Giuliana Appendino – Illustro chi illustra

In questa reclusione collettiva, sono molto contenta di presentarvi Giuliana, illustratrice freelance piena di energia. Scrivere e preparare questo articolo mi ha dato un carica di cui, in questi giorni un po’ passivi, avevo davvero bisogno. Sono certa che arriverà anche a voi.

Racconta chi sei, dove vivi, come ti identifichi nel mondo dell’arte e qual è il tuo percorso accademico. Mi chiamo Giuliana (@giulianaappendino), ho 28 anni e vivo a Caramagna, in provincia di Cuneo. Di lavoro disegno cose, anche se da qualche mese a questa parte la mia occupazione principale è cambiare pannolini. La mia formazione artistica è quasi al 100% da autodidatta. L’unica esperienza che ho avuto con una insegnante in carne ed ossa è stata con una signora misteriosa che si chiama Cinzia. Ancora oggi ho il dubbio che sia il suo vero nome.

Che musica ascolti mentre disegni? Consigliaci un pezzo. Mentre disegno, ascolto le colonne sonore dei miei videogiochi preferiti (soprattutto quelli della PlayStation 1 e della PlayStation 2). Se devo consigliare un pezzo consiglio “peter pan” dei Rovere.

Mentre prepari un progetto importante, tendi a parlarne con tutti o a chiuderti finché non hai finito? Quando ho qualcosa in mente non riesco a tenerla solo per me. La prima persona che cerco per condividere l’entusiasmo iniziale è mia sorella, anche lei illustratrice e fumettista (l’abbiamo intervistata qui! N.d.r). La seconda è mio marito, che a mente fredda mi aiuta a ragionare sugli aspetti più critici del progetto e mi dà una mano, quando è possibile, a far quadrare le cose. In generale, mi confronto spesso con mia sorella quando devo sviluppare un’idea. Nella maggior parte dei casi, anche quando mi sembra di avere tutto già chiaro, dopo aver parlato con lei l’idea originale ne esce sempre migliorata. Inoltre, lei si sorbisce anche tutte le mie lamentele e mi sostiene nei momenti di crisi.

Quanto cambia il tuo lavoro se è su commissione? Come lo sviluppi se è un processo creativo forzato? Quando lavoro su commissione, non percepisco le restrizioni come un freno alla mia creatività. Penso che la creatività sia molto più legata al modo di pensare e di affrontare i problemi piuttosto che alla libertà di espressione. La cosa che più mi entusiasma è cercare delle soluzioni che soddisfino la richiesta e che allo stesso tempo mi rappresentino. Dover stare a delle regole, imposte da qualcun altro, mi costringe ad abbandonare le mie abitudini e spingermi oltre ciò che so fare. Lo trovo stimolante e divertente; in effetti per me è quasi un gioco. Anche se non sempre il risultato finale mi soddisfa, alla fine del lavoro ho fatto sempre un miglioramento. Tenere la mente aperta e una buona dose di autoironia mi aiutano a venire incontro anche alle richieste più fantasiose (o a quelle più banali). Sbizzarritevi pure, accetto la sfida!

Ti piacciono i tuoi vecchi lavori? Ogni quanto vedi un salto di qualità? Confesso che, in generale, non ho un buon rapporto con i miei lavori passati. Ultimamente faccio fatica a trovare il tempo per disegnare, perché la bambina che ho avuto qualche mese fa assorbe quasi completamente il mio tempo e le mie energie. Quando produco poco, vedo i miei disegni molto più sconnessi l’uno dall’altro, ho la sensazione che quel poco che ho fatto mi rappresenti male e per questo combatto spesso contro la voglia di cancellare roba in massa. Quando riesco a lavorare a ritmo più sostenuto, invece, percepisco il mio lavoro più come un flusso continuo e nonostante molti disegni non mi piacciano lo stesso la cosa mi pesa molto meno.

Chi ti ispira di più? Altri autori, i tuoi amici, i tuoi amori o chiunque. La persona che mi ispira di più, in assoluto, è il mio figlio più grande, che ha tre anni e mezzo. Mi sembra che lui abbia qualcosa nel suo modo di pensare e di rappresentare le cose che io ho perso e che temo mi sia impossibile recuperare. Ho conservato tutti i suoi disegni e li riguardo spesso, anche perché mi affascina vedere la sua evoluzione attraverso di essi. Una delle cose più importanti che ho riscoperto disegnando insieme a lui è l’importanza di essere liberi dall’ansia di dover fare le cose “bene”. Oltre a questo, Claudio è una fonte di ispirazione continua e inesauribile: le parole sbagliate, i suoi ragionamenti magici, i giochi e le storie che inventiamo insieme mi danno molti più spunti di quelli che riesco a realizzare, perciò ho iniziato ad appuntarmi tutte le cose più interessanti per non rischiare di dimenticarle.

Quale è stato il tuo più grande flop inaspettato? E il tuo più grande successo? Uno dei miei più grandi flop inaspettati è stato perdere un incontro di boxe (che stavo vincendo io senza troppa difficoltà) a pochi secondi dalla fine per KO. Un duro colpo, in tutti i sensi. Un successo, invece, è stato non lasciare che la mia passione per il disegno rimanesse chiusa in un cassetto e diventasse un rimpianto. A volte faccio quasi fatica a crederci, perché mi sembra di aver compiuto un’impresa incredibile. Se me l’avessero detto dieci anni fa non ci avrei mai creduto.