forty winks kids

Finalmente sono tornati i Forty Winks

“KIDS” prosegue la legacy naturale raggiunta dai regaz con “Bow Wow”, ultimo disco ufficiale uscito nel 2011, raffinando ulteriormente i suoni con maggiore freschezza e ritornelli sing along accompagnati da sintetizzatori dal marcato stile retrò.

Ed è proprio questa la magia dei Forty Winks, la continua re-interpretazione moderna di uno stile old school con le radici ben salde nel garage punk, che molti potrebbero inserire in box qualunquisti come Power Pop o Brith qualcosa, mancando completamente il punto di partenza ed il contesto. La melodia è la forza trainante del progetto, si avverte chiaramente come la maggior parte delle canzoni siano sviluppate partendo dalla melodia del ritornello (Nightride, Cabbonball e Kids esempi lampanti) ma con l’aggiunta di un tiro ritmico implacabile e massiccio saranno sicure colonne sonore di pogo e balotta in ogni live.

L’apertura del disco viene affidata ad Animals, traccia più estranea al lotto con un mood fumoso e violento tipico della Small Heath narrata dai Joy Division e QOTSA, che così si colloca in cima alla mia lista personale di gradimento.

L’Ep ribadisce i più grandi pregi dei Forty: immadiatezza melodica, suoni brillanti e fluidità musicale.

Ogni canzone scorre senza intoppi, veloce come uno shot di vodka che però ti lascia qualcosa di buono già al primo ascolto e che non ti esce più di testa. Il secondo giro parte senza che ce ne accorgiamo e lo gradiamo perché l’unico difetto di Kids, in effetti, è la breve durata.

Ci auguriamo quindi di poter beccare presto i regaz dal vivo per spingerli il prima possibile di nuovo in studio di registrazione.

Intervista

A dodici anni da Bow Wow (Unhip/Tannen), qualche sporadico singolo postumo e rari interventi live tornano alla carica i Forty Winks con Kids, Ep di 5 tracce promosso da Ammonia Records.

Abbiamo fatto due chiacchiere con Robby, veterano di Bolo, su passato, presente e futuro del progetto.

1- Grande Robby, tanti anni sono passati da quei momenti in cui i Forty erano una delle band di punta della scena italiana; mi ricordo il vostro live in apertura ai Blink, tanti concerti con Vanilla Sky e To Kill nei locali più belli d’Italia, l’interesse che stava arrivando dall’estero per la vostra musica. Raccontaci com’è stato quel periodo e che ricordo ne avete adesso.

Ciao Vez, anche tu sei un Grande ! Ti diro’ che è stato un gran bel periodo e ci siamo divertiti un sacco. Da quando ci siamo formati siamo subito partiti bene grazie alla fotta da sbarbi che avevamo ma anche all’interesse che c’era in quel periodo per il “Rock” e la musica dal vivo. Siamo nati come gruppo punk nella seconda metà degli anni novanta e in quel periodo sia in Italia che all’estero, c’erano tantissimi locali e centri sociali e tantissime band… in particolare del periodo che dici tu, i primi duemila, ricordo zero social, gran sversate di vodka alla Pharrell in backstage, gli sponsor di vari marchi d’abbigliamento, qualche sboccata, concerti all’aperto in mezzo alla neve, i tour, the Calling che ci manda affanculo perché capisce che parliamo male di lui, il nostro video su Mtv, gli Independent…

2- L’affluenza ai vostri concerti in un certo periodo è stata importante, quanto siete arrivati vicini in quel momento a poter effettivamente svoltare con la musica? Ricordo tantissime persone in giro con il vostro merch e il disco omonimo nelle cuffie.

In un certo periodo le cose giravano abbastanza bene e ci si poteva permettere di vivere alla giornata e lavorare poco stando quasi tutto l’anno in giro a suonare, un po’ perché eravamo sbarbi, un po’ perché in quel periodo come dicevo prima c’era un certo interesse per i live e la musica suonata. La gente poi, non trovando tutto su internet come adesso, comprava i dischi e doveva per forza andare ai concerti per conoscere nuove realtà e se non andavi al concerto non potevi vedere il live o ascoltare il disco da nessuna parte… svoltare con la musica non saprei, anche perché noi ci siamo vissuti il tutto sempre abbastanza spensieratamente e con voglia di fare baldoria prima di tutto, ma c’è stato un momento in cui abbiamo pensato davvero di trasferirci all’estero per rendere le cose più semplici… ma alla fine abbiamo preferito rimanere in Italia per mangiare i tortelloni (cit.)… il seguito di cui parli dipende sicuramente dal passaparola e dalla voglia di girare forever in giro per il mondo per farsi conoscere, spesso scendendo a compromessi e buttati in strada come bestie al macello. considerando che internet e i social esistevano a malapena, suonare dal vivo, vendere il merch, attaccare gli adesivi ovunque e fare attacchinaggio selvaggio per pubblicizzare i concerti era l’unico modo per farsi conoscere. Come dicevi tu anche all’estero abbiamo girato parecchio, U.S.A., Giappone, Europa, Russia… conserviamo ricordi e aneddoti per ogni posto… tornando alle bestie al macello ricordo bene un inizio tour Bologna-Bergamo-Napoli-Riga (Lettonia), da già bulbo bianco alla terza data…

3- Come affrontate la scrittura del nuovo materiale oggi? La composizione è rimasta istintiva o cercate di spingervi verso una direzione specifica?

