Breakstarr, l’artigiano dei beats

“Ora il napoletano va di moda in tutto il mondo. La musica napoletana in genere va tantissimo di moda.
Grazie a realtà se si sono create in questi anni: dal jazz al funk/disco.
Napoli è sempre stata la capitale della musica”

Il producer partenopeo Breakstarr ha commentato così il recente dilagare della lingua napoletana nel mondo della musica.
L’abbiamo contattato per farci raccontare di lui e del suo album “Caramelle” che vede la partecipazioni di vere e proprie istituzioni dell’Hip Hop Napoletano: da Speaker Cenzou a Dome Flame, da Op.Rot a Fabio Farti, oltre alle preziose collaborazioni con Gino Giovannelli, Luigi e Mariano Di Nunzio, Maine Soul e Bob Vito.

  • Dove e come nasce Breakstarr?

Nasco nella Zona Est di Napoli nel ’85 da una famiglia di artigiani/musicisti, da bambino studiavo solfeggio con mio nonno (il Maestro Luigi Di Nunzio), ho sempre avuto una passione smisurata con la musica.

  • Parlaci del tuo incontro con la musica rap, dei primi approcci con la cultura Hip Hop.

Ho iniziato ad ascoltare il rap nel ’95, nel ’97 ho iniziato con i graffiti, ma non avevo ancora idea ci fosse un collegamento tra  questi elementi.
Vengo dalla periferia di Napoli che a quei tempi era strapiena di graffiti, si svolgevano un bel po’ di attività e jam nel quartiere dove ho conosciuto altra gente interessata a questa cultura.
La mia prima Tag fu “TAKO“, successivamente “VODKA“, successivamente ho iniziato seriamente la disciplina del breaking insieme a Salvatore Micro e mio cugino Tony Rock.
Nel 2000 entro nella leggendaria crew TCK, che dopo l’affidamento di uno spazio soprannominato “La Sede TCK” che divenne luogo di culto e da lì nacquero eventi come il “The Body Rock“.
Videro luci nuove esperienze, come quella dei “The Animals“, nata dall’unione di breakers di Bitonto e breakers della TCK.
Arrivarono i primi infortuni che mi tennero lontano dalla breakdance, decisi quindi di mettere mano al giradischi, che si rivelò una scelta giusta che mi permise di girare l’Italia e diverse zone Europa per partecipare a varie competizioni.
Mentre ero a Parigi per una battle, allora mi facevo chiamare Sick Dinamike, qualcuno si avvicinò e mi disse “Dinamike you are a  breakbeat gangsta“, sorrisi a tal punto da riflettere sull’accaduto e mischiai “breakbeat” e “gangstar” e venne fuori Breakstarr, ovviamente citando il leggendario duo “Gang Starr“.

  • Come sta l underground napoletano? Quello mainstream va forte eh?

Diciamo che è un momento forte per Napoli in tutti i generi musicali, ora la lingua napoletana va di moda nel mondo, la musica napoletana in generale va di moda tantissimo, grazie alle realtà  che si sono create in questi anni, dal jazz al funk/disco, Napoli è sempre stata la capitale della musica.
Riguardo all’ Hip Hop Underground: è sempre attivo, ci sono un sacco di Jam, ed ogni volta vedo sempre gente nuova, nuovi breakers, nuovi rapper.

  • In molti parlano di similitudini tra il neomelodico e l’ Hip Hop. Cosa ne pensi?

Ma Napoli è sempre stata internazionale musicalmente. Io ascolto tutto, anche il neomelodico, Napoli è la città delle mille contaminazioni. Per esempio, se ascolti Baris Manco, un noto cantante turco, sembra di ascoltare un qualsiasi brano neomelodico, mi riferisco alla similitudine di armonie ed arrangiamenti.
Se oggi c’è questo collegamento tra rap e neomelodico, non c’è nulla di diverso dal rap dei ’90 con i campioni Motown.
Non so se rendo l’idea. Non mi va di ghettizzare roba che è uscita dal ghetto ed è arrivata in ogni città del mondo.

  • Torniamo a Caramelle come nasce? scelta campioni e feat?

Caramelle nasce da un mix di ricordi ed emozioni, è stato come sfogliare un vecchio album di fotografie, è un mix di passato/presente/futuro.
Ho iniziato questo progetto a Londra nel 2016, alcuni beat addirittura sono del 2012, col tempo ho avuto modo di sperimentare, evolvere ed inserire nuovi elementi. Non ho usato molti campioni, delle tracce sono frutto di composizioni originali.
Per quanto riguarda i campioni non dico nulla, chi ne sa, capisce, chi non ne sa ancora, ci arriverà. E’ questo il gioco, no?
Per quanto riguarda i feat, posso solo dire che mi sono circondato di una super squadra e che sono persone che conosco da sempre, col quale sono cresciuto. Hanno capito subito di cosa si trattasse e questo per me è stato il regalo più bello.

Ringraziamo di cuore Breakstarr per il tempo dedicatoci.
Consigliamo vivamente l’ascolto della sua ultima uscita.