Alice Piaggio – Illustro chi illustra

È inutile introdurre, anche questa settimana, “Illustro chi illustra” ricordando (come se potessimo dimenticare) l’anomala situazione con cui conviviamo. Per cui sedetevi comodi con un bell’album di sottofondo e godetevi l’intervista alla magnifica Alice Piaggio.

Racconta chi sei, dove vivi, come ti identifichi nel mondo dell’arte e qual è il tuo percorso accademico. Mi chiamo Alice Piaggio e sono un’illustratrice. Sono nata nel 1991 a Genova , ma cresciuta a Bogliasco, piccolo borgo frequentato da surfisti e pescatori.  Nel 2014 mi sono laureata all’Accademia di Belle Arti e nello stesso anno mi trasferisco ad Urbino dove, nel 2017, mi laureo al corso di illustrazione all’ISIA. Vivo in Ticino, in Svizzera, circondata da montagne innevate, prati verdi e boschi di castagni. Mi sono aggiudicata il Premio Illustri 2019 nella categoria Magazine e quotidiani e sono co-fondatrice della rivista PELO magazine e collaboro con riviste e case editrici italiane e straniere.

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Che musica ascolti mentre disegni? Consigliaci un pezzo. Non ho un genere vero e proprio, ma amo Fatboy Slim, Moby e i Planet Funk. Di quest’ultimi vi consiglio un pezzo che ho riscoperto da poco e che mi gasa un sacco mentre disegno: Lemonade.

Quali sono il tuo materiale preferito su cui disegnare e il tuo strumento preferito con cui disegnare? Senza dubbio i fogli lisci F4 e i colori acrilici.

Cos’era il primo disegno che hai visto di cui hai ricordo? E il primo che hai fatto? Non ricordo il mio primo, ovviamente, ma ricordo comunque uno dei primi disegni che ho fatto. Sono cresciuta in una famiglia in cui i libri di storia dell’arte non sono mai mancati, ed uno dei miei artisti preferiti (al quale mi ispiro tutt’ora) era sicuramente Picasso. Tutte quelle facce scomposte, gli occhi storti e i colori accesi, evidentemente avevano una forte influenza creativa su di me. Fu così che a 3 anni e mezzo, al primo anno di asilo, realizzai il mio personale omaggio al grande artista cubista e, con enorme orgoglio, dichiarai alla maestra di aver disegnato il “Gatto di Picasso”. Purtroppo non riesco a ritrovare questo cimelio, ma, in compenso, ho ritrovato quest’altro disegno (che vi allego) che documenta un’altra mia grande passione da quattrenne: l’oceano, i pesci e, soprattutto, gli squali.

Mentre prepari un progetto importante, tendi a parlarne con tutti o a chiuderti finché non hai finito? Di solito lo condivido solo con le persone con cui sono a strettissimo contatto, sono abbastanza scaramantica in queste cose, quindi finché non si concretizzano ufficialmente preferisco non espormi troppo.

Hai un piano fisso per lavorare entro una scadenza o ogni volta è una rivoluzione? Ho un’agenda dove ogni settimana mi appunto una lista precisa di tutto ciò che devo fare. Difficile (e qui me la sto tirando) mi ritrovi con l’acqua alla gola per una consegna, sul lavoro sono una persona molto puntuale e precisa, non sforo una scadenza, mi metto sempre nelle condizioni di riuscire a consegnare addirittura in anticipo. D’altronde il mestiere dell’illustratore è un lavoro esattamente come tutti gli altri, la puntualità è d’obbligo.

Ti piacciono i tuoi vecchi lavori? Ogni quanto vedi un salto di qualità? Di solito non mi convincono neppure i lavori “correnti”, ammetto di essere molto auto critica, ma spesso, riguardando i vecchi lavori, cerco di focalizzarmi più sull’idea che c’era dietro ognuno più che sulla resa grafica. Al di là della tecnica, ciò che mi fa percepire dei veri miglioramenti nei miei lavori nel corso del tempo sono, appunto, le idee e le composizioni.