ALDA esce allo scoperto con “Tana Libera Tutti” – Talk

Il 27 maggio è uscito Tana Libera Tutti il primo EP di ALDA, giovane artista della rosa di Asian Fake.
Attraverso 6 tracce curate nella produzione da Michele Nannini e Iulian Dmitrenco, ALDA racconta la sua storia personale e il suo modo di sentire il mondo, debuttando con carattere e intelligenza nel rap italiano.
Le abbiamo fatto qualche domanda per conoscere meglio la sua musica e scoprire quale sarà il suo futuro come artista.

Come nasce Tana Libera Tutti?
“Tana Libera Tutti” nasce un paio di anni fa. Prima che questo progetto nascesse, avevo perso la fiducia in me, e quindi avevo interrotto la scrittura da qualche anno. Durante il periodo di crisi che ho avuto, ho però assimilato tanti pensieri e tante emozioni inespresse, che sono fuoriuscite quando ho sentito l’esigenza di creare un contatto con il mondo esterno.

Ascoltando l’EP, oltre al flow ipnotico e serrato, si sente subito una forte coerenza musicale nei vari brani. Qual è stato il motivo dietro alla scelta dei produttori?
Michele e Iulian sono una parte essenziale di questo progetto, che senza di loro non sarebbe mai esistito.
Come me, anche loro ci tengono ad essere autentici, ed è per questo che anche le produzioni hanno una forte identità. Ci siamo contaminati a vicenda.

Nei tuoi testi parli di tematiche generazionali, in particolare del tuo ruolo come donna e le tue origini albanesi. Che ruolo ha avuto la musica nel tuo processo di affermazione nella società?
La musica mi aiuta ad accettarmi. Quando scrivo non mi sento inadeguata, perché so che l’arte serve ad esprimersi. Condividere il proprio mondo con quello di altri non è facile per tutti, ma è un modo per integrarsi, e per fortuna grazie alla musica si può fare.

In Bambine dinamite dici “io sono lo straniero, fuori dal mio margine mi costruirò un impero”. È una cit ai Sangue Misto? Quali sono le tue influenze dentro al rap italiano?
Non ci avevo pensato. Forse inconsciamente potrei avere preso spunto dai Sangue Misto. Essendomi sentita spesso un’emarginata, ovviamente la musica che mi colpiva maggiormente era quella di chi si sentiva fuori luogo come me. Kaos One per esempio, me lo ascoltavo tutte le volte che ero incazzata o presa male.

Com’è stato portare live dei brani così intimi agli albori della tua carriera? Soprattutto su un palco importante come quello del MI AMI.
È stato bellissimo suonare al MI AMI. Vorrei tornare indietro nel tempo per poterlo rifare, anche perché non so quando risalirò sopra a un palco del genere. L’elemento che ricerco nella musica degli altri è proprio l’intimità, e quindi essere intima nelle canzoni o sopra a un palco non mi spaventa.

Cosa dobbiamo aspettarci in futuro da ALDA?
Speriamo bella musica.