La risposta del team di 21 Savage

Nella notte del 3 febbraio abbiamo appreso una notizia impensabile: il rapper di Atlanta 21 Savage è in realtà inglese ed è stato arrestato per permanenza irregolare negli stati uniti.

Oltre a mettere in discussione tutta la sua storia passata questo ha generato la generale ilarità del web, che già l’aveva trasformato in un meme dopo la sua dichiarazione “issa knife” diversi anni fa.
Anche tanti personaggi pubblici si sono lanciati nel sogghigno generale, compresi Demi Lovato e Chris Brown. Come spesso accade nel virtuale si perde la cognizione del reale, scordandosi che 21 Savage è un essere umano e un padre che potrebbe essere allontanato dalla sua famiglia.

 

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Ma arriviamo agli sviluppi legali: la ICE ha confermato tramite un certificato di nascita che 21 Savage, all’anagrafe Shéyaa Bin Abraham-Joseph, è nato nel quartiere di Newham a Londra.
Di fronte a questa evidenza il suo team ha confermato le sue origini britanniche, dichiarando però che sarebbe arrivato negli states nel 1999/2000 all’età di 7 anni, e che a cavallo del 2005 sia tornato in europa per oltre un anno, perdendo il suo status di cittadino americano, “non per colpa sua” dicono, essendo che era ancora minorenne.

Fatta chiarezza sulle sue origini proseguono con la linea difensiva, sottolineando che sua madre ed i suoi tre figli siano cittadini regolari americani e che per via della sua lunga presenza sul suolo americano 21 Savage può chiedere una cancellazione del rimpatrio. Aggiungono inoltre che la permanenza sul suolo americano va garantita se non c’è rischio di fuga o pericolo per la comunità.
Il suo legale ha definito l’intera faccenda una “violazione dei diritti civili”.

In questo caso 21 Savage non sarebbe un impostore ma una vittima del sistema giudiziario americano, oggi più che mai fissato con migrazione e cittadinanza.

Qualunque sia il caso ci auguriamo che 21 possa riabbracciare al più presto la sua famiglia e ritrovare una stabilità ad Atlanta, il luogo che l’ha cresciuto e che l’ha supportato fino a portarlo al successo. 

Lasciamo una parte della dichiarazione del suo team:

Mr. Abraham-Joseph has three U.S. Citizen children, a lawful permanent resident mother and four siblings that are either US Citizens or lawful permanent residents. He has exceptionally strong ties in the United States, having lived here since he was in the first grade. Because of his length of residence in the United States and his immediate relatives, Mr. Abraham-Joseph is eligible to seek Cancellation of Removal from an Immigration Judge.

Mr. Abraham-Joseph was placed into deportation proceedings AFTER his arrest, he was not in deportation proceedings prior to this detention by ICE. DHS has known his address since the filing of a U visa application in 2017. He has never hidden from DHS or any of its agencies. Mr. Abraham-Joseph is not subject to mandatory detention under federal law and is eligible for bond. By statute, bond should be granted by ICE when there is no flight risk or a danger to the community… We are unaware of why ICE apparently targeted Mr. Abraham-Joseph, but we will do everything possible to legally seek his release and pursue his available relief in immigration court.