Anastasio rivendica i like a Salvini e Casapound

Anastasio ce l’ha fatta, ha vinto XFactor ed ora è al banco di prova con la realtà del mercato musicale, alla quale dovrà sopravvivere o soccombere come tutti i fuoriusciti dai talent. Poco prima del suo trionfo però Noisey ha smascherato un lato di lui che molti non conoscevano rivelando le sue “singolari” preferenze politiche, esibite sui social con like a Trump, Salvini e CasaPound.

Scoperchiato il vaso di pandora si abbatte su di lui la bufera mediatica e ci sta tutta, dopo che Salmo e Gemitaiz si sono schierati contro Salvini il rap si è riavvicinato alla contestazione politica e questo è decisamente un bene. Nel suo totale silenzio stampa il tutto è rimasto un po’ sospeso ed ambiguo: è veramente un fascio? è solo un “troll” che fa ironia sul web?

Finito XFactor Anastasio ha fatto chiarezza (ma non troppa) durante una conferenza stampa. Una risposta estremamente razionale la sua, anche troppo:

“Sono un libero pensatore, non credo che siano opinioni additabili come fascismo. I like li ho messi perché sono articoli che ho letto, mi piace tenermi informato […] C’è un caos politico completo, basta parlare ancora di comunismo e fascismo. Ormai la destra fa la sinistra e viceversa. La destra oggi difende i lavoratori, la sinistra è diventata liberista, è un casino. Ho opinioni su fatti di cronaca a volte da una parte e a volte dall’altra, non mi sento di etichettarmi. Se uno dice una cosa giusta la condivido, che sia Salvini o Renzi. Guardo cosa si dice, non chi lo dice.”

Cos’ha di sbagliato questa risposta? Semplice, pur negando di essere fascista Anastasio non si sposta di un millimetro, non condanna, non rinnega in alcun modo quegli ideali. Chiunque con un minimo di spirito antifascista o quantomeno un po’ di consapevolezza storica si sarebbe smarcato fortemente dalle accuse, avrebbe voluto in tutti i modi distanziarsi da quella posizione.

Lo scudo retorico della libertà di pensiero è la giustificazione più classica dell’estrema destra e non c’è niente di più qualunquista del discorso per cui “fascismo e comunismo non esistono più”: vallo a dire ai barboni pestati per strada, ai migranti morti affogati, a chi subisce il razzismo sui banchi di scuola e sul lavoro ogni giorno.

In questo momento storico è importante che gli artisti e i personaggi pubblici prendano posizione, quello che ha fatto Anastasio è esattamente l’opposto: una mezza giustificazione per calmare le acque e restarsene placido nella sua zona grigia.
Forse non è l’unico che si trova a suo agio in quest’aura di ambiguità, su questo magari torneremo in futuro. Resta il fatto che chi ascolta (e fa) rap dovrebbe avere un briciolo di coscienza della cultura a cui sta prendendo parte e disprezzare ogni forma di razzismo e fascismo.