Diciamo che l’idea principale dei pezzi viene sempre dalla mente di Sandrone, che oltre a essere cantante chitarrista è anche lui un Grande, anzi forse lui è il più Grande di tutti…tanto tempo fa, essendo tutti studenti e avendo poche responsabilità potevamo permetterci di sviluppare quasi tutto in sala prove e la vera svolta tecnica e artistica l’abbiamo avuta quando avevamo la nostra sala prove in via Nosadella. Ricordo che entravo alla mattina e uscivo alla sera, spesso dormivo li, mi allontanavo solo per andare a consegnare le pizze per qualche ora al giorno e tutto il resto era suonare e sentire il vecchio di sopra che ripeteva sempre “sent que ca ie sampar poza ed fom”… ora che siamo tutti Fantozzi c’è meno tempo per stare in sala prove e viene fatto un po’ più di lavoro a casa, sempre da Sandrone. Poi una volta insieme ognuno aggiunge il suo, io il basso , Tonto Duro il Synth ecc. ecc. la composizione è comunque sempre molto istintiva da parte di tutti e non pensiamo mai a una direzione dettata da un genere in particolare. Siamo comunque sempre aperti a tutto e come per Bow Wow avevamo coinvolto Riccardo Orlandi  (Tannen Rec / The Rituals / Hell Demonio) come terza chitarra nel progetto, per questo ep abbiamo coinvolto Libero (ex cantante e chitarrista degli Action Men) che ci ha aiutato anche in fase di scrittura e registrazione e sarà presente anche nei live.  In definitiva visto che ci piace quasi tutto e ascoltiamo quasi tutto, va sempre a finire che viene fuori un mescolone di influenze e di generi con l’immancabile pacca e attitude punk che ci contraddistingue e non ci abbandonerà mai.

4- Cosa esprime l’artwork del nuovo disco? Uscirà anche in vinile?

Nell’artwork c’è il figlio di una nostra amica che si diverte saltando e gettandosi in mezzo alla terra con la maglietta dei Forty. E’ stato un caso che ci abbia mandato quelle foto proprio mentre stavamo pensando a quando e come fare uscire i pezzi nuovi e tra l’altro, caso vuole, che la nostra amica, Giorgia Malatrasi, è quella che ha fatto le foto anche per l’artwork di Bow Wow dieci anni fa. Come dicevo, le foto ci sono piaciute molto e abbiamo pensato subito di usarle essendo Kids un tema ricorrente nell’ep, inteso a volte come bambini, come in Animals che parla della appena nata figlia di Sandro e a volte come noi regaz e di come sono cambiati i tempi come nella canzone Kids appunto. Anche Nightride e Cannonball parlano di noi membri dei Forty e consiglio di dare un occhio ai testi per farvi due ghigne… Ovvio che uscirà anche in vinile, anzi, diciamo che lo vedrete molto presto ma per il momento deve rimanere una sorpresa.

5- Progetti per il futuro: quando e dove possiamo venire a vedervi live?

Ora abbiamo un po’ di date da qui all’estate, un paio ne abbiamo fatte e siamo molto felici che dopo quattro anni di mutismo la gente dimostri un sacco di fotta di vederci. A Bolo per esempio saremo special guests al release dei Cut al Covo il 25 Febbraio, poi se ci seguite on lainz ci saranno sempre tutte le date aggiornate!

6- Qual’è il segreto per suonare insieme da quasi 20 anni?

•Eh, me lo chiedo anch’io… Sono 25 anni, conosco pochissimi gruppi in cui i membri sono sempre gli stessi. Sicuramente noi abbiamo fatto qualche scelta per portare avanti le cose, io per esempio a vent’anni ho mollato il lavoro per cui i miei genitori andavano tanto fieri di me per il primo tour europeo. Un altro punto forte è che probabilmente, quando c’è stato qualche problema o intoppo per qualcuno di noi che avrebbe remato contro ai nostri progetti, abbiamo sempre cercato di risolvere le cose tra noi a livello vita e amicizia più che a livello band, sicuro.

7- Saluta tutti evitando “Sei un grande”.

Ultimamente mi piace molto salutare dicendo solo sei un G, lasciando un po’ di mistero, anche se tutti sanno che G sta per Grande ovviamente…anche sei un Gin o sei un Glande ogni tanto ci sta ! Dai scherzi a parte, mollate i celluli e “Nesflis” e venite a divertirvi ai concerti, ci vedrete con meno bulbo e con più panza ma sempre con il braccio duro.