Capitan Artiglio e la mitologia millennial

Mitologia: “L’insieme delle elaborazioni relative all’ambito fantastico e religioso di una determinata tradizione culturale” -Wikipedia

Se Dio è morto già dai tempi di Nietzche, la mitologia si direbbe estinta da un pezzo.
Io, che non so nulla né di filosofia nè di lettere classiche, vi dico che non è affatto così.

Ai miei occhi le “elaborazioni relative all’ambito fantastico” non sono mai state così prolifiche come nell’era dei cartoni animati, dei videogames, degli effetti speciali e della manga-mania.
Ricordo quando da bambino guardavo le sfere bianche e rosse lungo i fili dell’alta tensione e credevo con tutto me stesso che si trattasse di Pokèball. A quell’epoca l’esistenza di creature fantastiche era per me cosa certa e quando qualche anno dopo arrivò la consapevolezza che si trattava di una finzione il fascino di quei mondi per me non svanì. Continuai a passare le mie ore incollato al GameBoy e a leggere centinaia di pagine di fumetti e saghe fantasy ogni giorno (molto più di quanto io legga adesso, sigh) per conoscere le storie di quegli eroi epici.


Rivisitazione di Misty e Brock dalla serie animata Pokèmon realizzata da Capitan Artiglio

Goku, Vegeta, Ken il Guerriero così come i supereroi del fumetto americano sono a tutti gli effetti personaggi di differenti miti contemporanei che, in maniera più o meno incisiva, hanno cresciuto generazioni.

Non sto dicendo di aver mai venerato un Pokèmon leggendario. Però i “praticanti” di questo culto ci sono e si chiamano cosplay: si riuniscono e partecipano a grandi raduni, si travestono da mostri e compiono dei veri e propri rituali nei confronti dei loro idoli animati. Stiamo parlando di milioni di persone e di migliaia di “sette” che credono a saghe diverse. Un fenomeno antropologico a tutti gli effetti.

Va bene le sto sparando grosse, questa però non è una lezione alla facoltà di lettere ed io sono qui per parlare di qualcuno che, nel mondo del fumetto italiano, è stato in grado di farsi interprete di questa nuova mitologia in maniera eccelsa.

Parlo di Capitan Artiglio, un giovanissimo fumettista Torinese che è sta per uscire con la sua prima edizione cartacea per BAO Publishing: Kids With Guns.
Nel suo fumetto Julien Cittadino (classe ’93) esplora un livello zero del mito contemporaneo, qualcosa che oltre ad essere incredibile e dotato di una potenza devastante è anche vero: i dinosauri. Gli unici “mostri” riconfermati dalla scienza e quindi ritenuti reali (si spera) praticamente da tutti.

Il tutto poi è ambientato in una ucronìa western: cowboy a cavallo di rettili mastodontici scorrazzano per cittadelle, megalopoli e deserti post-apocalittici. Tra un saloon e l’altro ritroviamo continuamente riferimenti al nostro presente, personaggi con maschere da Digimon o pupazzetti di Pikachu abbandonati per strada, adolescenti armati con magliette di gruppi punk e via dicendo.

Io vi confesso che il libro non l’ho ancora letto e in qualche modo tutto l’articolo era un pretesto per sproloquiare sulla mia infondata teoria del “mito millennial”. La verità è che ho iniziato a seguire Capitan Artiglio su Facebook qualche anno fa, quando realizzò le copertine degli album di Murubutu e Rancore e da allora è stato un dispensatore di emozioni e ricordi inesauribile.

Per questo non so dirvi se Kids With Guns sia un’Odissea o un Eneide, ma vi garantisco che sarà epico, nel senso più stretto della parola.
Non so voi ma io domani sarò a rapinare una fumetteria a cavallo di un Triceratopo. 

Capitan Artiglio – Kids With Guns booktrailer from BAO Publishing on Vimeo.