national wake

Tra Punk e Apartheid: storia del movimento sudafricano degli anni ’70

16 Giugno 1976: a Soweto, sobborgo di Johannesburg, iniziano violenti scontri tra studenti e la polizia del National Party, partito nazionalista promotore dell’Apartheid che governava il paese. Alla sanguinosa rivolta, nata dopo l’emissione di un decreto che sanciva l’utilizzo dell’Afrikaans al posto dell’inglese come lingua ufficiale nelle scuole, parteciparono sia bianchi che neri, dando inizio ad un movimento che condurrà le proprie battaglie fino al 1994, anno della caduta dell’apartheid.

national wake
National Wake

È proprio in questo scenario di opposizione alle politiche segregazioniste degli Afrikaner che, alla fine degli anni ’70, prende piede una piccola scena punk, caratterizzata oltre che dallo stile musicale, da una ribellione nei confronti dell’autorità costituita, arrivando a rappresentare un vero e proprio problema per il governo. Influenzati dai ben più famosi “colleghi” d’oltremanica come Clash, Sex Pistols e Buzzcocks, questi pionieri del punk sudafricano danno vita ad un genere che mescola la rabbia e l’irriverenza del punk classico con sonorità del reggae e della musica africana, il tutto condito da testi di protesta che raccontano la vita di un qualsiasi sfruttato (sia bianco che nero) che vive sotto l’apartheid.

wild youth
Wild Youth

Sia chiaro: dal punto di vista musicale questi gruppi non esprimono nulla di nuovo che le nostre più o meno giovani orecchie abbiano già ascoltato, ma, considerando il periodo storico, è davvero interessante vedere come, anche in questo caso, la musica punk abbia contribuito a “dar voce” ad una protesta diventata fin da subito multirazziale.

Ci sono almeno tre gruppi che meritano di essere menzionati all’interno di questa scena: i Wild Youth di Durban, i National Wake di Johannesburg e i Powerage, sempre di Durban, gruppi che per la loro storia possono essere sicuramente considerati le colonne portanti del movimento.

Formati da tre ragazzi originari dell’Est Europa e con un solo album all’attivo, i Wild Youth nascono in un sobborgo di Durban, una delle più importanti città portuali del Sud Africa, nel 1978. Il trio si caratterizza subito con un punk rock molto lo-fi semplice e diretto che ricorda molto i primi Slaughter and the dogs.

Definiti “una delle band più dissidenti del XX secolo”, i National Wake sono sicuramente un gruppo che non può essere definito unicamente come punk. Nato a Soweto nel 1978 e composti da due bianchi e due neri, il gruppo si impone sulla scena punk sudafricana per la propria originalità, contaminando il punk iniziale con il funk, il reggae e lo ska 2Tone. I messaggi lanciati dai National Wake mirano al cuore del sistema e per certi versi ci riescono molto bene, basti pensare che l’unico album rilasciato dalla band verrà ritirato dalle vendite a causa delle pressioni del governo e della polizia.

Ultimi, ma solo per una questione cronologica (siamo nel 1981), troviamo i Powerage, composti da alcuni ex membri dei Wild Youth e caratterizzati dal totale abbandono del punk rock ’77 in nome di un hardcore punk incazzato molto simile a quello americano della prima ondata. Anarchici fino al midollo e abituali frequentatori delle patrie galere, i Powerage rimarranno sulla scena per 7 anni, suonando e sopratutto organizzando concerti benefit per i prigionieri politici.

La scena sudafricana, per quanto piccola e in un certo senso marginale, ha incarnato lo spirito punk come poche altre e ha saputo far leva su questo per diffondere un messaggio di liberazione.

Seguici su Facebook ed Instagram.