Il rap alla conquista di Sanremo 2019 (o viceversa?)

Basta dare un’occhiata ai partecipanti dell’edizione 2019 di Sanremo per rendersi conto che quest’anno c’è stata una svolta: il rap è entrato in modo massiccio fra i partecipanti e gli ospiti della kermesse ligure.

Di sicuro non è stato un ingresso repentino e violento, sono gia cinque o sei anni che i giocatori del rap game si presentano al Festival: Rocco Hunt ha anche vinto l’edizione 2014 nella categoria Giovani, gli anni scorsi lo abbiamo rivisto presente nella categoria Adulti al quale si è aggiunto il conterraneo Clementino. Poi se proprio vogliamo tornare indietro arriviamo a quando Eminem in persona si esibì come ospite nel 2001, spettinando un po’ i signori e le signore imbellettati delle prime file con una imbarazzantissima Carrà che non sa neanche come salutarlo.

Ma arriviamo all’edizione dell’anno corrente, dando una rapida occhiata ai partecipanti troviamo: Achille Lauro, Rancore, Shade, i Boomdabash, Ghemon e purtroppo anche Irama, Livio Cori e Briga quest’ultimo insieme a Patty Pravo, rabbrividisco al solo pensiero) che per questa volta, e solo per questa, metteremo insieme agli altri rapper. Facciamo due conti e vediamo che su una ventina di ospiti un terzo sono appartenenti all’universo hip hop.

Ma addirittura se guardiamo gli ospiti dei vari duetti, almeno quelli annunciati per ora, troviamo Guè Pequeno con Mahmood, con cui ha già collaborato in Sinatra, e Rocco Hunt che torna per collaborare coi Boomdabash. E ancora mancano un sacco di ospiti all’appello.

Alla luce di questi nomi e di questi numeri sicuramente è palese che il rap abbia preso all’assalto il palco dell’Ariston, sia con i top player storici come Gue sia con protagonisti della nuova scuola come Achille Lauro. Sembra tutto bello, ci stiamo pigliando tutto a suon di beat e rime, ma il rap ha davvero bisogno di Sanremo? O è Sanremo che ha bisogno del rap?

Il rap negi ultimi anni ha avuto un’impennata ai vertici del mercato musicale, guidata da artisti come Ghali, Sfera Ebbasta (artista con più dischi venduti e più stream su spotify in Italia e nel 2018) e Salmo che è in testa alla classifica di album più venduti da 4 settimane. Sanremo rischiava di venire ignorato da un’importante fetta di popolazione, avendo un pubblico mediamente anziano e abituato alla canzone italiana o alla pop music. Baglioni come direttore artistico ha fatto capire da subito che voleva dare una svecchiata al Festival e a quanto pare dalla scelta dei concorrenti così è stato.

Ora il dubbio che ci viene è questo: è il rap ad essere entrato a gamba tesa nel mainstream italiano o è il festival nazionale che tenta disperatamante un colpo di coda? Sanremo gioverà in qualche modo alla scena rap o sarà il contrario?

Sicuramente questa ad oggi è una sfida aperta ma quando parliamo di artisti come Achille Lauro, Ghemon e Rancore sappiamo di essere in buone mani: certo che sentire Ragazzi Madre sul palco dell’Ariston non ci dispiacerebbe per niente…