caparezza

Caparezza, critiche introspettive

Michele Salvemini, meglio noto come Caparezza, cantautore e rapper italiano, dagli anni 2000 tra le voci più talentuose del panorama nazionale grazie alla sua grande inventiva e creatività nella composizione dei brani. Personaggio decisamente sui generis, sbarcato nel panorama musicale attraverso San Remo nel ’97.
Il suo soprannome in dialetto pugliese, significa “testa riccia”.

Mikimix

Il primo nome d’arte era Mikimix, nel ’97  sbarca al Festival della canzone italiana, con “E la notte se ne va”

Già un anno prima aveva pubblicato il suo primo disco, “Tengo duro”, dagli esordi si intravede la vena innovativa dell’artista pugliese, infatti il disco è classificabile nel genere Pop Rap, un mix nato a New York fino ad allora sconosciuto in Italia.

L’album che segue l’esibizione a San Remo si intitola “La mia buona stella”, questi due album non riscuoteranno molto successo, decide quindi di ritornare a Molfetta, la sua città natale e continuare a scrivere musica dal suo garage, riflettendo sullo stile e sulle sue capacità da performer e compositore; riinizia quindi a imporsi nella scena Hip Hop ripartendo dal basso, esibendosi nella sua città natale e in quelle limitrofe

Negli anni 2000 arriva il primo disco del Caparezza che conosciamo, dal titolo “?!”,il lavoro riprende 12 su 14 tracce tratte dai suoi precedenti lavori, con un sound che era un mix tra alternative rock e hip hop. Il fatto che a produrlo sia un’etichetta di spessore sempre rivolta alle nuove leve, come la Virgin Records, conferma la sua rinascita musicale e il suo talento.

Incoraggiato da questo lavoro, nel 2003 pubblica “Verità supposte”, il quale lo rivelerà al grande pubblico. Il disco contiene infatti brani come “Il secondo secondo me” e “Fuori dal tunnel”.
Proprio “Fuori dal tunnel”, contrariamente alle volontà dell’autore e a quanto sostenuto nello stesso testo della canzone, diviene ben presto un tormentone estivo. Proprio questo brano come diversi altri è conosciuto dal popolo diversamente da come voleva presentarlo, Caparezza volge lo sguardo su argomenti tragici della vita quotidiana, come le droghe, la depressione e la solitudine, mostra la sua opinione sulle discoteche e altri centri di divertimento definendoli “tunnel del divertimento” ma in maniera quasi dispregiativa

Di te che spendi stipendi stipato in posti stupendi
Tra culi, su cubi, succubi di beat orrendi

Succhi brandy e ti stendi, dandy, non mi comprendi
Senti, tu non ti offendi se ti dico che sei trendy

Prendi me, per esempio, non mi stempio
Per un tempio del divertimento

Inutile negare però che la canzone e il disco abbiano dato visibilità all’artista ,
Nel 2006 arriva anche il terzo album, “Habemus Capa”, brano di rilievo è “La mia parte intollerante”

Le dimensioni del mio caos

L’11 aprile del 2008 vede la luce il quarto album di Caparezza, dal titolo “Le dimensioni del mio caos”. Singolare “Vieni a ballare in Puglia”

Ancora oggi usata come tormentone estivo e nelle serate in spiaggia ma in realtà attraverso una semplice analisi del testo si evince che in realtà è una durissima critica alla Puglia in generale, per le pessime condizioni di vita e di lavoro. L’artista però non si limita a criticare solo la Puglia ma proprio nella prima quartina si rivolge alla situazione del mondo intero.

I delfini vanno a ballare sulle spiagge
Gli elefanti vanno a ballare in cimiteri sconosciuti
Le nuvole vanno a ballare all’orizzonte
I treni vanno a ballare nei musei a pagamento

Qui Caparezza, che fa cantare la quartina di introduzione al Albano, utilizza ironicamente il termine “ballare” per intendere “morire”.
Molti delfini si trovano morti arenati sulle spiagge italiane per via dell’aumento delle malanni causati dall’ inquinamento delle acque nazionali.
Una leggenda dei tempi del colonialismo vuole che gli elefanti, poco prima di morire, andrebbero per istinto in un cimitero segreto.
All’occhio umano le nuvole muoiono all’orizzonte.
Una volta dismessi molti treni finiscono per diventare pezzi da museo.

Tieni la testa alta quando passi vicino alla gru
Perché può capitare che si stacchi e venga giù

Ho un amico che per ammazzarsi ha dovuto farsi assumere in fabbrica

Intuibile che in questi casi si riferisce alle pessime condizioni dei lavoratori e delle numerose morti sul lavoro.

