Chi sono e cosa vogliono i Dr Zaius?

Arrivano dalla loro “Fogtown” aka Padova e la loro spontaneità umana viene rappresentata pienamente dalla loro musica.

Un quartetto punk HC che si instaura nel 2015, nel bar di fiducia, con l’idea di voler fare qualcosa che gli appartenesse veramente, con un suono che non fosse come quello di qualche altra band.

Nel giro di poco tempo questa volontà si esprime con il loro primo demo “Fogtown” che viene stampato in non più di una trentina di copie.

Arriva il 2017 e viene fatto uscire l’EP Self Titled “Dr Zaius”

Intro “rappeggiante” come sorta di presentazione e otto tracce che possono far tirare un sospiro di sollievo agli amanti di quel sound che fin dal primo ascolto sa di scantinati, luci al neon e sudore. Questi riff aggressivi vengono portati in tour nei posti più disparati del Nord Italia. Dal canonico concerto in un Csoa fino ad un contest di band in una Pizzeria/ristorante.
Poco importa, basta suonare e portare in giro il verbo.

Ovvero una sorta di miscela di attitudine HC e una goliardia autoironica che tanto fa bene alla scena, molte volte parecchio seriosa, del bel paese.

To Succeed Despite Idiocy

Tutte le band possono dire che non hanno un genere di riferimento, soprattutto per quanto riguarda le preferenze individuali dei componenti.

Ma questo album mi rende più chiara la frase che venne fuori durante una chiaccherata con loro. “Ma guarda, personalmente ho delle basi grindcore, però adoro anche i canti marinareschi”. Bhe di marinaresco questo album ha ben poco, ma si può sentire l’ampio raggio di influenze che compongono i pezzi.

Hardcore, spolverate di rock n roll e California punk la fanno da padroni accompagnando testi parecchio diretti con un certo sense of humor (chi avrebbe mai detto che il D.I.Y avrebbe salvato la vita sessuale di qualcuno).

E’ il 2021 ed è tempo di Split!

Come continuare il percorso al meglio se non con l’uscita di uno split? Fianco a fianco con gli Small Thing (Genova Punk) in quella che è diventata una combinazione fatale in 7”.

Entrano gli Small Thing, che vogliono urlare al mondo questo inno alla leggerezza che è “Less Talk, Just Kiss” composta da melodie e cori di una dolcezza spropositata ma allo stesso tempo riflettono una rabbia infinita per questa vita sempre troppo frenetica.

Seguono “Antennas” e “Golden Entelope” che volano via in un soffio con la voce tremolante di Monica e riff instancabili di batteria e basso dal sapore Crust. Dr Zaius serratissimi e a gamba tesa con “Fingers Bleed” e “Too Late To Go To Sleep Too Soon To Wake Up”.

Due tracce che sembrano non dare tregua ma pur sempre con quegli stacchi molto divertenti che contraddistinguono questa band e che sanno levare qualunque ipotetico senso di malinconia.

Un gioco di suoni che solo si può sposare con la rauca voce di uno stoico e immutabile Rashad al microfono.

Insomma, abbiamo capito esattamente chi sono e cosa vogliono i Dr Zaius? Probabilmente no e mai lo scopriremo. Ma nel frattempo attendiamo impazienti nuovi lavori di questo manipolo di scalmanati dalla città della nebbia.