“CHEESE” di Zuzu fa venire voglia di volersi bene

ZUZU, o Giulia Spagnulo,  nasce a Salerno nel 1996, è la più giovane autrice mai pubblicata da Coconino Press (Fandango Editore); il che, pur non conoscendola di persona, mi rende fierissima di lei. I suoi 23 anni confermano che l’età è solo un numero e la capacità di trasmettere tanto da “poco” spesso è innata.

Per poco intendo le 272 pagine di  “Cheese”, che stupiscono più per il livello qualitativo che per quello quantitativo (che comunque se fossero state di più le avrei lette con la stessa voracità).

Decide di presentare il primo “Cheese” come tesi di laurea allo IED di Roma, senza pensare che un giorno sarebbe stato il suo esordio.  Il suo relatore è nientepopodiméno che Ratigher, grande fumettista italiano, che poco dopo sarebbe diventato il direttore editoriale di Coconino Press (Fandango Editore) e avrebbe ricontattato Zuzu per fare della tesi un libro vero e proprio. In più, quest’anno la Coconino ha deciso di affiancare ad ogni autore esordiente un “mentore”, che lo potesse guidare nella composizione del libro, e per “Cheese” è stato Gipi,  guarda caso proprio il primo autore di fumetti che Zuzu abbia mai letto.

Una delle tavole con i tre protagonsti, che cita “I bari” di Caravaggio

Vivere in paesino da giovani non è mai facile, anche il mio babbo scappò dal Friuli per venire a Bologna; bisogna crearsi le distrazioni, mentre in città ti vengono servite su piatti d’argento. Ma si ha l’occasione di sfruttare il proprio ingegno per fuggire dalla noia. Ed è questo che fanno Zuzu, Dario e Riccardo, godendosi l’estate tra pizze rubate, feste, segreti e discorsi estivi. Quelli che si fanno con i proprio migliori amici nel dolce far niente e finiscono con la creazione di seminari di filosofia in un parco o seduti davanti ad una birra. E per esperienza, portano sempre a grandi progetti.

In un pomeriggio di noia avanzata, Dario propone di andare a Brentonico per il campionato italiano di cheeserolling (sì, è lo sport diventato virale per video con la gente che rotola giù dalle colline all’inseguimento di un formaggio) . In Riccardo e nello sguardo scuro di Zuzu si percepiscono subito delle titubanze; ma quell’estate appare, per tutti loro, il momento giusto per mettersi alla prova, come atleti, persone ed amici. Così cominceranno un allenamento più psicologico che fisico, che comunque raggiungerà ottimi risultati.

Quello che ho omesso finora è la quarta protagonista del libro: la bulimia di Zuzu. Ospite segreto della giovane autrice, in grado di spezzarla indisturbata davanti a tutti. Mi sono chiesta spesso come non ci si accorga che qualcuno così vicino a te stia così male, per poi scoprire che tante persone della mia vita avevano o avevano avuto disturbi alimentari di cui io non avevo nessun sospetto. Sono malattie brave ed insidiarsi nel buio e noi siamo anche poco attenti a chi ci sta intorno. Il giorno prima di leggere “Cheese”, ho iniziato a seguire l’autrice @sono.zuzu su Instagram per dare un volto al nome e ho trovato una ragazza speciale, strana e felice. Così vera che ti dà soddisfazione guardarla. Zuzu ti buca con lo sguardo e riesce a trasmettere graficamente il senso di leggerezza che desidera raggiungere, ma anche il vuoto che le lascia questo tipo di “ricerca”. Usa immagini forti ma leggiadre, perchè, pur usando un tratto sottile, riesce a farti toccare la pesantezza di quello che rappresentano. E’ audace nel rivivere la sua sofferenza per trasmetterla agli altri e questo rende tangente il forte legame che ha con la sua opera.

Consiglio questo libro a coloro che si sentono in un qualche modo limitati, perchè ti lascia dentro tanta libertà. E anche a coloro che vivono l’amore di un’amicizia con la stessa intensità di un amore romantico, perchè ti viene voglia di volere ancora più bene a chi ti sta intorno.

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