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Nicolás, pensieri e parole di Egreen

Nicolás è l’ultima opera di Egreen, abbreviazione di “evergreen”, nato nel ’84 a Bogotà da padre italiano e madre colombiana, nel ’99 ,dopo aver passato degli anni negli Stati Uniti d’America, approda in Italia e dal 2002 si dedica all’Hip Hop.
Come da lui stesso dichiarato sui social il disco è molto introspettivo, serviva a lui per uscire da un momento travagliato che si porta avanti dal 2020.
Il disco è prodotto esclusivamente da lui e dai suoi amici più fidati, senza etichette discografiche, senza contratti, senza preoccuparsi delle mode del momento ma pensando esclusivamente alla sua musica.

“Non so quanto ci sia bisogno di un disco del genere, ma ne ho bisogno io e questo basta e avanza.”

Il 25/02 pubblica “Nicolás”, il titolo del disco e anche del primo brano riprende il suo nome all’anagrafe, Nicholas Fantini

Il disco è stato anticipato da “Incubi”, uno storytelling in rima della sua vita, un brano che ripercorre 20 anni della sua vita mostrando le sue capacità sonore, non che ce ne fosse bisogno, con 10 minuti di flow sempre ad alto livello; nel brano parla della sua infanzia, dei suoi problemi con la droga e con lo spaccio dei suoi problemi familiari, e del suo approccio alla musica Hip Hop, citando gli artisti che ad inizio anno 2000 popolavano il panorama  Hip Hop italiano

Mio padre che se ne andava, mai rivisto e manco mi importava
Mia madre col primo incidente in fin di vita
Sbattermene è stato il più grosso rimorso della mia vita
Per questo ventun’anni dopo quando è risuccesso
Non ho esitato a fiondarmi al volo all’inferno

Con questi versi ci mostra di aver avuto un infanzia molto travagliata, come dirà anche in altri brani, che lo ha segnato profondamente.

La tracklist porta al primo posto Nicolás”
Egreen racconta i suoi problemi, la mamma in prognosi riservata all’ospedale di Bogotà e lui con un volo di sola andata per starle vicino, è una traccia senza ritornelli, con tre strofe e si conclude con un interludio in cui dice:

Nonostante tutto quello che ho passato dai quindici ai trentasette anni, il 2020 è stato l’anno peggiore della mia esistenza. Nel dicembre del 2020, come se non bastasse, sono dovuto tornare a casa mia con un biglietto di sola andata per fare nuovamente i conti col mio passato.

 In “Matematica” dichiara il suo amore per il rap, l’unica ancora di salvezza in un periodo buio, un rap puro, fatto per se stesso e non per i soldi degli altri.

‘Sta roba non deve piacervi, sorry, piace a me e mi basta.

“Diario di bordo, Pt.I”, invece è uno dei brani più tristi dell’album, in cui racconta i problemi della madre, intuibile dal ritornello in cui si “offre” di soffrire al posto del genitore che gli è stato vicino per tutta la vita, in assenza di una figura paterna.

Se stai guarendo, ti prego, fallo per me
Se stai soffrendo, dammi, lo faccio per te
Dopo tutta ‘sta fretta, dimmi, cosa rimane?
A quanto pare è normale farsi del male.

Nell’outro del brano scopre la carte e scrive :

Mai, mai sono stato così sfinito
Mai, mai sono stato così impaurito.

La quarta traccia, “Il problema” presenta nell’intro un discorso di Bernardo Jaramillo Ossa, membro del senato colombiano morto proprio a Bogotà negli anni ’90, in cui denuncia i comportamenti non pacifisti dei gruppi paramilitari e le violenze dello stato contro i civili, dopo questa introduzione di stampo politica si dedica al racconto della sua città, Bogotà dove tra 2020 e 2021 ha lavorato alla prima versione del disco.

Sto in diretta da una metropoli di dieci milioni
Dove almeno sette per una bici ti fanno fuori.

Il secondo verso richiama un passaggio di una conferenza tenuta nel 2012 dal magistrato Nicola Gratteri, procuratore capo a Catanzaro, che nel contrastare la ‘Ndrangheta si occupa anche del narcotraffico internazionale e della produzione di cocaina in Colombia; in questo modo Egreen prende anche posizione contro il narcotrafficanti e successivamente anche contro le violenze della polizia, quando due versi dopo riferendosi ai fatti del G8 a Genova scrive:

Un G8 al mese, l’odio vero per lo sbirro
Se non è un manganello o una lama, la roccia killa tuo figlio

Nella quinta traccia, “Fuck that”, toglie la maschera e dichiara dalla prima quartina le aspettative del disco, lasciando intuire che, forse, non ci sarà nemmeno un tour per questo album che è esclusivamente introspettivo:

Questo non è un disco per suonare
È un disco personale, che parla d’amore, esorcizza il male
È resistenza, rivoluzione interna
Da causa a effetto, dalla tempia alla penna

Nella sesta traccia ,“Cornici”, si dedica ai suoi problemi con la droga quando era un adolescente:

Ho mangiato entrambe le paste col coniglio senza Alice
Dormivo in fondo alla classe con crocche nella narice, ah
Vent’anni di rullanti

Significativa il rimando al disco che chiuse la carriera di Giovanni Pellino, in arte Neffa, omaggiando cosi una grande fonte di ispirazione per il colombiano:

Penso a Pellino, a quando ha scritto Arrivi e partenze

Questo verso potrebbe essere visto in due maniere diverse, dato che riporta l’ultimo album di Neffa potrebbe essere anche l’ultimo di Egreen, alternativamente sente che Nicolás rappresenta un disco molto importante nel suo percorso tanto quanto lo è stato “Arrivi e partenze” per l’ex Sangue Misto.

La settima traccia, “Diario di bordo, pt.II” è quasi un brano romantico in cui racconta uno dei momenti più belli della sua lunga carriera da musicista ossia la registrazione e il tour tra maggio e  giugno 2019 di Love, album collaborativo con Nex Cassel

Il disco di conclude con “Intro”, in cui l’artista colombiano promette che tornerà a prendersi la scena Hip Hop come negli anni passati.

Una nota di merito va data alla vasta gamma di produttori che troviamo nel disco, tutti di altissima caratura nel mondo Hip Hop, troviamo infatti: Big Joe, Seife, Zonta, Shocca, Wokem Bemo, Fid Mella, Neazy Nez e Cope.