Achille Lauro e Boss Doms: superare i generi

Con il loro ultimo progetto “Pour l’Amour” Achille Lauro e Boss Doms hanno dato un bello scossone alla scena rap italiana, e non solo musicalmente. Le parole chiave di questo successo sono provocazione e sperimentazione.

Ho conosciuto il duo romano per caso, ormai due anni fa, grazie al video virale di Achille che ingaggia una rissa a un live urlando con l’autotune. Da lì ho approfondito Ragazzi Madre e la restante produzione del rapper romano, ma non mi ha preso subito. Probabilmente non ero ancora pronto a qualcosa di così differente dai miei standard.

Con il passare del tempo mi sono lasciato trasportare da queste nuove sonorità e quando poche settimane fa è uscito il nuovo album di Achille Lauro e Boss Doms, Pour L’Amour, è stato amore al primo ascolto.
Un’album innovativo per la scena nazionale, che pur prendendo spunto da sonorità già sperimentate all’estero (penso all’Afro-Trap del rapper francese MHD) porta una ventata di aria fresca lungo lo stivale.

Boss Doms ha prodotto qualcosa di veramente inedito ed azzardato, talmente sperimentale che da alcuni è stato giudicato addirittura eccessivo. Le ritmiche della trap lasciano ampio spazio a reggaeton, musica latino-americana, EDM e techno berlinese: un disco rap che potrebbe essere tranquillamente ballato in discoteca.

Sicuramente un sound che mette in difficoltà anche gli ascoltatori più aperti di hiphop e trap ma che allo stesso tempo strizza l’occhio ad un ampio pubblico proveniente dalla sfera della “musica da ballo”. Il mio parere strettamente personale è che rompere gli schemi sia sempre un buon intento ed è giusto farlo in grande stile, come hanno fatto Achille e Doms.

Per quanto riguarda i testi di Achille Lauro: quando mai avete visto un’intero disco dedicato all’amore nel rap? Un amore sia tormentato che spensierato, un amore sia positivo che tossico, che crea una vera e propria dipendenza. Un album che parla di amore pur essendo l’opposto del classico “disco d’amore”, melenso e sentimentale.

Graphic by @gia.da.unpo

Ma la rivoluzione portata da questi ragazzi romani non è solo musicale, come dicevamo, ma soprattutto estetica: si può dire che Achille Lauro e Boss Doms siano per il rap ciò che Renato Zero è stato per il pop: provocatori, appariscenti, azzardati e decisamente queer.
Se purtroppo nel rap c’è sempre stato un sottobosco di machismo, Achille Lauro e Boss Doms mandano letteralmente in frantumi questo stereotipo di rapper virile, duro e puro, sostituendolo con uno del tutto nuovo al rap-game, fatto di payette, brillantini e “Occhiali Da Donna” dove i generi (musicali e non) si mischiano senza porsi limiti dettati dall’etica o dalla morale. Una vera e propria liberazione sessuale.

Spingendoci forse un po’ oltre con i parallelismi musicali possiamo tirare in mezzo anche il Duca Bianco: sto parlando ovviamente di David Bowie che da sempre ha giocato sul non dare certezze sul suo genere, complice anche il suo aspetto dai tratti sia tipicamente maschili sia femminili e aggiungendo tutto un’immaginario appariscente e luccicante, proprio come ha ripreso ora Achille Lauro.

Lo vediamo del resto in molti suoi video come Non Sei Come Me, dove drag queen e estetica LGBTQ+ si sprecano, e anche nell’ultimo video Angelo Blu, con Cosmo, è evidente quanto possa fregare ad Achille e soci della famiglia tradizionale e di tutti gli stereotipi bacchettoni che ne conseguono.

Insomma Achille Lauro e Boss Doms sono decisamente necessari in una scena rap che tende ad appiattirsi verso il “già sentito” a sonorità e contenuti, soprattutto per quanto riguarda le tematiche di genere, da sempre ignorate o sottovalutate.
Non mi resta altro che consigliarvi il loro ultimo lavoro e di andarli a vedere live perchè anche lì promettono scintille.