato, che ti fa venire un po’ la presa bene. Di contro abbiamo scritto un disco che affronta tematiche più serie quasi in contrasto con la melodia del pezzo, poi chiaramente ci sono anche brani sul disco più cupi anche di suono, però creare questo “scontro” tra sensazioni che ti dà la melodia e il testo è una cosa che ci piace, non che sia stata fatta a tavolino, semplicemente forse davvero ci piacciono le belle melodie catch e poi abbiamo scritto molto onestamente di cose nostre, della nostra vita, questo poi è stato il risultato conseguente.

Filippo Cinotti ha menzionato che il video è stato girato in un bagno pubblico, sottolineando l’importanza del suono e della forma rispetto all’estetica. Potete condividere con noi come avete scelto questo luogo inusuale per la registrazione e come riflette il vostro approccio alla musica?

Avevamo una data a Cesena quest’estate e nel locale all’aperto dove suonavamo c’erano questi bagni/spogliatoi, appena li abbiamo visti Filippo ha detto “Sarebbe bello girare un video qui dentro” e da lì poi si è sviluppata tutta l’idea di fare la parte suonata del video in questi spogliatoi che davano il sapore probabilmente di fine anni ’90!  Abbiamo la fortuna di avere Filippo che fa e sa fare queste cose, a volte con idee semplici ma sviluppate bene riesci a fare tanto, senza pensare a location assurde o storie da film nei video, cerchiamo di fare con quello che abbiamo e tirarne fuori il meglio.

Parlateci del vostro impegno dal vivo. Avete programmate altre date oltre a quelle da poco affrontate? Cosa possiamo aspettarci da una performance dei Lillians?

Stiamo preparando un po’ di cose, poi col disco fuori appena uscirà cercheremo di andare in giro ancora di più.

Adesso ad Ottobre abbiamo qualche live qua in zona da noi in Romagna, mentre a fine mese torniamo nella zona di Milano, poi qualcosa deve uscire anche per novembre e non vediamo l’ora!

“I wish I lived this life” è il titolo del vostro album di debutto, che conterrà i due singoli già anticipati. Cosa possiamo aspettarci dall’album in termini di stile e tematiche? C’è un messaggio o una storia che volete raccontare attraverso l’intero lavoro?

Molto genuinamente sia io che Filippo che scriviamo i testi abbiamo parlato delle nostre vite, accorgendoci anche di aver affrontato cose simili anche se magari in maniera diversa, abbiamo scritto un po’ di testi anche a quattro mani ed è stata una bella esperienza e anche molto spontanea. Alla fine ci siamo resi conto che parliamo tanto del rapporto che si ha in primis con sé stessi, dei problemi relazionali che non solo si hanno con gli altri ma anche con noi stessi è che il problema principale alla fine di tutto è che non vogliamo guardarci indietro un giorno e realizzare di non aver vissuto la nostra vita anche per colpa nostra, da qui anche il titolo del disco, quindi vogliamo semplicemente dire che tante volte la vita può fare anche schifo ma siamo noi i primi che dobbiamo agire e cercare il nostro posto felice.

Come si sono avvicinati i Lillians al punk rock e quali sono le vostre principali influenze all’interno di questo variegato mondo?

Tutti abbastanza giovanissimi siamo arrivati al punk rock e ancora non ne siamo usciti, per fortuna! Siamo cresciuti alla fine degli anni ’90 e credo sia stato un periodo molto fortunato per il genere, se avevi voglia non era difficile reperire almeno quelle che erano le band “famose”, che fosse da un amico più grande, che fosse a qualche concerto local e non che fortunatamente erano ovunque! Poi una cosa che mi ricordo sempre che penso abbiamo fatto tutti, per esempio prendi il disco dei NOFX e ti leggi i nomi delle altre band nei ringraziamenti nel booklet e cosi magari scoprivi altre band ancora!

Senza girarci troppo intorno l’influenza maggiore per la nostra band è stata l’amore comune che abbiamo tutti e tre per i blink-182 e tutti i loro progetti paralleli, poi ognuno di noi ha pure le sue influenze in tutti i derivati del punk e dell’hardcore anche, ma anche altri generi perché no.

Cos’è che sperate che i vostri ascoltatori traggano dalla vostra musica?

Semplicemente forse che gli faccia passare dei bei momenti, a noi la musica, questa musica, ci fa stare bene e so che può essere una risposta banale e scontata ma ci fa evadere anche dalle parti meno piacevoli della vita, quindi anche con un senso di aggregazione, che sia a un live, che sia ascoltando il disco, che sia a fare due chiacchiere, cercare di passare bei momenti che ti fanno stare bene.