nati-diversi

Nati Diversi di Gianni Bismark: il ragazzo del blocco accetta la sua natura

Gianni Bismark arriva al traguardo del secondo disco in major dal titolo Nati Diversi. Il secondo è sempre più difficile del primo e spesso è anche peggiore, a meno che non si abbia la fame viscerale di superare se stessi, come nel caso di Tiziano (questo il nome di Gianni Bismark all’anagrafe).

Già con i suoi primi lavori Gianni aveva saputo dimostrare tutte le sue qualità, arriva poi il contratto con Universal ed esce nel 2019 Re Senza Corona, un album pieno di rabbia e rivalsa, con quella voglia di prendersi tutto tipica dei migliori dischi d’esordio: “Non so cosa voglio, ma so come ottenerlo” cantavano i Sex Pistols in Anarchy in the U.K. e questo sembra essere lo spirito di Gianni.

Gianni Bismark col suo primo disco ha raggiunto probabilmente buona parte dei suoi obiettivi: rispettato da tutta la scena, con in tasca un contratto major e un album che ha riscosso buon successo. Ciò che serviva era un salto di qualità, o forse solo un’evoluzione: con Nati Diversi c’è stata, ed ecco il perchè.

La strada ha sempre fatto parte della sua narrazione, com’è normale che sia per un ragazzo della periferia romana, ma qui subisce un’evoluzione ed è accettata come madre, dura e spesso violenta ma nella quale si può trovare un supporto e un rifugio familiare. Le dinamiche di relazione che si instaurano non sono di sangue ma legate ad esperienze di vita comuni. Il “Ne ho fatti 100” di Gianni ma non è più egotrip, è il resoconto di una vita che lo ha portato ad essere quello che è e a conoscere le persone che gli vogliono bene.

Questa trasformazione è esplicitata perfettamente in una quartina di La Strada è Nostra (in featuring con Geolier):

Io stato solo in piazza
E grazie alla musica sono rinato
Voglio vola’ in alto
È grazie alla musica se ora mi pagano.

Lui che ha sempre accettato tutto della sua vita, si rende conto che è stata la musica portarlo in alto, forse già nel punto che desiderava, e nonostante questo in lui rimane la voglia di andare ancora più su.
Lo dice chiaro e tondo, lui appartiene alla periferia e i reati che ha compiuto erano sì per comprare una casa ma sicuramente non nei Parioli, Gianni vuole rimanere nel suo quartiere fra la sua gente e condividere la sua fortuna con gli amici di sempre.

Ho fatto i soldi in un appartamento
Soltanto pe’ compra’ un appartamento
Tra ‘sti palazzi e poi moricce dentro
(Nse Vedemo Mai)

Tutto il disco è percorso da questo filo conduttore e il tutto si riflette sia nei flow che nelle basi: ad eccezione di Scherzo Rido e Gianni Nazionale, è chiaro che tutto il disco abbia una vena più tranquilla rispetto ai suoi lavori precedenti, nonostante il timbro graffiato di Tiziano. Ovviamente le produzioni seguono questa linea, musicalmente si sente l’influenza degli stornelli romani che si vanno a fondere con le classiche linee melodiche della trap, un plauso va fatto a G Ferrari che ha curato buona parte delle produzioni del disco (6 su 12 portano la sua firma) ma anche agli altri producer che hanno saputo trovare una coerenza musicale fra tutte le tracce, impresa non facile essendo questo il prodotto di un lavoro di quasi dieci persone.

Insomma Gianni Bismark con Nati Diversi ha fatto la mossa più giusta che potesse fare, ha accettato se stesso e ha registrato la sua evoluzione regalandoci un album che, a mio parere, si candida fra i migliori dell’anno. Ora l’unica domanda in sospeso è cosa aspettarci dal prossimo capitolo, ma questo dubbio forse è spinto da un’industria musicale sempre più veloce, godiamoci questo disco e riponiamo piena fiducia in Tiziano per il futuro.