Asp126 e Ugo Borghetti in Senza Ghiaccio: un disco pulp dalla doppia anima

Era dai tempi  di Lambrate/Gianicolo che si aspettava un joint album fra Asp126 e Ugo Borghetti, e finalmente eccolo qua: Senza Ghiaccio, un disco che è già culto.

Ormai aspetto i dischi della Lovegang come si aspetta il Natale da piccoli, nel 2019 i suoi componenti hanno dimostrato di essere una delle crew più forti d’Italia, Franco, Ketama e Drone hanno pubblicato due degli album più riusciti dell’anno e Pretty Solero era già arrivato l’anno prima. Ne mancavano due: Bebbo e Asperino e, forse, erano anche i più attesi.

Quando pubblicarono Notte Assurda l’estate scorsa c’erano già dei segnali di un progetto in cantiere: una copertina curata, un’etichetta come Bomba Dischi dietro e una produzione stellare, i sospetti si sono fatti poi più concreti con Ballatine’s e Gin Tonic. Ed eccoci qui a parlare di Senza Ghiaccio, un disco che vi trasporta in un bar fumoso, dalle tinte noir e pulp, pieno di pesanti racconti delle strade di Roma.

Si perchè Senza Ghiaccio non è un disco facile da ascoltare, o quanto meno non è uno di quelli che ti ascolti quando di vuoi rilassare perchè di tranquillo non ha proprio niente. Si racconta di dipendenza da sostanze, senza elogiarle o vantarsene ma semplicemente prendendo atto del loro uso o abuso, un passo che non credo sia stato facile nè per Asp nè per Ugo ammettere quello che raccontano in questo disco, ma si parla anche di notti passate a dormire in strada, di terapia psichiatrica, di amici morti e una pesante angoscia.

Ma forse la cosa che più colpisce di questo album è l’unione dei due rapper sulle stesse tracce: due artisti così diversi da diventare complementari, Asp con la sua voce quasi delicata e melodica, alternata a quella di Ugo Borghetti, ruvida e graffiante, con il suo stile spoken word che è tutt’altro musicale (e non è assolutamente un male, che sia chiaro), “lo Yin e lo Yang” di Trastevere, una commistione che ha saputo trovare il suo equilibrio fra strofe e ritornelli. Il tutto cucito insieme da una tematica centrale: la città eterna, Roma, ispirazione e teatro di tutto quello che viene raccontato nel disco.

La progettualità, l’unione salda fra le tracce  rende questo disco un manifesto della Lovegang, il bar dove vi trasporta è proprio quello di piazza San Callisto, un bar legato a un’altra Roma, quella degli anni ’70, pieno di perlinato e di anziani che raccontano dei tempi andati, e in effetti forse per capire a fondo questo album va visto il breve documentario Barricata San Callisto girato da Ivano De Matteo e che trovate qui linkato e che viene citato in uno skit di Macchinette.

Senza Ghiaccio è un disco coinvolgente a livelli che poche volte avevo percepito prima, ti porta dritto fra ansie e angoscie, in mezzo a birre finite e droghe, circondato da violenza di strada e voglia di riscatto, il merito, come abbiamo detto, va alle liriche raffinate e alle produzioni ricercate, tutto con uno stile pulp come se Compagno di Sbronze di Bukowski fosse stato ambientato a Trastevere invece che negli States.

Buona parte del merito della grande riuscita di questo disco va anche a FTTNA, il producer di tutte le tracce che è riuscito ad aver fatto da collante definitivo del disco, le basi sono inclassificabili in un genere solo, un po’ indie un po’ rap, un po’ Lo-Fi un po’ rock, creano il clima perfetto per questo disco.

Insomma Senza Ghiaccio forse non diventerà un classico ma è sicuramente già un culto.