10 album per raccontare un decennio di rap americano – parte 1: da Kanye West a J. Cole (2010-2014)

Dopo aver raccontato un decennio di rap italiano ritorniamo alla madrepatria del genere, in questa metà dell’articolo ripercorreremo gli anni delle prime provocazioni di Tyler The Creator, dall’esplosione della trap fuori da Atlanta fino alla maturazione di J. Cole.

2010: Kanye West – My Beautiful Dark Twisted Fantasy

Nel 2010 Kanye, che era già una superstar, prepara MBDTF alle Hawaii per sfuggire allo stress e alla fama.
Questo disco fu un contributo fondamentale perchè riuscì ad abbattere tutti i clichè estetici in cui il rap stava stagnando: non era gangsta-rap alla Fifty Cent, non era boombap alla DJ Premier, non era old-school alla De La Soul e nemmeno G-Funk alla Dre.
Col suo maestoso suono orchestrale e le cinque copertine disegnate dal pittore George Condo MBDTF è una manifestazione della grandezza del rap nel nuovo decennio.

2011: Tyler The Creator: Goblin

Il disco di esordio di Tyler The Creator arriva in piena opposizione al “rinascimento” hiphop portato da Kanye West: Goblin è un concentrato di suoni sporchi e rap cattivo, infuso di scorrettezze, ironia e nichilismo (kill people, burn shit, fuck school).
Il suo collettivo Odd Future sarà un’esempio per tantissime realtà a venire e sfornerà talenti enormi come Earl Sweatshirt e Frank Ocean, Tyler sarà fino alla fine un leader scandaloso e iconoclasta.
Ad oggi Tyler è ancora uno dei più grandi innovatori della scena, il suo brand Golf è apprezzatissimo e i suoi ultimi due dischi sono stati largamente acclamati da pubblico e critica.

2012: A$AP Rocky – LONG.LIVE.A$AP

Tyler e Kanye avevano aperto il rap alla creatività (insieme a Childish Gambino, Kid Cudi e tanti altri) ma c’era un nuovo suono che avrebbe sconvolto i paradigmi dell’hiphop: la trap.
Le origini di questo sottogenere ve le abbiamo già raccontate ma va dato a A$AP Rocky il merito di averlo reso popolare nel resto degli states. Ispirandosi alla scena di Houston, Rocky è in grado di dargli un’estetica accattivante, aggiungendoci la formazione tecnica del rap newyorkese e una crew estesa alla Wu-Tang, la A$AP Mob. Questa formula esplosiva porta 808, sincope e piattini alla ribalta nella Grande Mela.

2013: Drake – Nothing Was The Same

Mentre la trap sta iniziando il suo grido dal Canada arriva invece una voce dolce, quella di Drake.
La sintesi eccellente di canto e rap già dimostrata con Take Care nel 2011 aveva conquistato certificazioni in tutto il mondo, col suo secondo disco ufficiale smentisce ogni dubbio che il suo fosse un successo passeggero.
Drake sa rappare anche su beat cupi e potenti ma vince grazie a melodia e sonorità, restando sempre al passo coi tempi e conquistando una fetta di pubblico enorme. Così comincia a costruire il suo impero, October’s Very Own (stilizzato OVO per ricordare gli occhi di un gufo): il brand e l’etichetta discografica sono il castello da cui ancora oggi esercita la sua enorme influenza.

2014: J. Cole – Forest Hill Drive

Il rap lirico non è mai davvero passato di moda, in questi anni esplodono rapper come Joey Bada$$, Mac Miller, Action Bronson, Kendrick Lamar e J. Cole, quest’ultimo lancia una nuova e dirompente scuola di rap “conscious”. La definizione è tra virgolette perchè è limitante, J. Cole in realtà è un rapper estremamente versatile, il suo stile ha la freschezza della trap e i testi della migliore tradizione hiphop.
Dopo i graffianti mixtape, Forest Hill Drive rappresenta la sua maturazione: Jermaine Cole da questo momento in poi sarà una figura saggia e autorevole per tutti gli ascoltatori ed i colleghi.

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