Gli artisti raccontano le città e le città raccontano gli artisti.
“City Insider” è una nuova rubrica in cui chiederemo ai protagonisti delle scene locali di raccontarsi attraverso tre luoghi che sono (o sono stati) punti di riferimento per il loro percorso artistico e personale.
Iniziamo dalla nostra Bologna, culla di tante scene, cercando di comporre una nuova mappa culturale della città.
Episodio 2: MESSIA
Messia è un artista presente da parecchio sulla scena bolognese, sempre preso bene per un freestyle o un open-mic. Sin da giovanissimo si è distinto per la profondità dei temi e la ricercatezza dei testi, nel corso degli anni ha intrapreso un percorso verso una sempre maggiore consapevolezza, sia musicale che poetica.
Dopo aver indagato la sua interiorità nel primo EP C’è dell’Altro ora Messia si sta guardando intorno, orientando i suoi pensieri verso l’esterno, riscoprendo se stesso nel viaggio.
Gli abbiamo chiesto di raccontare la sua Bologna attraverso tre luoghi:
“Il Boccio”
Il primo luogo che ho scelto è uno skatepark di provincia, per l’esattezza a Castel Maggiore. “Il Boccio”: qui è dove sono nato e dove ho conosciuto l’hip hop, tra skate, rap e graffiti.
Ricordo i primi freestyle, accanto alle rampe. Eravamo pochi amici infervorati e nessuna idea di cosa succedesse in città.
Ho scelto come primo luogo la provincia anche perché descrive come mi sento rispetto al rap: un outsider, ai bordi del movimento. Non così distante da esserne tagliato fuori, ma non così centrale da diventarne un portavoce.
Per me è motivo di orgoglio: sono cresciuto con un piede dentro la città e con l’altro in campagna, all’aria aperta.
Sottotetto
Il secondo luogo che ho scelto è il Sottotetto, locale di Bologna dove per anni si sono svolti gli eventi organizzati da Arena 051. Questi eventi sono stati un fulcro dell’hip hop e hanno lasciato un segno importante, a Bologna e non solo.
Oltre al Sottotetto vorrei citare qui altri due locali, il Blogos di Casalecchio e l’Arterìa, che in quel periodo accoglievano gli eventi organizzati dal Collettivo Hmcf.
In questi locali ho conosciuto tanti artisti e belle persone, raccolto stimoli e visto concerti clamorosi.
A contatto con queste realtà sono cresciuto molto e ho ricevuto supporto, trovando spazio anche su palchi importanti, e per questo sono loro grato.
Azzo Gardino
Infine, l’ultima parte del mio percorso è segnato dalla zona universitaria, da Piazza Verdi fino a via Azzo Gardino.
Piazza Verdi per le nottate di rap selvaggio con Ribbores e con tutti gli amici che tiravano l’alba con noi (nominarli tutti sarebbe impossibile!).
Azzo Gardino perché penso sia una delle zone culturalmente più interessanti di Bologna dal momento che condensa in pochi metri la Cineteca, il Mambo, il Parco del Cavaticcio, il Cassero, il nuovissimo DAS, la facoltà di Comunicazione.
Qui è dove ho studiato e sono maturato, accogliendo una marea di stimoli differenti.
Nei miei ultimi lavori ho cercato di restituire alcune idee raccolte in questi anni, per ora però mi sento di essere appena all’inizio dell’opera.
Ps: va detto che i miei ultimi brani sono stati prodotti da Turo nel suo studio, con una bella vista sulle distese pianeggianti della provincia. Quando si dice chiudere il cerchio!
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