California Dreaming: intervista a Daste

Difficilmente, parlando di stati uniti, la discussione sui graffiti si allontana molto da New York e Philadelphia. Abbiamo chiesto a Daste, writer milanese spesso in trasferta a Los Angeles, di parlarci di come funzionano le cose sulla costa ovest.

Per iniziare, parlaci di te, come hai iniziato a dipingere? E cosa ti spinge a continuare?

Dipingo dal 2016, la passione è nata stando a contatto con persone più grandi di me soprattutto grazie alla brakdance che mi ha permesso di partecipare a jam dove si praticavano tutte le quattro discipline. Dopo anni di stop dal breaking ho deciso di rimettermi in gioco provando con il writing visto che metà dei miei amici già dipingeva, e l’altra metà ballava.
La chiave del mio percorso sta nel voler migliorare e fare più dell’ultima volta; una cosa che ho capito dal breaking è che devi allenarti per diventare forte, non serve solo disegnare o ballare ma devi voler anche fare di più.
Con gli USA ho un rapporto molto stretto, e cerco di andare là ogni volta che posso.

 

Parlando di graffiti, quali differenze nello stile, nell’attitudine e nella cultura vedi tra la scena italiana e quella californiana?

I graffiti veri li ho visti in America. In italia come sempre cerchiamo di stare al passo e di copiare dall’altro continente. Gli stili variano molto di città in città, c’è lo stile di NY, di LA, di Boston e di ogni altra grande città. L’attitudine migliore (e peggiore) l’ho vista a Los Angeles, ma se non lo hai vissuto è difficile da spiegare; parlando di GRAFFITI , e non solo la domenica al muro legale, l’attitudine e la cultura sono rimaste pure e competizione quasi esagerata…

La competizione tra writers è tremenda, chi va più grande, chi ne fa di più, chi dipinge lo spot più pericoloso, chi ha quello ancora non buffato. Le strade di LA sono praticamente distrutte. Roma assomiglia vagamente a Los Angeles, solo che in piccolissima parte.. però per capire meglio ciò che dico è sicuramente necessario andare e camminare per le strade di Los Angeles.

 

Quali sono invece le differenze nella pratica, nello stare in strada o in yard durante un azione?

La partita si gioca in strada, ma la differenza sostanziale sta nelle persone che puoi trovarci; dai gangsters ai crackheads, ti possono sparare o aggredire senza motivo, solo perché sei nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ad alcuni amici hanno sparato in yard mentre dipingevanoi treni, le pallottole venivano da dei gangsters.. non era una questione di territorio, lì ti sparano a vista senza alcun motivo.

Personalmente sono stato minacciato più volte, ma non è mai successo niente grazie ai soci con cui mi trovavo. Una volta in macchina a Skid Row dei presunti gangsters, o un’altra volta a South Central da un senzatetto con un machete. Tante altre volte sono stato minacciato da altri writer, ma come si dice: “LA is for the gangsters” , e così è. Per non parlare della polizia, se ti dovesse fermare, è carcere assicurato.

 

Parlando di stile, è chiaro ad un primo sguardo che c’è un profonda connessione tra graffiti, calligrafia e tatuaggio, cosa puoi dirci a riguardo?

Lo stile californiano è molto simile a quello messicano. La cultura chicana è parte fondamentale di Los Angeles, dal cibo al lettering, dai negozi ai cartelli per strada. Lo stile calligrafico deriva sempre dal lettering Chicano, poi stilizzato e variato dai vari artisti e tatuatori nel tempo e/o a proprio gusto.

La cultura del tatuaggio è molto diffusa, non solo trai i giovani e non è “mal vista” come in Italia. Anche se , a dire la verità, ormai la cultura del tatuaggio sta svanendo anche lì, rimanendo comunque più solida che in Europa. Sicuramente quando si tatuano si tatuano tanto! Nel tempo i tatuaggi hanno lasciato l’immaginario della criminalità e delle gang, nonostante questo in Italia c’è chi ancora cerca di scimmiottare quella dimensione.
Ovviamente è difficile vedere un tatuaggio in stile chicano su un americano doc, quindi in un certo senso la cultura viene rispettata, tuttavia anche tra i chicanos sta andando lentamente a svanire, troppi wanna-be insomma…

 

Consigliaci qualche writer che si deve conoscere se vuole approfondire questo stile

Come writers, posso consigliare Blunts, Keaps, Esteban, Warios, Dase, Wicks, Lettering Malandro, Mowgly, Deft, Kkade, Fanstaknado, Kingsley, Sleeps, Prime, Motiv8, Chavo, Case, Norm, Boog, Lucho Morante, Edgy e Threeta2, Siege.. e soprattuto la Mia crew BAMC; e potrei continuare all’infinito. È più una questione di gusto personale. Sono onorato di avere a che fare o aver avuto a che fare con la maggior parte di loro. È una cosa che mi spinge tanto a fare di più e non rimanere indietro.

 

Per concludere, cosa vorresti dire alla scena italiana?

Viaggiate un po’.
Siamo tutti bravi a farci trecento pannelli sotto casa, poi vediamo anche che combinano fuori dal quartiere.
Per il resto, ognuno è libero di fare e dire ciò che vuole, e di sentirsi il re del mondo, non sono migliore di nessuno. Divertitevi, dipingete, spettegolate meno.

 

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Instagram: Daste