Dj Fede ha chiuso la trilogia di Suono Sporco

Il 14 aprile è uscito “Suono Sporco volume 3”, a poco più di un anno di distanza dal primo capitolo. Abbiamo intervistato il dj e producer torinese per farci raccontare come nasce la trilogia e come sceglie le sue collaborazioni.

Cosa ti ha spinto a pubblicare il terzo volume di Suono Sporco dopo così poco tempo dal secondo?
La trilogia è una produzione nata spontaneamente, doveva essere tutto materiale per un disco, poi beat dopo beat i pezzi sono aumentati, i dischi prima sono diventati due e poi tre.  Il lavoro è iniziato durante la pandemia e non si è più fermato. Il filo logico è il suono e il fatto che i beat siano più lenti rispetto a come producevo precedentemente; un po’ in linea con le produzione americane degli ultimi anni. Avendo così tanto materiale pronto ho lasciato passare un anno esatto tra il volume
uno e due. Lasso di tempo che ho usato per per concludere 26 brani che poi per motivi pratici sono stati divisi a in due dischi. Per dare un senso al progetto abbiamo studiato la formula del cd in regalo a chi compra il volume 2 e 3 in vinile.

In questo nuovo capitolo, dai più spazio alle linee melodiche del cantato, tra i feat troviamo Samuel dei Subsonica e Bunna degli Africa Unite. Com’è nata la vostra collaborazione?
Sono tutti e due concittadini, siamo amici da anni. Con Bunna avevamo già realizzato un paio di brani rap dove lui cantava i ritornelli, oltre ad un pezzo Rocksteady e uno soul nel mio disco Rude Boy Rocker. Con Samuel ci capita spesso di fare dei dj set B2B quindi la collaborazione è nata in maniera spontanea.

Più in generale, come scegli gli artisti con cui collaborare?
Generalmente in base al mio giusto personale, non ci sono strategie particolari. Credo che le collaborazioni troppo studiate poi non portino buoni risultati. Ovviamente gli abbinamenti sono ragionati, bisogna che ci siano dei punti in comune tra i vari rapper se no non ha senso.

Ogni volta che esce un producer album con una grande quantità di collaborazioni dentro, la domanda che viene da fare è: si può portare live un disco del genere? Hai intenzione di realizzare qualche show questa estate?
No, è praticamente impossibile. Non sono previsti live. Mettere d’accordo tutti è complicato e costoso. Visto che da qualche anno collaboro abbastanza stabilmente con Dafa e abbiamo realizzato assieme l’album 1974, tendo a tornare in giro in live con lui. Ci conosciamo da 25 anni e siamo della stessa città, tutto è più facile e naturale. Visto il buon riscontro dell’album, uscito in vinile e cd oltre che in digitale, stiamo lavorando anche ad un nuovo progetto che ci darà la possibilità di portare  dal vivo brani nuovi.

Nelle tracklist i nomi sono tanti, sia rapper che dj. Quali sono i criteri con cui metti insieme i vari artisti? Decidi tu o li lasci liberi di organizzarsi tra loro?
Di solito decido io ma capita anche che alcuni artisti che contatto mi propongano collaborazioni con altri rapper, se mi piacciono le accolgo di buon grado, so che se la proposta parte da loro vuol dire che sicuramente hanno un buon feeling, quindi sicuramente saranno a loro agio e la qualità del lavoro si eleva:  quanto capita praticamente sempre. Quando invece scelgo io, di solito vado in base alla mia sensazione personale, penso “qui ci starebbero bene tizio e caio”… e se tutti sono d’accordo si parte.

L’ultima traccia è un remix di “Beato Te”, tuo brano del 2004 realizzato insieme a Primo Brown, che nella reload vede la partecipazione di Lucci, Ill Grosso e Dj DoubleS. Cosa ha significato per te riportare, dopo 20 anni, la voce di Primo all’interno di un disco?
Era l’ultimo brano, di quelli realizzati con David, che non avevo ancora rivisto. Ho deciso prima di remixarlo, realizzato il nuovo beat ero già soddisfatto, girava bene. In un secondo momento ho deciso di aggiungere altri rapper, ho ovviamente preso due suoi amici, ci sarebbe dovuto essere anche Grandi Numeri, poi per questioni di tempo non siamo riusciti ad avere la sua strofa in tempo per la chiusura del disco, è un peccato, con lui ci sarà sicuramente modo di collaborare più avanti.