Non è un segreto che tra musica e arte urbana ci sia un profondo rapporto; da New York ad oggi le sottoculture del rap e dei graffiti si sono sviluppate parallelamente e hanno lottato assieme, motivate dallo stesso desiderio di ribellione artistica. Sono quasi dieci anni che si sente parlare di trap e delle nuove correnti del rap, ma nei graffiti non sembra essere cambiato molto.
Writer e Rapper
Rap e graffiti non hanno solamente un’origine comune, nell’espandersi assieme tra le mura dei grandi sobborghi statunitensi hanno subito l’una l’influenza dell’altro. Negli anni si sono consolidate una serie di pratiche comuni ad entrambi come la ricerca dello stile e la forte competizione tra artisti; ma non solo, queste culture sono state unite sotto la bandiera dell’ Hip Hop, un fenomeno di importanza storica che ancora oggi trasporta una moltitudine di attitudini e ideali.
Questa profonda connessione è testimoniata dal grande numero di rapper, famosi e non, che sono o sono stati anche writer, solo in Italia sono decine gli esempi “illustri”. Ad oggi però non si può dire lo stesso dei trapper o dei driller e forse vale la pena domandarsi perchè.
Nuovi writer, giovani trapper
In realtà non è difficile accorgersi che il mondo dei trapper può trovare diversi punti d’incontro con quello dei writer.
La trap e il suo tipico racconto di uno stile di vita fuorilegge e decandente si sposano alla perfezione con la mentalità di alcuni tra i writer più attivi e dediti ai graffiti illegali, sopratutto tra le nuove leve della scena italiana. Inoltre questa attitudine “menefreghista” può indirizzare i giovani artisti a rompere con il passato, portandoli a svilupparsi liberi da quel rispetto revenziale per l’ “old school” che nel bene e nel male ha sempre caratterizzato l’Hip Hop.
Anche se è difficile accorgesene mentre ci si è dentro, probabilmente il pronfondo cambiamento di immaginario che la trap a ha portato si sta già riflettendo nei tratti e nei colori dei writers.
Riflessioni
Indipendentemente da quanto si riesca ad apprezzare la trap ed i suoi neonati sottogeneri, sarebbe da stupidi approcciarsi a questo cambiamento rifiutandosi di accettare ciò che è inevitabile.
La trap e i graffiti sono destinati a mescolarsi sempre di più e forse i graffiti ne hanno molto più bisogno di quanto crediamo.
Se negli ultimi anni le carte sul tavolo della scena musicale sono cambiate molto, i graffiti continuano invece a vivere un lento declino. Che ci piaccia o meno l’ostentazione e arroganza della trap può riaccendere in molti giovani il desiderio di spingere su cemento e su metallo il proprio nome, ambendo alla gloria.
Forse la trap non sarà il motore di una rivoluzione tecnica e stilistica dei graffiti, ma ci aspettiamo che possa diffondere questa nuova energia anche ai writer. Dall’altra parte ci sono artisti che stanno già creando una dimensione visiva adatta ai temi della trap. A noi non resta che osservare.