Infine nella prima strofa si rivolge alla situazione ambientale pugliese

Mare Adriatico e Ionio, vuoi respirare lo iodio

Prima di tutto lo iodio presente nei mari che bagnano la Puglia, respirare lo iodio che evapora dei mari è salutare ma

Ma qui nel golfo c’è puzza di zolfo, che sta arrivando il demonio
Abbronzatura da paura con la diossina dell’ILVA
Qua ti vengono pois più rossi di Milva e dopo assomigli alla Pimpa. Nella zona spacciano la moria più buona:
C’è chi ha fumato i veleni dell’ENI, chi ha lavorato ed è andato in coma

Fuma persino il Gargano, con tutte quelle foreste accese

Il golfo a cui si riferisce Caparezza è quello di Taranto, inquinato dal grande traffico di navi e dai gas emessi dalla grande acciaieria della società  ILVA, vicino a Taranto.
Successivamente Caparezza fa riferimento alla grave situazione di inquinamento in Puglia dovuta alla zona industriale di Taranto, la più grande d’Italia.
Inoltre parlando dell’abbronzatura ironizza sul fatto che la Puglia è un’importante meta turistica grazie alle sue spiagge, nonostante questa situazione, con un paragone dissacrante fra l’abbronzatura dei turisti e le malattie dermatologiche associate all’esposizione alla diossina.
Queste dermatiti renderebbero l’aspetto degli abitanti simile alla pelliccia a pois della cagnolina Pimpa, protagonista di un noto fumetto e cartone animato anni ‘80.
Infine sottolinea i numerosi incendi nel Gargano verificati negli anni in cui è stato scritto il brano (2007/2008).
Il disco è legato, anche dal punto di vista commerciale, al suo primo libro, “Saghe Mentali”. Anche il libro esce nello stesso mese, il 3 aprile per l’esattezza, e ottiene ottimi consensi.

Exuvia

L’ultimo album dell’artista pugliese è Exuvia, il percorso segnato è una sfida innanzitutto personale e successivamente collettiva. Per lui scrivere musica è l’elemento purificatore, il disco nasce per raccontare un viaggio di nascita, trasformazione e morte, e le diciannove tracce dell’album fanno da veicolo per trasportare le idee del cantante.

Con “Canthology” Caparezza crea un’antologia del suo percorso artistico, con “Fugadà” compie il salto nel vuoto per iniziare il suo cammino.

Dopo il primo skit dell’album, “Una Voce” ci troviamo ad ascoltare “El Sendero”, traccia che conferma le abilità scrittorie di Caparezza. Il testo della canzone, nascosto dall’apparente tranquillità del ritornello, è in verità la dimostrazione dell’anima combattuta del cantante.

Con “Campione dei Novanta”, Caparezza descrive le difficoltà incontrate durante il suo percorso artistico, il cantante decide finalmente di accettare i suoi fallimenti, rendendoli una volta per tutte parte della sua essenza.

La maturità artistica e umana dell’artista viene stravolta dalla traccia successiva, “Contronatura”, brano con il quale Caparezza si sofferma sulla violenza della natura. Contro natura anche per la scelta del timbro vocale: per tutto il ritornello, quindi per quasi tutta la durata della canzone, il rapper di Molfetta si discosta dalla sua vocalità particolare per dimostrare, a se stesso e all’ascoltatore, che a volte bisogna uscire dalla propria comfort zone per crescere psicologicamente.

“Eterno Paradosso”, forse il brano più “filosofico” del disco, racchiude l’eterno dualismo dell’essere umano. Come in Prisoner 709, anche qui Caparezza si sofferma sulle due personalità che lo compongono: come il Dottor Jekyll e Mister Hyde, anche l’artista italiano è continuamente in combattimento con le sue due personalità.

Guidati dallo skit Marco e Ludo, veniamo trasportati verso la traccia numero dieci, “La Scelta”. La canzone è un viaggio biografico dove si ripercorrono le vite e le scelte di Ludwig Van Beethoven e di Mark Hollis, cantautore britannico degli anni ’70. Se il primo ha dedicato la sua esistenza alla musica, il secondo si è invece ritirato appena dopo aver trovato il successo. È un brano coraggioso, dove Caparezza mette completamente a nudo le sue incertezze e il suo modo di relazionarsi con la musica.

Con “Azzera pace” si torna ad andare contro tendenza. Caparezza si diverte a rimarcare il suo stile di vita, quel suo “andare al contrario”. Criticando film, religione e personaggi pubblici, il rapper di Molfetta sembra tornare a quel genere satirico che tanto lo ha reso famoso e apprezzato dal pubblico.

Alla fine del viaggio troviamo la title-track “Exuvia”. Il titolo fa riferimento all’esuvia, l’esoscheletro abbandonato dagli insetti che hanno compiuto la muta: questo per il rapper italiano, vuole simboleggiare la rinascita dell’artista, una nuova figura nata da quella vecchia.
È un percorso difficile e qualcuno lo doveva pur fare.

Ma che fa oggi Caparezza?

Il rapper è uscito dalla scena a causa di una malattia, che ha preceduto l’uscita di “Prisoner 709”. Caparezza ha scoperto di essere affetto da una patologia grave all’orecchio che gli ha provocato una crisi di identità notevole. Si tratta di una patologia molto comune, l’acufene, chi ne soffre viene colpito da un fischio costante all’orecchio, che l’ha forzato a rivedere il suo ruolo di musicista.