4 buoni motivi per ascoltare la trilogia di Hysteriack e Giord

Metti insieme due ragazzi della provincia di Viterbo con un’enorme passione per il rap e la sua storia.
Uno scrive incastrando giochi di parole con celebri citazioni della cultura hip hop, l’altro possiede una vasta conoscenza di Ableton e di come si produce una base fatta bene. Aggiungi poi quel tocco di autoironia e umiltà di chi sta emergendo, e ottieni Dont’ Try This At Home.

Nel mio girovagare frenetico su Spotify mi sono imbattuta nel volume 3 di questa serie di mixtape firmata Slam aka Hysteriack con Giord alle produzioni, e sono rimasta piacevolmente sorpresa di aver trovato qualcosa di nuovo che rispecchiasse un po’ quella che è la mia visione di come dovrebbe essere un album rap italiano emergente.

Ecco quindi quattro validi motivi per ascoltarli.

C’è un po’ di funk romano in questo Pusha T

I riferimenti al rap americano si sentono, ma più che una scarsa copia sembra una vera e propria consapevolezza della tradizione. Oltre ad alcune citazioni dichiarate, è indubbio che c’è stata una forte ispirazione della musica d’oltreoceano: si percepisce l’intenzione di creare qualcosa di simile a Dedication di Lil Wayne o Coke Boys di French Montana, con lo spirito e i suoni di chi è cresciuto a contatto con il rap romano di fine anni ’90.

Sono una squadra omogenea

A differenza dei primi due mixtape, usciti entrambi in periodo di quarantena, l’ultimo vanta di parecchie collaborazioni con validi emergenti. Celibraun, NONe, Martire, per fare solo alcuni nomi, probabilmente non vi richiameranno nulla di conosciuto, ma il flow scorre bene sulla base e mantengono una coerenza nelle strofe interne alla traccia. C’è tanta umiltà nei testi, nessuna pretesa di strafare ma solo voglia di dar voce a un’urgenza creativa.
Un po’ troppo marcato il richiamo a Griselda, però.

Muovi il collo

Il punto forte dei mixtape sono le produzioni: skit, sample e batterie sono curati nei minimi dettagli. Si avverte la voglia di far arrivare tutto l’amore per la cultura Hip Hop tramite suoni riconoscibili in tutta la penisola, aggiungendo poi intermezzi audio più personali che richiamano la complicità di chi progetta insieme e vive nella medesima realtà.

 Trova gli Easter eggs

Chi ama l’hip hop in generale, oltre ad amare le sue discipline ama anche la sua estetica visiva, in particolar modo le scarpe. Infatti, il layout del numero sulla copertina del terzo mixtape riprende il motivo della Jordan 3 Black Cement… nulla è lasciato al caso.

Ora non vi resta che scegliere quale tra i 21 brani mettere nella prossima playlist.