Adversus: i Colle e l’importanza di essere contro – Recensione

Qualche giorno fa parlavamo di cosa significasse essere Salmo, oggi ci poniamo la stessa domanda sui Colle Der Fomento, una delle crew più longeve dell’hiphop italiano. Ascoltando il loro nuovo disco Adversus la risposta sembra quasi ovvia: essere i Colle significa essere “contro”.

Era dal 2007 che non usciva un loro progetto integrale, nel 2013 ci avevano illusi tutti col singolo Sergio Leone per poi lasciarci a bocca asciutta fino ad oggi. Per cinque anni siamo rimasti in sospeso, nell’attesa di un disco che poteva non arrivare mai, ed ecco che qualche settimana fa arriva la notizia come un fulmine a ciel sereno: Adversus esiste, è pronto, uscirà.

La delusione può colpire molto più forte se le aspettative sono alte (per noi è stato così con Mezzosangue, ad esempio) e in cinque anni di hype se ne era accumulato parecchio. Probabilmente non ero l’unico ad essere diviso tra due emozioni contrastanti: speranza e paura. La speranza che fossero ancora in forma e che il disco valesse l’attesa, la paura di trovarli invecchiati e stantii.
Per fortuna le mie speranze non sono state tradite.

Parliamoci chiaro, i Colle sono i Colle. Non c’è stata nessuna svolta significativa in questo nuovo album ma va bene così: un ringiovanimento forzato sarebbe stata la cosa più goffa che potevano proporci. Mi immagino Danno sulla trap come Mr Burns travestito da Secco, rischiava di essere veramente poco credibile.

Invece eccoli la, su dei boom-bap potentissimi a sparare le loro rime vecchia scuola (nel bene e nel male) che sono i colpi in canna della loro “lunga guerra”. Le basi sono eccellenti e qui va lodato DJ Craim, un decennio più giovane rispetto al gruppo, che è stato in grado creare un sound che calzasse a pennello coi Colle pur restando attuale. La sfumatura western data al disco poi è un tocco di classe notevole, che emerge in maniera evidente in brani come Sergio Leone (ovviamente), Storia di una Lunga Guerra ed Eppure Sono Qui.

Ma arriviamo ai testi perchè e lì che si comprende il senso di Adversus e credo che stavolta i Colle si siano davvero superati. Forse le rime saranno semplici (qualcuno lamentava parecchi -are-ere-ire) ma le liriche sono veramente dense di poetica e contenuto. In un momento storico in cui tutti i valori della loro cultura vengono calpestati i Colle decidono di alzare la testa. L’intento è chiaro: schierarsi in una posizione di antagonismo assoluto, musicalmente, politicamente, socialmente, umanamente.

Né per stile, né pe’ fama, né denaro
Scrivo tutta quanta la mia rabbia pe sto mondo
Colle Der Fomento – Adversus

Le barre dei Colle sono fuoco amico per tutti coloro che rifutano determinate logiche: quelle di Salvini e quelle del mercato discografico prima di tutto. Ma non è solo un invettiva anti-sistemica: c’è tanto della loro storia, c’è un decennio di riflessioni ed introspezione (vedi Nostargia, NoodlesPolvere con Roy Paci).

In questi tempi “avversi” i Colle Der Fomento sono i lupi più vecchi del branco: sanno che il loro momento è venuto ma devono ancora impartire qualche lezione ai loro cuccioli, devono sacrificarsi per proteggerli, per poi andarsene (e qui torniamo al western) “con un bang e una fiammata”.